Un tacchino tutto petto

Un tacchino tutto peftq Un tacchino tutto peftq Ma non sa più riprodursi da solo DEI 30 milioni di specie viventi sulla Terra, l'uomo ne ha addomesticate una trentina: sono le specie animali che ci nutrono, ci vestono e ci tengono compagnia. Da quelle trenta specie, nei diecimila anni in cui ha sviluppato l'agricoltura, l'uomo è riuscito a creare circa 4000 razze, che rappresentano la certezza dell'alimentazione, l'equivalente di un bel gruzzoletto in banca per allevatori ed agricoltori, e un grande giro d'affari nel commercio mondiale. L'uomo, come si era imposto di migliorare se stesso, decise di migliorare anche gli animali. La spiegazione datami da un contadino tanti anni fa era stata laconica ma rendeva benissimo l'idea: i primi agricoltori avevano «mischiato» le pecore e le vacche. Non tra loro, beninteso. L'uomo dei monti, «teneva» una mucca che stava benissimo al freddo ma non dava abbastanza latte. L'amico contadino che viveva in pianura «teneva» una mucca che ne produceva molto, ma non resisteva bene alla montagna. Prova e riprova, i due riuscirono ad accoppiare le qualità dell'una e dell'altra in una nuova mucca che resisteva al freddo e faceva anche più latte. Erano nati gli incroci. La selezione più avanzata cominciò nel secolo scorso, in laboratorio, con l'inseminazione artificiale e il trasferimento di embrioni per sviluppare razze IN Tre mesi alla carta per degradarsi in terra Ci vogliono almeno tre mesi perché un mozzicone di sigaretta senza filtro o un fazzolettino di carta diventino parte integrante del terreno in cui sono stati gettati. Una lattina di alluminio o un sacchetto di plastica, anche se ottenuto mescolando polietilene e amido, richiedono un periodo tra i 10 e i 100 anni. Il polistirolo e le carte telefoniche sono praticamente indistruttibili. Rispedite all'editore il giornale appena letto Dall'inizio del mese di luglio, editori, tipografi, distributori tedeschi sono obbligati a riciclare e riutilizzare la carta che producono e distribuiscono. I grandi centri commerciali devono avere punti di raccolta, mentre quotidiani, riviste, perfino cataloghi possono essere ricuperati per posta, spediti al mittente con pagamento a carico dei distributori. L'obiettivo immediato è quello di recuperare almeno la metà della carta utilizzata nell'editoria. La sindrome del ristorante cinese Il glutammato monosodico, spesso usato nei prodotti alimentari cinesi, può produrre una sindrome che si manifesta con un bruciore diffuso, senso di pressione facciale e dolore toracico. Non si tratta di un fenomeno allergico ma di un fenomeno tossico, legato alla dose ingerita: alcune persone hanno una soglia di tolleranza più bassa delle altre. Aiuto ai subacquei anche da lontano Dan Europe, che fa parte della rete internazionale Idan, fornisce 24 ore su 24 ai subacquei in difficoltà e a chi li assiste consulenza medica e pratica fino all'eventuale trasferimento in camera iperbarica. Tel. 02.66.12.766 oppure numero verde 1678.31.050. Igiene e vaccino e il tetano sparisce I casi di tetano denunciati in Italia nel 1961 erano stati 730. Nell'88, 127. Nei Paesi occidentali l'infezione è stata praticamente debellata dalle migliorate condizioni igieniche e dalle vaccinazioni di massa, ma in tutto il mondo i casi sono ancora almeno un milione l'anno. Chi si ferisce senza essere vaccinato, può avere una protezione immediata (ma limitata nel tempo) con una iniezione di immunoglobuline umane. altamente produttive: ovini, torelli e mucche forti e calibrati, da carne o da latte o da fibra, resistenti ai climi più diversi o alle malattie. Il passaggio ce lo ha spiegato con dovizia di particolari Keith Hammond, un australiano esperto di genetica animale alla Fao, incaricato di compilare un indice di tutte le razze di animali domestici in pericolo di estinzione, un lavoro che la Fao ha intrapreso dal 1991. La lista comprende attualmente 2048 razze (escluse per il momento le europee), e tra le 806 di cui sono già stati catalogati i dati sulle popolazioni esistenti, ben 166 sono considerate a rischio di estinzione. Dato più che allarmante, visto che rappresentano il 25 per cento delle risorse sviluppate nel corso dei secoli. Abbiamo seguito il tracciato di Hammond nella storia delle risorse genetiche animali. «Inutile tentare di stabilire se sono più importanti le risorse genetiche animali o quelle vegetali - ci dice -. Sono specie complementari l'una all'altra. Gli animali mangiano la vegetazione, ma alla terra restituiscono il nutriente che serve a far crescere altre piante. E il ciclo continua». Gli animali domestici sono essenziali per la sopravvivenza dell'uomo. Contribuiscono globalmente quasi al 30 per cento dell'alimentazione e dell'agricoltura. Nei Paesi in via di svi¬ M luppo sono la forza motrice per eccellenza nel lavoro dei campi, spesso l'unico mezzo di trasporto. In molti casi essi rappresentano la ricchezza, il solo conto in banca delle classi rurali. «In un mondo teso a produrre sempre di più per nutrire masse crescenti e sempre più esigenti, si è giunti a esasperare la produzione di razze pregiate, relegando nel dimenticatoio, proprio come avviene per certe piante alimentari, l'alto potenziale agricolo di razze autoctone meno note», afferma il generale Hartwig de Haen, capo del Dipartimento dell'agricoltura. «Ma è proprio tra queste razze che si nasconde una vastissima gamma di diversità biologica - incalza David Steane, del settore produzione animale -. Guai se questa andasse perduta. Quella stessa diversità degli animali domestici che si è andata sviluppando nel corso di questi diecimila anni è una parte integrante della nostra eredità e dobbiamo tenerla da conto per le generazioni future». Ogni animale, spiega Hammond, porta con sé circa 100 mila geni che lo caratterizzano e che, nel corso della vita produttiva, interagiscono tra loro e FELCETTA PERSIANA l'ambiente che li circonda. Non siamo ancora in grado di risalire artificialmente alla vasta gamma di cambiamenti che avvengono nella componente genetica delle risorse genetiche attualmente a nostra disposizione. Potremmo non essere in grado di farlo neanche tra un secolo. Per questo, prosegue, il costo per mantenere in vita questa diversità biologica è irrilevante se si pensa - tenendo presenti le eventuali potenzialità d'uso future quanto più oneroso sarebbe dover ricostruire artificialmente una razza per sopperire a uno specifico o a più cambiamenti dell'ambiente in modo efficace e compatibile. Ma come decidere quali sono le razze più importanti? «E possibile fare un quadro delle combinazioni di caratteristiche animali superiori in termini di produzione sostenibile in ciascuno dei maggiori ecosistemi e determinare quale gruppo di razze conservare per meglio assicurare al mondo la diversità animale - spiega Robin Welcomme, a capo del Gruppo di lavoro sull'uso e la conservazione della diversità biologica -. Non esiste però un'unica ricetta per la conservazione. Non basterà mantenere banche del seme o di embrioni. Occorrerà certamente un'entità amministrativa per identificare, catalogare e coordinare questo sforzo globale, ma le attività sul campo

Persone citate: David Steane, Hammond, Hartwig De Haen, Keith Hammond, Robin Welcomme

Luoghi citati: Italia