Il Nicaragua torna in fiamme

Sandinisti o fedeli di un colonnello ribelle? Il governo tratta Sandinisti o fedeli di un colonnello ribelle? Il governo tratta Il Nicaragua torna in fiamme Guerriglieri assaltano una città, strage MANAGUA. Venti morti e circa cento feriti. E' questo il bilancio della scia di terrore lasciata da gruppi armati mercoledì sera nella città nicaraguense di Esteli. Si è temuto il ritorno dei sandinisti. Secondo i primi notiziari di radio Sandino, gli scontri sono iniziati quando un commando di uomini armati ha attaccato il centro della città. I guerriglieri hanno assaltato e rapinato due banche, poi hanno ingaggiato una sparatoria con la polizia che è proseguita per tutta la notte. Ieri mattina, poi, la svolta. I guerriglieri, improvvisamente, si sono ritirati sfuggendo all'accerchiamento di polizia ed esercito che, con oltre duemila uomini, carri armati, ed elicotteri avevano praticamente preso d'assedio la città. La decisione del ritiro era stata presa dal capo del commando, l'ex maggiore dell'esercito popolare sandinista Victor Manuel Gallegos, soprannominato «Pedrito l'honduregno». Il fantasma sandinista, dunque, sembrava essersi aggirato veramente. In realtà, invece, il «Fronte sandinista di liberazione nazionale» (Fsln), estromesso dal potere dalla vittoria elettorale di Violeta Chamorro nel 1990 ma che detiene ancora il controllo dell'esercito, ha disconosciuto i ribelli, «indipendentemente dalla bandiera po- litica alla quale abbiano preteso di appellarsi». Non si è trattato di un'offensiva sandinista, dunque. Gli insorti, 150 uomini circa, fanno parte di un nuovo fronte di ribellione che si è formato intorno a Gallegos, quel «Pedrito» detto l'«Honduregno» perchè originario dell'Honduras. La nuova fronda si chiama «Fronte rivoluzionario di operai e contadini» (Froc), e rivendica l'azione armata contro l'ingiustizia sociale peggiorata sotto il governo della Chamorro. In tutto, sarebbero circa 1400 persone. Sulla composizione del gruppo, comunque, ci sono ancora molti dubbi. C'è chi sostiene che nelle sue file militino ex sandinisti, altri parlano di ex guerriglieri «contras» antisandinisti. Per molti, la chiave della ribellione si deve ricavare dalla vicenda personale del loro capo, ex maggiore dell'esercito regolare del Nicaragua, congedato nel quadro delle recenti riduzioni delle forze armate. I ribelli, quindi, sarebbero ex militari che chiedono terre, crediti, lavoro e amnistia per potersi reinserire nella vita civile. In un primo momento, il governo della Chamorro ha ribadito il rifiuto a trattare, a «transigere con ex militari che, congedati negli ultimi due o tre anni per le esigenze di bilancio che hanno imposto drastiche riduzioni d'organico nelle forze armate, hanno deciso di ricorrere ad atti di violenza, nè i ribelli possono beneficiare dei più recenti provvedimenti di amnistia». Poi, nella giornata di ieri, lo stesso comandante dell'esercito nicaraguense, gen. Humberto Ortega, ha inaspettatamente offerto l'amnistia in cambio della resa. Il governo ha ceduto ai ribelli, ma solo in parte. L'offerta di amnistia, ha precisato Ortega, «non coprirà il capo dell'organizzazione autrice di questo ritorno di guerra civile». Nella battaglia di Esteli, infatti, è caduto nelle mani dei ribelli anche l'ambasciatore del Nicaragua in Honduras, Noel Rivas Gasteazoro. Il diplomatico stava attraversando la città sulla strada che lo avrebbe portato a Tegucigalpa, quando è stato bloccato dal commando del Froc. Con Rivas sono scomparsi anche la moglie e l'autista della coppia e, per ora, non si ha nessuna notizia sulla sorte dei tre ostaggi. L'emittente privata «la primerissima» di Managua, comunque, ha detto che il prezzo più alto della battaglia è stato pagato dalla popolazione civile: vittime e feriti sarebbero infatti innocenti cittadini presi in mezzo dal fuoco incrociato. Il governo di Violeta Chamorro è stato spesso criticato e la stessa Bianca Jagger, ex moglie dell'ex Rolling Stone Mick, non esclude di essere uno dei candidati alle elezioni presidenziali del 1996. La donna, che è nicaraguense, manca da circa trent'anni dal suo paese natale, e per candidarsi dovrebbe lasciare New York e il suo lavoro nel campo degli aiuti umanitari. La notizia è stata data dalla stessa signora Jagger al quotidiano londinese «The Daily Telegraph» in un'intervista raccolta in Gran Bretagna durante la riunione organizzata dall'attrice Vanessa Redgrave sulla Bosnia. Bianca Jagger lavorerebbe da tempo ad un documentario sul suo paese dal titolo «Nicaragua in transizione» nel quale risultano piuttosto sfumate le sue precedenti simpatie per il governo sandinista in carica dal 1979 al 1990. «Ho parlato con gente che appoggiava i contras e che poi si è sentita tradita. Tanti sono morti e troppi sforzi sono andati perduti» ha dichiarato. [e. st.] Svuotate le banche e sequestrato l'ambasciatore in Honduras con la moglie MAR CARAIBICO OCEANO PACIFICO A sinistra, un soldato di Managua A destra, il premier nicaraguense Violeta Chamorro