Preso il boss che uccise Lima e libero Grassi
11 Cangemi catturato mentre lasciava Palermo Preso il boss che uccise Lima e libero Grassi Killer anche di Dalla Chiesa e Pio La Torre Corleone, c'è «piazza Falcone e Borsellino» PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Salvatore Cangemi, 51 anni, boss di prima grandezza indicato come il successore di Pippo Calò nella cupola mafiosa, è stato catturato a Palermo dai carabinieri. L'hanno intercettato in auto ieri mattina alle 5. Non ha neppure accennato a resistere. Ha provato a bluffare, negando di essere proprio lui, il ricercato. «Ma no, via è lei, non ci sbagliamo», gli ha obiettato uno dei carabinieri impegnati da molte ore nell'operazione che ha portato alla cattura riuscita anche per l'impiego di microspie piazzate a sua insaputa in alloggi di persone che erano in contatto con lui. Cangemi, condannato a 6 anni di reclusione per associazione mafiosa nell'appello del terzo maxi processo alle cosche, è sospettato di numerosi omicidi, fra i quali quelli di Carlo Alberto Dalla Chiesa, dell'industriale tessile Libero Grassi che si rifiutò di pagare il racket delle estorsioni, di Giovan Battista Bontade fratello dell'allora capo della mafia di Palermo, Stefano, ucciso a sua volta nel 1981. Ma l'elenco delle vittime attribuite a Cangemi prosegue: l'eurodeputato de Salvo Lima, il segretario regionale del pei Pio La Torre, Agostino Marino Mannoia fratello del pentito Francesco, l'anziano boss di Bagheria Antonio Mineo, Mario Prestifilippo che con lui e Pino Greco detto Scarpazzedda (vittima della lupara bianca) e altri avrebbe costituito uno spietato gruppo di fuoco, i fratelli Vincenzo e Pietro Puccio, Pietro Messicati Vitale. Da quando nell'ottobre scorso fu firmata l'ordinanza di custodia cautelare contro 23 boss e gregari accusati di concorso nel delitto Lima, Cangemi era definitivamente scomparso dalla circolazione. Per evitare di essere riconosciuto, si era fatto crescere folti baffi che in effetti avevano parecchio mutato il suo aspetto ma che ieri mattina non hanno ingannato i carabinieri che avevano ben impressi nella mente i suoi tratti somatici. La cattura è avvenuta molto probabilmente a poche ore dal tentativo del boss di lasciare Palermo. Cangemi sentiva che il cerchio gli si stava stringendo attorno. Questa circostanza viene ritenuta in effetti «molto probabile» dai carabinieri del gruppo Palermo 1 che hanno agito agli ordini del tenente colonnello Armando Merenda. Nella zona di corso Calatafimi e viale Regione Siciliana dove Cangemi è stato intercettato, era stato ricercato a lungo prima della cattura anche Totò Riina. Infine, nella generale voglia di cambiamento, da segnalare che a Corleone, il paese del boss di Cosa Nostra Totò Riina e di tanti altri mafiosi di spicco (da Liggio a Provenzano a Bagarella), la piazza principale non è più intitolata al re Vittorio Emanuele III, ma a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Antonio Ravidà
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