In Cina più maschi che femmine: colpa dell'ecografia di Fernando Mezzetti

Le legge permette un solo figlio per ogni famiglia. Il fatto che non sia un bimbo viene considerato una sciagura PECHINO Le legge permette un solo figlio per ogni famiglia. Il fatto che non sia un bimbo viene considerato una sciagura In Cina più maschi che femmine; colpa dell'ecografia Molte coppie quando scoprono di attendere una bambina preferiscono abortire La tecnologia in medicina sta favorendo in Cina antiche discriminazioni contro la donna. Il severo controllo delle nascite in atto dalla fine degli Anni Settanta permette un solo figlio per coppia, e poiché per radicati pregiudizi si preferisce il maschio in molti casi le femminucce finora venivano uccise appena nate. Ma l'arrivo di tecnologia avanzata in una Cina in tumultuoso sviluppo permette soluzioni più sofisticate: grazie all'ecografia con cui si può accertare il sesso del nascituro, ci si sbarazza della femminuccia con l'aborto, e si riprova finché si ha il maschio. In un Paese dalle strutture sanitarie ancora al minimo salvo che nelle grandi città, gli ecografi stanno avendo una diffusione vertiginosa. Non c'è villaggio che non ne voglia uno, anche se non ha ospedale. Avendo realizzato i primi ecografi una decina d'anni fa, la Cina ne produce ora diecimila all'anno e ne importa duemila ogni anno. In tutto il Paese dovrebbero esservene più di centomila, ma la richiesta è incessante. Il risultato di questo innovativo uso dell'ecografia è che il Paese più popolato del mondo un miliardo e 170 milioni - si avvia ad essere quasi di soli uomini, senza zitelle. Secondo una ricerca ufficiale, l'anno scorso sono venuti al mondo 118 maschi ogni cento femmine. In genere, indipendentemente da razza o livello di sviluppo economico, si hanno 105 femmine ogni cento maschi. Ciò vuol dire che in Cina ogni anno si hanno circa due milioni di maschi in più, i quali, tra vent'anni, non troveranno moglie. Alla lunga, sarà per le donne una rivincita su discriminazioni secolari. Per la mentalità tradizionale ancora forte nelle campagne, acuita dalla ferrea politica di un solo figlio, avere la femmina è poco meno che una sciagura. Non assicura la discendenza, sul lavoro nei campi non rende come il maschio, sposandosi va a vivere con la famiglia del marito e i genitori restano soli, senza che lei possa provvedere al loro mantenimento. Agli aborti decisi sulla base dell'ecografìa - comunque rischiosi per la donna perché il sesso del feto lo si può verificare solo al quarto mese - si aggiungono le stragi delle innocenti dove gli ecografi non sono disponibili. In molti casi, la neonata viene uccisa. O lasciata morire, senza alcuna cura o attenzione al primo raffreddore o disturbo, per riavere il «diritto alla quota», sperando nel maschio. Queste stragi silenziose emergono dai censimenti. Quello del 1990 aveva rilevato 93,8 femmine ogni 100 maschi; nel 1982, le donne erano 94,1 ogni cento maschi. La normalità, come s'è detto, dovrebbe essere di 105 femmine ogni cento maschi. In più, secondo i demografi la mortalità infantile è in genere più alta tra i maschi. In Paesi in via di sviluppo ma senza discriminazioni, muoiono 130 maschietti ogni cento femminucce. In Cina solo 112 bambini muoiono ogni cento bambine. Ciò vuol dire che ogni anno scompaiono milioni di bambine, appena nate o lasciate morire poco dopo. Il regime vanta grandi successi nel controllo demografico, ottenuti con metodi severi, e denunciati da più parti: per chi ha già avuto la sua «quota» di figlio, maschio o femmina che sia, si va dall'aborto alla sterilizzazione forzati. Con l'ecografia, si ha uno spontaneo, diciamo così, grande balzo in avanti. Non più stragi di neonate, ma aborti a ripetizione finché arriva il maschio. Che poi non troverà uno straccio di moglie. Fernando Mezzetti Una bambina cinese

Luoghi citati: Cina