«Adesso ti auguriamo di trovare un giudice che sappia ascoltarti»

«Adesso ti auguriamo di trovare un giudice che sappia ascoltarti» I DETENUTI AL MANAGER SUICIDA «Adesso ti auguriamo di trovare un giudice che sappia ascoltarti» C ARO Gabriele, abbiamo letto la tua triste ma lucida lettera, indirizzata ai tuoi cari. Noi tutti detenuti non sappiamo se il tuo messaggio colpirà la sensibilità ed il cuore dei magistrati, ma una cosa è certa: ha colpito profondamente i nostri, perché questi «signori» non hanno nessuna pietà e nessun rispetto dei valori I umani. In questi giorni le tele¬ visioni, i giornali ti hanno dedicato tantissimo spazio ed anche tantissimo rispetto per le sofferenze ed il sacrificio sostenuti nell'ultimo tuo sforzo tragico per conquistare la libertà. Sicuramente adesso davanti a te troverai un altro giudice che non si chiama De Pasquale, Di Pietro, Colombo, Ghitti, Borrelli, che non è andato in vacanza mentre tu stavi consu¬ mando il tuo ultimo respiro in una lurida cella. Questo giudice ti prenderà per mano e ti ascolterà, ti accoglierà fra le sue braccia e capirà il tuo tormento ed anche il tuo sacrificio. Per usare una tua frase noi siamo dei «cani rinchiusi in un canile», il cane rispetta ed è devoto al proprio padrone, i magistrati non hanno nessun rispetto, lasciacelo dire (certi di trovarti d'accordo) del loro padrone che è la giustizia ma usano arroganza, parzialità, potere. Nessun uomo ha diritto di cancellare la propria vita, solo Lui è autorizzato; noi tutti abbiamo capito la tua disperazione, noi compagni di diverse disavventure che possono essere ugualmente tragiche, che lottiamo giorno dopo giorno, oggi più che mai consapevoli del tuo messaggio. Noi tutti ti diciamo: grazie Gabriele, il tuo sacrificio servirà certamente a migliorare questa povera e smarrita società italiana, ne siamo certi, addio...

Persone citate: Borrelli, De Pasquale, Di Pietro, Ghitti