Vìtalone va dal giudice per l'omicidio Pecorelli

Cossiga contro Conso «Ha poca autorità» L'ex ministro ascoltato come teste a Roma Vìtalone va dal giudice per l'omicidio Pecorelli ROMA. L'ex senatore Claudio Vitalone è stato ascoltato come testimone dal sostituto procuratore della Repubblica di Roma, Giovanni Salvi, nel quadro della indagini sull'omicido del direttore di «OP», Mino Pecorelli, assassinato nel marzo del 1979. L'incontro a Palazzo di Giustizia - sollecitato dallo stesso ex ministro del Commercio con l'Estero - ha riguardato le dichiarazioni rese dall'imprenditore Evaristo Benedetti (nel quadro dell'inchiesta Coate) che aveva detto: «I rapporti tra i Vitalone e i Consorzi cantine italiane erano strettissimi tanto che i Vitalone erano legati a tutti i presidenti che si sono succeduti, tra cui uno dei cugini Salvo, i noti esattori siciliani». L'imprenditore aveva però aggiunto di non sapere con chi dei Salvo i Vitalone avessero avuto contatti. L'interesse di Giovanni Salvi alle dichiarazioni di Benedetti si ricollegano alla posizione dell'ex presidente del Consiglio Giulio Andreotti, nei confronti del quale la Procura di Roma ha inoltrato al Senato la richiesta di autorizzazione a procedere nell'inchiesta che lo vede «indagato» come presunto mandate dell'assassinio del direttore di «Op». Andreotti, interrogato da Salvi sui suoi rapporti con ambienti siciliani, aveva sostenuto di non aver mai conosciuto i cugini Salvo. Da qui l'interesse del magistrato ad approfondire le dichiarazioni di Benedetti su i presunti contatti tra i Vitalone e gli «esattori siciliani». Terminato l'incontro con il sostituto Salvi, l'ex ministro democristiano Claudio Vitalone ha nuovamente ribadito di non conoscere i cugini Salvo. «Non ho mai conosciuto i Salvo e non capisco come mai Benedetti dica queste cose». [Agi]

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