LA STAGIONE DEI SUICIDI di Gianni Vattimo

LA STAGIONE DEI SUICIDI LA STAGIONE DEI SUICIDI LA «questione morale» che per molto tempo abbiamo identificato con il puro e semplice bisogno di liberarci dalla corruzione della pubblica amministrazione, «mandando a casa» politici, funzionari, manager pubblici e privati compromessi con ruberie e tangenti è più radicalmente morale di quanto credessimo, rivela ogni giorno risvolti di spessore e complessità insospettati. Così, davanti ai suicidi che hanno segnato in questi ultimi giorni la vicenda giudiziaria di Tangentopoli, non possiamo limitarci a una riflessione di tipo politico o giudiziario. Coloro che hanno preso la decisione estrema di togliersi la vita lo hanno fatto rivendicando, anche esplicitamente, un significato morale al loro gesto: hanno inteso protestare contro un eser¬ cizio che ritenevano (moralmente) ingiusto del potere giudiziario, o comunque hanno voluto sottrarsi a una giustizia che (moralmente) non riconoscevano. Il problema etico che pongono a noi, con la loro decisione, non è tanto di stabilire se hanno fatto bene o male. Chi disapprova moralmente il suicidio, potrebbe trovare qui un altro elemento di colpa, accanto a quelli - ancora da provare - contestatigli dai giudici. Agli occhi di altri, invece, il suicidio conferisce loro una nobiltà che li riscatta da tutte le eventuali responsabilità penali. Ma è difficile schierarsi davvero per l'una o l'altra di queste valutazioni. Troppo semplice risol- Gianni Vattimo CONTINUA A PAG. 2 SETTIMA COLONNA