IL GATTOPARDO SI PENTE di G. T.
IL GATTOPARDO SI PENTE IL GATTOPARDO SI PENTE VELTO racconto di «crudezze melanconiche» calate in una struttura da giallo cinematografico. Questo press'a poco il giudizio che Dacia Marami dà nella prefazione al romanzo d'esordio di Mirella Lentini, Elegia d'un assessore pentito, pubblicato dalla pescarese Edizioni Tracce (174 pp., L. 20.000). Scomodare Tangentopoli siciliane non è più che un ammicco di tipo pubblicitario persino fuorviarne. Mafia e tangenti non sono certo un intreccio dell'ultima ora. Nell'avvocato Aurelio Cutrera, assessore ai Lavori Pubblici al Comune di Agrigento, hanno infatti un'antica radice e vengono da una terra di gattopardi sia pur dimezzati. Per fortuna il figlio del barone Luigino Cutrera (sospeso fra due donne: la moglie Dadi da cui vive di fatto separato, e Cle¬ lia, nei cui occhi si trova a rileggere «un frammento di cielo»: altre donne restano sullo sfondo e appartengono al costume di una Sicilia arcaica e padronale) reca in sé un filo di buona coscienza e pur entrando nei giochi di potere dell'amministrazione locale, composta di appalti abusi favori ricatti alibi fitti «come grani del rosario», non ne resta inquinato fin dentro le midolla. Cosicché il suo ravvedimento a poco a poco matura e dal carcere, dove è stato messo per un'affaire un po' di politica e un po' di cuore, sente il disagio delle azioni compiute fino a un'onesta decisione di mutamento. E proprio a partire dal carcere la narrazione muove per ca pitoli alterni, congiungendosi nel finale alla (facile) conversione. Non sono forse le verità non dette a nascondere «le trappole più micidiali»? [g. t.]
Persone citate: Aurelio Cutrera, Dacia Marami, Luigino Cutrera, Mirella Lentini
Luoghi citati: Comune Di Agrigento, Sicilia
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