«Dietro Calvino c'è Robespierre» di Pierluigi Battista

«Pietro Calvino c'è Robespierre» «Pietro Calvino c'è Robespierre» Accuse a Miglio: il suo protestantesimo è da tagliateste IL RIFIUTO DELLA PIETÀ' PIETÀ' l'è morta. E Miglio invoca per l'Italia un'iniezione massiccia di «rigore calvinista». Giustizia sia, senza farla tanto lunga con la retorica della clemenza. «Il Paese ha necessità di un bagno nello spirito della Riforma», dichiara Miglio alla Stampa per spiegare i suoi giudizi sferzanti e pochissimo misericordiosi appena ritrovato il corpo senza vita di Gabriele Cagliari. E poi la seconda raffica: «L'Italia deve liberarsi dell'idea tutta cattolica che dopo tutto le questioni di soldi non sono tanto gravi e sono in fondo perdonabili». Ecco la ricetta: fare dell'Italia una grande Ginevra calvinista, cupa e rigorista, austera e inflessibile con i peccatori. Nulla meno di una dolorosa mutazione genetica, insomma, l'abbandono drastico dell'Italia corrotta ma bonacciona, indulgente con i propri vizi ma mite e comprensiva. L'Italia cattolica che si monda da ogni colpa con tre «PaterAve-Gloria». L'Italia familista e lacrimosa. L'Italia democratico- cristiana che rischia di essere inghiottita nel marasma della Prima Repubblica. Si profilano forse i tempi duri e senza pietà, aspri e poco tolleranti così come sono prefigurati nel sogno luterano di Gianfranco Miglio? Qualcosa da ridire ha Irene Pivetti, a capo della Consulta cattolica della Lega Nord. Sulla storia del calvinismo, però. Non certo, a differenza di altri leghisti dal cuore più «tenero», per i discorsi di Miglio che gli hanno fruttato l'epiteto di «barbaro» scagliato dall'Osservatore Romano. «Anch'io penso che soltanto il Padreterno può permettersi di essere misericordioso», ruggisce l'onorevole Pivetti, «e che su questa terra bisogna esigere giustizia, senza strumentalizzare la pietà per esercitarsi in un pietismo accomodante». Pietà l'è morta, appunto. Ma in nome di un cattolicesimo duro e aggressivo. Non del calvinismo invocato da Miglio. Spiega Irene Pivetti: «La mentalità córrente diffonde del cattolicesimo un'idea ;alsa: come se fosse una fede compromissoria, un brodino di buoni sentimenti. Un'immagine deformata della fede cattolica». E perché? «Perché nell'autentica identità cattolica c'è Gesù che va a prendere a legnate i mercanti nel tempio e che porta la spada nella storia. Questa è l'identità cattolica vera». E quell'altra, intrisa di bonarietà, di moralità rilassata e flessibile, il cattolicesimo dell'assoluzione e del perdono? «Questa è l'identità democristiana», risponde sarcastica la Pivetti, «inquinata dalla commistione di fede e politica: la mistura micidia¬ le che ha rammollito il Cristianesimo fino a farne una cosa repellente e senza forma». Rigore sì, ma senza scomodare Calvino e Lutero. La sortita di Miglio sorprende il cattolicissimo Vittorio Messori che ricorda come nello studio di Miglio all'Università Cattolica campeggiassero, accanto all'immagine del Sacro Cuore, i ritratti di Machiavelli e Hobbes: «Non capisco perché Miglio tiri fuori questo luogo comune tipico del laicismo e dell'azionismo secondo cui il peccato originale dell'Italia è quello di non aver avuto un Lutero». Messori continua: «Invocando ima Riforma protestante si è sempre voluto esprimere l'odio e il disprezzo per l'Italia così com'è. Volevano sradicare il cattolicesimo dall'Italia e non ce l'hanno fatta, volevano liberarla del suo retaggio cattolico ma non ce la faranno mai e men che meno ce la farà Miglio, il quale dimentica un particolare decisivo». Quale? «Che la Lega ha successo nelle zone dove più ha at¬ tecchito la Controriforma e che il tentativo di travestirsi da giacobino tagliateste, di diventare il Calvino della Brianza sta diventando sempre più grottesco». Gianni Baget Bozzo commenta invece con parole durissime l'ansia di «rigore calvinista» manifestata da Miglio: «L'Italia è il Paese del Rinascimento che ha espresso il valore della Bellezza, e la Controriforma ha ripreso questo ideale di bellezza creando con Roma una splendida città barocca». Dove vuole arrivare, Baget Bozzo? «Voglio riprendere un giudizio di Orson WeUes: l'Italia ci avrà dato pure i Borgia, ma la Svizzera ci ha dato solo l'orologio a cucù. Pensi, Miglio, al paradosso: la patria del calvinismo "rigoroso" è diventato il paradiso fiscale d'Europa. Non c'è niente da fare: per quanto corrotta sia, l'Italia è più bella di un Paese che non ha prodotto altro che banche e orologi». Pierluigi Battista Ma Pivetti (Lega) difende il professore: chiede giustizia ^ I A sin. Miglio Da destra: Pivetti e Machiavelli