Mega-attico per l'Italia che cambia; il Nuovo avanza e pesa tre chili

Mega-attico per l'Italia che cambia; il Nuovo avanza e pesa tre chili mi lettere AL GIORNALE Mega-attico per l'Italia che cambia; il Nuovo avanza e pesa tre chili I fatti concreti durano poco Tempo fa, con titoloni e fotografie i giornali annunciavano il sequestro del mega-attico di Pomicino. Un mio amico commentò: finalmente si passa a fatti concreti! Un piccolo trafiletto sulla Stampa del 13 luglio ci informa del dissequestro dell'attico: siamo sicuri che in Italia qualcosa veramente potrà cambiare? Bernardo Sclerandi Ostia Lido (Roma) Non è snob chi difende gli animali e i deboli All'egregio Oliviero Toscani, che simula di aver ricevuto una lettera da un cavallo (6 luglio) per spacciare le sue personali opinioni a nome di chi invece non può parlare, vogliamo dire: - egregio signore, si dà il caso che il cavallo non abbia alcuna scelta né al mattatoio, né al Palio, e neppure in un maneggio, ma sia costretto dall'uomo a svolgere attività, se così si può dire, assai contrarie alla sua natura d'animale libero, pacifico ed erbivoro. La competizione non è del cavallo, non è nella sua natura e nella sua testa. La competizione fine a se stessa è nella mente dell'uomo. Gli animali conoscono la competitività solo nel corteggiamento amoroso, neppure nella caccia, ai fini di conservare la specie nei suoi migliori esemplari. Inoltre le competizioni degli animali non conoscono violenza fine a se stessa e tantomeno morte. - chi lotta per la difesa del cavallo, della foca o altri animali minacciati dalla violenza dell'uomo, è tutt'altro che insensibile alle lotte dei lavoratori per il posto di lavoro - da che pulpito la sua predica - o alle lotte di altre minoranze sociali od etniche oppresse. Difendere gli animali e i deboli non è snobismo, ma anche gli snob sono accettati se si schierano dalla loro parte. Gli animali hanno bisogno an¬ che di prese di posizione culturali e di soldi. Già, perché denaro serve per esempio per ristrutturare i canili-lager e per fornire alla gente un'efficace informazione-educazione a pace, non violenza, vegetarianismo. Flavia Di Bartolo, Torino Gruppo animalista torinese Seguono sei firme La Novità era Nicola Nella rubrica «Parolaio» del 21 giugno Pierluigi Battista ironizza sulla dedica posta ad apertura del mio libro La Lega. Geografia, storia e sociologia di un nuovo soggetto politico (Donzelli editore). Il testo della dedica recita come segue: «A Paola, Giovanni e al Nuovo che avanza». Battista ne trae lo spunto per una riflessione divertita e divertente sulla santificazione del Nuovo, che io avrei fatto «addirittura oggetto di affetto devoto, feticcio domestico da onorare (...), come un familiare». Non ha sbagliato di molto, anche se non per i motivi che egli immagina e suggerisce. Il Nuovo, al quale fa riferimento la dedica del libro, mi è davvero molto familiare. Almeno quanto Paola (mia moglie) e Giovanni (il figlio più grande). Posso, al proposito, fornire a Battista qualche informazione ulteriore: è ovviamente maschio, è lungo 54 centimetri, pesa oggi tre chili e nove etti, ha capelli e occhi nerissimi. E' il mio Nuovo figlio. Si chiama Nicola (N come Nuovo). E' nato il 14 giugno, quattro giorni dopo la definitiva chiusura del testo in tipografia. Troppo tardi per venire identificato e nominato con precisione nella dedica. Ma un figlio che arriva era troppo importante per non evocarlo, magari con un po' di ambiguità, non del tutto involontario. Qualcuno, in fondo, avrebbe potuto vederci anche altri significati. Perché deluderlo? Ilvo Diamanti Caldagno (Vicenza) Gent.mo Sig. Del Buono, «nessun parlamentare» inquisito, che io sappia, ha ammesso di avere rubato o estorto tangenti. D'altra parte, l'«immunità» li protegge. Se questa stessa «impunità» l'avessero avuta anche gli altri tangentisti, il «marcio» della politica sarebbe rimasto nascosto. Questa mattina, al caffè, sentivo qualche commento sulla questione della carcerazione preventiva. Qualcuno, per la verità, auspicava, per gli inquisiti, la griglia. Naturalmente sul fuoco... Nino De Blasi, Parma Vegetariani e bistecche al sangue Domenica 11 luglio è comparso su La Stampa un articolo del sociologo Luigi Manconi il quale sferra un attacco, un po' violento e un po' frivolo, ad un mio scritto sulla rivista «Studi Cattolici». Alcune affermazioni sui vegetariani e sugli animalisti lì contenute hanno scatenato un putiferio sulla stampa nazionale e tra i lettori dei quotidiani. Il titolo dell'articolo, deciso dalla redazione, è: «Il vegetariano violento» ed in esso io sostengo che i vegetariani, nel loro inconscio, nascondono, spesso, profonde tendenze sadomaso¬ chiste, distruttive e necrofile. Questa è una constatazione che nasce dalla mia osservazione clinica: sono psicoanalista da più di venticinque anni. Il professor Manconi attacca me e la rivista cattolica che «si è affidata a uno psicoanalista» rea di fare un «uso della psicoanalisi come un'arma impro¬ pria», affermando, tra le altre cose, che la mia sarebbe una psicoanalisi da «un tanto al metro quadro» come usa per i parquet, senza portare nessun argomento che giustifichi la sua asserzione, al di fuori di un acido livore. Ribadisco di aver elaborato le idee che ho espresso sulla violenza dei vegetariani ed animalisti sulla base del mio lavoro clinico. Non ho detto che essere vegetariani rende violenti, ma al contrario ho sostenuto che, molto spesso, i sadomasochisti più violenti scelgono - come difesa contro questa loro più o meno inconscia tendenza - il vegetarianesimo. Mi interessa comunque, ora, andare oltre la polemica vegetariani violenti - vegetariani non violenti. Infatti ho notato nell'atteggiamento del professor Manconi un modo di porsi nei confronti della vita e della cultura tipico di troppi intellettuali più o meno «laici» e - come si sarebbe detto fino a ieri - di sinistra: espressione di una preoccupante intolleranza. Non so se il sociologo che mi ha così attaccato sia vegetariano e non mi interessa saperlo; ma denuncio tutta la grande scorrettezza di un simile stile. Finché la cultura sarà rappresentata da personaggi che rifiutano il dibattito leale, attaccando l'avversario senza neppure possedere gli elementi fondamentali di conoscenza del suo pensiero, la società conoscerà solo dibattiti squallidamente triviali. Io penso che sia importante avere il coraggio e l'onestà di mettersi in discussione, senza irrigidirsi subito al cospetto di posizioni che mettono in forse le nostre convinzioni abituali. Trovo assurdo che un vegetariano non violento sia abortista, perché mi pare un controsenso battersi per la vita dei pettirossi e condannare a morte un feto, che io considero una forma di vita umana. E' un'opinione, la mia, precisa quanto scomoda, che Studi Cat¬ tolici ha coraggiosamente accettato di fare propria. E' vero inoltre che è difficile replicarvi con un'obiezione assennata: il sadomasochismo, la violenza e la distruttività sono in ognuno di noi e lo dimostrano i minimi e i massimi avvenimenti dei nostri giorni e di sempre. Sandro Gindro Non ho alcun «livore» per Sandro Gindro: anzi, ho simpatia per lui; ma dico che le sue rimostranze non vanno indirizzate a me, bensì alla rivista che ospita il suo articolo. E' stata, appunto. Studi Cattolici a riassumere brutalmente lo scritto di Gindro, a dargli un titolo che - sembra di capire - l'autore non condivide e a sintetizzare il suo pensiero in formule leggiadre come: «I vegetariani sono persone straordinariamente violente», che «vengono alle mani, picchiano i bambini, sono preda di improvvise crisi di rabbia aggressiva e guardano il mondo con diffidenza». Converrà, Gindro, che tali affermazioni non sembrano l'esito di «venticinque anni di lavoro clinico», bensì lo sfogo di un carnivoro assatanato a cui è stata sottratta, proditoriamente, una bistecca al sangue. Per quanto riguarda la tesi di Gindro, secondo la quale sarebbe «un controsenso battersi per la vita dei pettirossi e condannare a morte un feto», si tratta di un'opinione rispettabile e assai diffusa: perché definirla «scomoda» e «coraggiosa», quasi appartenesse a un'esigua minoranza perseguitata, quando essa è per esempio - dottrina ufficiale della Chiesa Cattolica? E perché Gindro non tratta le posizioni vegetariane o animaliste con quel rispetto che pretende per le proprie? Infine, non sono vegetariano e nemmeno - come scrive Gindro - «laico» (tra virgolette): ma che c'entra? Luigi Manconi

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