LETTURE d'ESTATE

IATTURE c/'ESTATE IATTURE c/'ESTATE l'hilip K.Uick L'hanno definito «un visionano tra i ciarlatani». Ma Philip K. Dick, in bilico perenne tra fantascienza e voglia di capire il mondo (previde un presidente disk-jockey, non troppo dissimile da quello che ama il sax) sfugge a ogni categoria. La trilogia di Valis (Interno Giallo-Mondadori, pp. 583, L. 32.000, trad. di Delio Zinoni e Vittorio Gurtoni) uscì tra 1*81 e l'82, negli ultimi mesi di vita dello scrittore californiano. «Valis» è un metafisico sistema intelligente che folgora alcune persone per dirigerle sul sentiero della conoscenza. Nel romanzo omonimo è la cronaca della «scissione» tra la fantasia e la prosaica realtà, una proiezione della turbolenta vita interiore dello stesso Dick, che passò attraverso la droga, la clinica psichiatrica, i vuoti di memoria, gli amori spezzati, le illuminazioni trascendenti, le rivoluzioni degli Anni 60. Nella Divina invasione un Dio alieno regala il proprio figlio a una coppia, affinché il male del mondo sia sconfitto. In La trasmigrazione di Archer, una donna abbandona il vescovo dissoluto, insieme al quale cercava Dio. Il volume è aperto da un saggio di Kim Stanley Robinson, uno degli allievi più fedeli di Dick, e chiuso dalla postfazione di Vittorio Curtoni. Sempre nei dintorni della fantascienza, Fondazione anno zero di Isaac Asimov (Mondadori, pp. 370, L. 32.000, trad. di Gianni Montanari). Il settimo e ultimo volume del Ciclo della Fondazione, scritto poco prima di morire (nell'aprile del '91), si collega ai romanzi «robotici» e tira le fila della gigantesca epopea concepita dallo scrittore di origine sovietica quando aveva appena 21 anni. Nel capolinea della saga, l'Impero Galattico sta vacillando, come ai tempi dei romani il germe della decadenza serpeggia, e i focolai di ribellioni si accendono negli angoli più remoti degli spazi interstellari. Una bussola per orientarsi nella galassia di pubblicazioni di SF, tra paccottiglia e capolavori, la offre Carlo Pagetti, autore di una breve e dotta storia della science fiction, I sogni della scienza (Editori Riuniti, pp. 223, L. 32.000). Dai viaggi di Gulliver al Cyberpunk. LA TRILOGIA FANTASCIENZA visioni di Philip Dick STOKER La dama vampira Una diafana signora dagli occhi brucianti che viaggia sul mare in una bara. Ne La dama del sudario non c'è il conte Dracula, vampiro erotico e innamorato, ma le atmosfere gotico-surreali non mancano. E' il romanzo che Bram Stoker, ormai bello di fama e di malinconia, scrisse nel 1909. Henry Irving, l'attore all'ombra del quale era rimasto per anni come segretario, era morto nel 1905, e Stoker si sentiva smarrito. Passò gli ultimi sette anni di vita a scrivere articoli e libri, a cercare paure letterarie tra topi e tombe. Questo romanzo (inedito in Italia) ricalca la fortunata trama a «mosaico» del Dracula: attraverso lettere, ritagli, frammenti, racconti di più personaggi cerca di capire il mistero di una Vampira. La fanta sia stokeriana attinge ancora alle ubertose terre ungheresi. Questa volta è il turno della Vqjvodina. L'edizione italiana de La dama del sudario è a cura di Riccardo Reim, per la Ecig(pp.217, L. 25.000). BANDITI , Da Salgari alla Sardegna Tra crapula e spade, mar delle Antille e Signori di Ventimiglia, il facondo Emilio Salgari si regala una divertita e picaresca avventura ne II figlio del Corsaro Rosso. Uscito prima a dispense, poi in volume nel 1908, viene ora ristampato da Viglongo (pp. 378, L. 40.000) con un'attenta prefazione di Luciano Tamburini e 20 tavole di Alberto Della Valle. Pescicani, passi di Fandango, turah fragorosi della filibusta e donne inquiete, gli ingredienti dell'evasione ci sono tutti, conditi da una buona dose di allegria guascona. Anche una conclusione pensionistica: dopo aver menato le mani, trenta corsari e dieci filibustieri, «avendo accumulato sufficienti ricchezze», decidono di andare a vivere «comodamente» nei loro Paesi. Ideale lettura, per chi vuol bruciare l'estate nei pressi di Santo Domingo e sentirsi un po' corsaro. Dallo stesso Piemonte di Salgari, con identico spirito d'avventura, ma con banditi squisitamente nostrani, parte Caccia grossa di Gino Bechi (riproposto dall'editore e/o, pp. 144, L. 12.000). Bechi, ufficiale dell'esercito sabaudo, partecipò agli infruttuosi rastrellamenti in Sardegna per catturare i fuorilegge annidati in nuraghi e sterpaglie. Imboscate, arresti, eroi crudeli e affascinanti, il' giovane tenente descrive con partecipazione l'isola selvaggia. Ma gli «ombrosi Sardi», come ricorda Pietro Pancrazi, «se ne offesero e l'autore ebbe in premio qualche settimana di fortezza». AMARCORD Diabolik eJacovitti Nella nostra memoria a strisce c'è un criminale terribile che non sbaglia un colpo, che non scorda mai l'anniversario della sua fidanzata (dal cognome solennemente koenigsberghiano: Kant), che riesce a trasformarsi meglio di Fregoli grazie a sottili maschere, che è nato dal genio delle sorelle Giussani. Mondadori ristampa quattro avventure di Diabolik (pp. 157, L. 36.000). La nostalgia dei fumetti cult si può placare anche con un cofanetto mignon dello Scarabeo, che riproI pone le avventure sessuali, perversamente liberatorie, irriverenti di Guido Crepax (4 volumetti in cofanetto, L. 14.000). Un'odissea di torture e piaceri lubrichi per le schiave del desiderio, Bianca e Valentina. Lasciamo le uova alla coque erotiche di Crepax e pasteggiamo con gli insaccati di Jacovitti: Mondadori ristampa sette storie antiquarie del disegnatore uscite sul Vittorioso, Tutti i salami di Jacovitti (3 voli., L. 27.000). Dalla marinaresca avventura di Giacinto corsaro dipinto (1947) a Pippo e Gibù, passando per l'onorevole Tarzan. Vezio Melegari, autore di una divertente introduzione, propone di seguire l'evoluzione della «lisca di pesce», usata dall'autore come firma e mutuata dal soprannome scolastico. AH .'ECCO LASSÙ'IL MALLOPPO IN MANO AP UNO SCIMPANZÈ".---. POSA L'OSSO, SCIMMIA CELLA MALORA/... -A SANGUINACCI /film dello «splatter» Fu il giornalista John McCarthy a trovare nel 1981 la parola giusta per definire il cinema che si divertiva con schizzi di sangue, teste mozzate, e mostri famelici: «splattermovies». Gian Carlo Castoldi e Gian Luca Castoldi compilano una Guida al cinema splatter (Arnaud, pp. 250, L. 25.000), che scheda 800 film, con ardore e competenza (anche se qualche cast e trama sono un po' troppo sommari). I due autori propongono una rigida definizione militante del genere nato nel '63 (con Blood Feast di Herschell Gordon Lewis), catalogano i capolavori «doc», tra Savini e Craven, escludono severi il resto. Lo splatter è «una rilettura volgarizzata del fantastico - spiegano i cinefili, - con una matrice letteraria e "mostri" che provengono dalla cronaca criminale». Tra i cult-movie del ribrezzo, compaiono informazioni anche su film rari, dalla Corea, alla Germania. Come Michael Myers di Halloween o Freddy Kriiger di Nightmare, che non muoiono mai e hanno sempre un sequel dietro l'angolo, i due Castoldi ci annunciano che ci sarà - forse - una Guida U. AUTOPSIE I «casi» di Hearn Nonostante lo spaventoso squarcio nella gola, il corpicino della vittima era bellissimo. Boccoli biondi, occhietti azzurri socchiusi, denti come perline. La ninfetta è stata uccisa dalla madre che, avendo deciso di suicidarsi, non voleva lasciare la figlioletta in questa valle di lacrime. Questi e altri orrori metropolitani, delitti, impiccagioni, cadaveri sezionati, sono raccontati con gelida precisione da Lafcadio Hearn in Tre casi raccapriccianti e un'autopsia (Theoria, pp. 120, L. 10.000, a cura di Ottavio Fatica, trad. di Edmonda Bruscella). Hearn (1850-1904), scrittore dal destino movimentato, consumò parte della vita a Cincinnati, una città «sempre dieci anni indietro» come diceva Mark Twain, ma anche ricettacolo di disperati di ogni razza e colore. Fumatore d'oppio, barbone, frequentatore di poliziotti e puttane, marito di una mulatta quando mescolare le razze non era ancora consentito, fu anche cronista di nera. I racconti di Theoria sono resoconti veri e puntuali di ordinari orrori metropolitani, un silenzio degli innocenti in abiti ottocenteschi. INCUBI Dylan Dog nel profondo Una citazione esplicita al replicante Hauer morente sotto la pioggia in Biade Runner, e una indiretta a 2001 Odissea nello spazio, poi omaggi fugaci a miriadi di B-movies fantascientifici. Alfa e Omega è uno dei racconti più struggenti dell'indagatore dell'incubo. Ora viene riproposto nel bel volume Dylan Dog (Mondadori, pp. 198, L. 38.000), in versione colorata. Le storie sono di Tiziano Sciavi, le immagini di Corrado Roi. La seconda avventura dell'indagatore dell'incubo è Dal Profondo, inizia in una doccia alla Psycho, in un motel sperduto e si sviluppa come una leggenda metropolitana, con un mostro delle fogne, dal cuore ferito. Mentre il detective con la faccia di Everett duella con l'aldilà e il surreale, Claude Serre si arma di matita per scherzare col trapasso. «Uno muore una volta-sola, ma ne approfitta a lungo», dice sardonico il disegnatore francese, che da trent'anni collabora alle maggiori riviste transalpine. In Saper vivere (Glénat, L. 18.000) gioca col macabro. Dal titolare di pompe funebri che ritinteggia la vetrina del negozio «per attirare una clientela più giovane» alla pistola per suicidi con la targhetta «nuoce gravemente alla salute», una scelta di tavole all'insegna della massima «la morte è bella, ma c'è ben altro nella vita». CLASSICO F&L ghostbuster Il fantasma che si affaccia sul quotidiano, aprendo una finestra nelle nostre calde case, sollevando un tombino, facendoci lo sgambetto improvviso. Queste sono le ghost-stories che provocano il vero brivido. Lo spiegava Carlo Frutterò 33 anni fa, indicando i criteri scelti, con Franco Lucentini, per compilare l'antologia diventata ormai un classico della letteratura soprannaturale, Storie di fantasmi, e ora ristampata da Einaudi in edizione economica (pp. 414, L. 16.000). Pozzi, paludi, magioni disabitate, soffi gelidi e mortali. I «ghostbuster» F&L non andavano a caccia di spettri nelle ovvie riserve di James o Maupassant (che avevano già conquistato la fama col romanzo alto): pescavano nei serbatoi muschiosi della letteratura gotica per far scoprire autori del tutto sconosciuti, come Arthur Machen, o misteriosi come George Olivier Onions. Tutta da gustare, quasi come un sedicesimo racconto, l'introduzione alla raccolta. Già allora cercava di calmierare l'inflazione di sdegno che moralisti, sociologi e padri di famiglia nutrivano nei confronti della cine-letteratura del brivido: «fa male, fa male, aumenta la violenza». Quando l'Italia aveva una sola rete tv, e il mondo guardava col fiato sospeso ai missili di Krusciov scaricati a Cuba, c'era una sola paura concreta, dietro le «falene» di Wells, o le «case vuote» di Blackwood: la «bomba». NOTE E STRISCE Crumb disegna il blues Nacque dagli schiavi, che cantavano la musica bianca storpiandola, con una base ritmica più accentuata, scivolando nelle note «blu». Il Blues ha poi accompagnato la storia degli Stati Uniti, germinando in balere e bassifondi. Agli eroi, ai vicoli, alle donne di queste nuvole musicali Robert Crumb ha dedicato l'amarcord Blues (Franco Cosimo Panini Editore, sessantadue pagine, L. 12.000, intr. di Ferruccio Alessandrini). L'autore di Fritz il Gatto (suonatore, a tempo perso, di mandolino in un'orchestra di revivalist francese) si mette a disegnare più che i personaggi, gli umori, le atmosfere, gli odori, il caldo del Sud. CRIMINI E MISFATTI Omicidi veri d'America Molta, cruda, realtà e un pizzico di fantasia. Questa era la ricetta che i pulp magazines americani usavano per confezionare piatti forti agli amanti del nero e ai giallisti in cerca d'ispirazione. Tra i capostipiti ci furono True Detective e Black Mask, nate ai tempi del proibizionismo, con cronisti di serie B, scrittori che si erano giocati la reputazione con l'alcol, sceriffi di provincia. Anabasi pubblica ora i «racconti» più belli scritti dai maestri del poliziesco, da Robert Bloch a Harry Whittington, da Erle Stanley Gardner a Jim Thompson: L'età d'oro del crimine (pp. 372, L. 29.000, trad. di Paolo Lagorio, introd. di Gianfranco Manfredi). Bloch racconta la storia di Ed Gein, vecchietto innocuo, ma in realtà antenato dei serial-killer (a lui sono ispirati Psycho e Hannibal Cannibal). Dashiell Hammett racconta un delitto alla Continental, l'agenzia investigativa di San Francisco. Van Dine, per bocca di Philo Vance, presenta Grete «bionda e appetitosa, la più completa donna criminale dei tempi moderni», che incrocia sesso e delitti. Gardner scava nell'omicidio di William Desmond Taylor, regista cinematografico, uno dei tanti misteri della Hollywood Babilonia. Poi, madri di famiglie massacratrici per follia, donne che fanno salsicce dei loro amanti, avidi assassini, un ritratto dell'America attraverso i suoi delitti, un'educazione spirituale alle moderne piogge di sangue. BRIVIDI // ritorno delle tenebre Una sonnolenta cittadina della provincia americana. Una onesta noia come unica dimensione di vita. Due gemelli che vivono in una dimora appartata. E' l'atmosfera giusta per aspettare che un'antica maledizione si scateni (e per festeggiare, in agosto, il 25° compleanno del cult-movie La notte dei morti viventi di Romero). Padre delle tenebre del giovanissimo scrittore americano Tom Piccirilli (Sperling & Kupfer, pp. 285, L. 29.900, trad. di Giovanni Arduino), rispetta tutti i canoni di cinema e letteratura horror, accompagnandoci in una curiosa Twin Peaks, per assistere a un rodeo di forze maligne, sgranocchiando rosari e preghiere. Dean Koontz, fedele al versetto shakesperiano «Oh, cosa può dentro sé l'uomo celare, anche se dall'esterno angelo appare!», scruta nella metà oscura di un ottimo americano tranquillo: Cuore nero (Sperling 8- Kupfer, pp. 378, L. 28.900, trad. di Bruno Amato). Il signor Harrison, dopo uno spaventoso incidente automobilistico, muore per circa un'ora e mezzo. I medici riescono miracolosamente a strapparlo all'aldilà e riportarlo in vita. L'uomo torna alla normalità, tutto amore, picnic e buoni sentimenti; adotta persino una bimba handicappata per sdebitarsi col destino benigno. Ma quella zona oscura del passato, quell'incursione fugace nell'oltretomba si porta dietro una scia di incubi. La scoperta del Male si accompagna a una bella serie di delitti. NOSTALGIA Le mille vite di Sindbad Fantanostalgia. Sogni, amori e caffè nella Cacania felice, nella metà ungherese dell'impero absburgico. Il viaggio nella Belle epoque danubiana si può fare al seguito di Gyula Krùdy. Grazie a una manciata di novelle che escono nel libricino tascabilissimo Sindbad. Treni, slitte e tappeti volanti (Biblioteca del Vascello, pp. 91, L. 2500, trad. e intr. di Marinella D'Alessandro). Il magiaro Krùdy (nato nel 1878 e morto in un mare di debiti nel 1933) accompagnò il marinaio delle Mille e una notte sulle rive del Danubio, lo travestì con baffi impomatati e cilindro, lo mise a vagolare nei salotti mitteleuropei cari a Schnitzler e Hoffmansthal, lo depose ai tavoli verdi e tra le braccia di svagate signore. SCHEDE A CURA DI Bruno Ventavo'i