Dopo la violenza la morte
Uccisa e bruciata perché aveva chiesto un matrimonio riparatore Uccisa e bruciata perché aveva chiesto un matrimonio riparatore Dopo la violenia/ la morte Risolto il giallo della ragazza di Catania CATANIA. Una notte di giochi amorosi trasformatasi in furia criminale. Tutto per la richiesta ingenua di una giovane studentessa, Enza Antonella La Rocca: riparare col matrimonio a quella serata di sesso disinibito. Forse solo un tentativo di giustificare tanta sfrontatezza di fronte a due giovani contadini, Massimo Guzzardi, 19 anni, e Felice Motta, 20, innamorati del suo corpo e improvvisamente trasformatisi in spietati assassini. A distanza di quattro mesi, grazie alla confessione di uno degli autori del delitto, si risolve il giallo della misteriosa scomparsa della studentessa di Patagonia, paese in provincia di Catania. La sera del 21 marzo scorso Enza Antonella La Rocca sparisce nel nulla. Adesso si scopre che quella sera Antonella incontrò i suoi assassini, Felice Motta e Massimo Guzzardi, da ieri in carcere su richiesta del sostituto procuratore di Caltagirone, Assennato. Per la ragazza doveva trattarsi di qualcosa di più di un incontro galante. In una zona periferi¬ ca uno dei due giovani contadini, Felice Motta, comincia a fare l'amore con la ragazza. Lei si lascia andare. Finito di fare l'amore, impaurita chiede al ragazzo: ((Adesso, dopo quello che è successo, mi devi sposare». Per Antonella quelle parole sono la sua sentenza di condanna. Felice Motta va su tutte le furie e comincia a percuotere la ragazza, chiede aiuto all'amico Massimo. Per fare capire quali fossero le loro reali intenzioni, i due violentano Antonella. La ragazza cerca di difendersi dando pugni e calci. Grida, ma a quell'ora nessuno la sente. Motta e Guzzardi cercano quindi di strangolarla con un fazzoletto ma non ci riescono, poi prendono il crick della macchina e cominciano a sferrare colpi violenti alla testa di Antonella. In pochi secondi le fracassano il cranio. Davanti ad un lago di sangue i due giovani non perdono la testa. Si comportano da perfetti criminali: per non lasciare alcuna traccia del delitto bruciano il corpo della ragazza, lo nascondono in un sacchetto di plastica e lo buttano nel torrente di un paese vicino. I genitori aspettano due giorni prima di denunciarne la scomparsa. Le mille ipotesi che si fanno sulla fine misteriosa della ragazza cadono una ad una con i giorni che passano. A distanza di mesi c'è chi si ricorda degli strani movimenti di Massimo Guzzardi la sera in cui Antonella scomparve. Il ragazzo viene ascoltato dapprima come semplice testimone. Davanti alle domande degli agenti del commissariato di Caltagirone, Massimo prima nega di conoscere particolari sulla vicenda; il rimorso e gli interrogatori incalzanti, però, lo fanno crollare subito dopo. «Io e Felice Motta abbiamo ucciso quella ragazza. L'abbiamo fatto perché lei aveva chiesto' al mio amico di sposarla dopo avere fatto l'amore». I due si trovano da ieri in carcere. Vigili del fuoco e sommozzatori stanno scandagliando il torrente dov'è sepolto quel che resta di Antonella. Nicola Savoca
Luoghi citati: Caltagirone, Catania
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