Poco cibo? Allora basta una moglie

Poco cibo? Allora basta una moglie Poco cibo? Allora basta una moglie Ma nelle annate buone il maschio ne ha anche tre IL falco di palude (Circus aeruginosus),. uno dei più rari rapaci italiani, è l'incontrastato signore dei canneti delle ultime zone umide. La popolazione italiana ha subito negli ultimi decenni un grave crollo demografico, al punto che la specie è stata inclusa nella «Lista Rossa» degli uccelli in via di estinzione. Le minacce immediate alla sopravvivenza dell'esigua popolazione nidificante (ridotta appena a 40-50 coppie) sono rappresentate dalla bonifica delle residue zone umide, che priva il falco degli ambienti elettivi di nidificazione e di caccia, e dal¬ la persecuzione diretta da parte dell'uomo. L'accanimento con cui la specie è perseguitata trova probabilmente una spiegazione nell'immeritata ed erronea fama di animale «nocivo» in quanto predatore di selvaggina particolarmente ambita dai cacciatori, come lepri, conigli, anatre, fagiani e starne. Il declino delle popolazioni ha anche un'altra causa: i pesticidi di cui si abusa in agricoltura e i metalli pesanti contenuti negli scarichi industriali. L'accumulo e la concentrazione di questi veleni lungo la catena alimentare raggiungono infatti la soglia rischio nell'anello terminale, rappresentato dal predatore, con conseguenze spesso drammatiche non solo per la sopravvivenza dell'individuo, ma anche per la sua possibilità di riprodursi. Il successo riproduttivo viene seriamente compromesso sia a causa della deposizione di un minor numero di uova, per giunta più fragili, sia per il mancato sviluppo degli embrioni. Nel falco di palude questo pericoloso fenomeno rischia di compromettere il delicato equilibrio di una calibrata strategia riproduttiva, risultato di una interessante storia evolutiva del predatore. Il falco di palude, infatti, mostra una duplice strategia riproduttiva potendo formare sia coppie monogame sia gruppi poligamici costituiti da un maschio e due o tre femmine. In quest'ultimo caso, le femmine ricoprono un grado diverso nella scala gerarchica. Le femmine primarie, o alfa, normalmente sono più grandi, in termini di età, più efficienti nella caccia e garantiscono quindi nidiate più produttive. La femmina alfa in genere costruisce il nido nel punto più vicino alla rotta di rientro dalla caccia del maschio. E infatti, il maschio porta più prede alla femmina alfa che alle femmine secondarie. La poligamia sembra essere adottata in anni con ampie disponibilità di cibo e in ambienti ecologicamente «immaturi», come canneti e praterie, in cui la mancanza di alberi Esistono almeno novemila specie di felci, suddivise in più di duecento generi shmir fino al Mediterraneo attraverso Afghanistan, Iran, Iraq, Anatolia e Crimea; le stazioni europee, puntiformi, si trovano a Creta, nelle isole Egee, sui Balcani e infine sui gessi romagnoli. L'immigrazione in Italia risale quasi certamente a tempi pre-quaternari e in questo senso il gruppo di Monte MauroMonte della Volpe va considerato l'unico e ultimo relitto dell'areale italiano occupato nel Terziario. C. persica appare qui legata ad habitat rupestri a copertura vegetale molto ridotta. Le ragioni della sua sopravvivenza fino ai nostri giorni potrebbero anzi risiedere proprio nelle condizioni ambientali estreme a cui la pianta è adattata e grazie alle quali riesce a sfuggire alla concorrenza con altre piante. Sandro Bassi Faenza, Museo di Scienze Naturali e cespugli concentra praticamente tutte le forme di vita sul terreno. In altre parole, la poliginia sembrerebbe associata alla facilità e remuneratività della ricerca di cibo. Ma perché le femmine scelgono di accoppiarsi con uno stesso partner nonostante il rapporto tra i sessi all'interno della popolazione sia di uno a uno? In realtà la maturità sessuale nei maschi è più lenta che nelle femmine (tre anni di età contro appena un anno) e quindi il rapporto fra i sessi all'interno della popolazione riproduttiva è effettivamente squilibrato. Il lento tasso di sviluppo produce differenze di «status» qualitativo tra i maschi della specie, che si traduce in notevoli variazioni di successo nella caccia e nell'allevamento dei piccoli. Solo gli individui più vecchi e quindi più esperti possono garantire un buon successo riproduttivo, perché hanno una maggiore resa nella caccia come numero e dimensione delle prede. Per le femmine giovani, quindi, sembrerebbe comunque più vantaggioso condividere un maschio di alta qualità con una compagna più grande e di grado gerarchico superiore, piuttosto che accoppiarsi con un maschio giovane ma poco efficiente o non riprodursi affatto. Inoltre, anche se una femmina secondaria ha un basso successo riproduttivo iniziale, potrà in seguito beneficiare di una migliore riproduzione in quanto rimane femmina secondaria solo temporaneamente. Considerando l'estrema fedeltà ai siti di nidificazione da parte dei maschi, esiste per la femmina secondaria la concreta possibilità di diventare in futuro una femmina alfa, beneficiando così di maggiori attenzioni e di un successo riproduttivo superiore negli anni seguenti. Il maschio poligamo, dal canto suo, privilegiando la femmina alfa si garantisce la nidiata più produttiva e accoppiandosi con una o due altre femmine secondarie aumenta o addirittura raddoppia il proprio successo riproduttivo. La strategia migliore per un maschio giovane con scarse prestazioni predatorie sembra dunque essere la non riproduzione; l'attesa e l'allenamento alla caccia potranno riservargli in futuro un piccolo «harem» che lo ricompenserà degli insuccessi giovanili. Maria Inglisa

Persone citate: Lista Rossa, Sandro Bassi Faenza

Luoghi citati: Afghanistan, Anatolia, Balcani, Crimea, Iran, Iraq, Italia