Ultimi giorni per la riforma di Fabio Martini

Nel pds perplessità sull'uninominale: anche in Emilia vincerebbe la Lega Nel pds perplessità sull'uninominale: anche in Emilia vincerebbe la Lega Ultimi giorni per la riforma Napolitano ai deputati: avevate un impegno ROMA. E da ieri sera sulla «piazza» di Montecitorio sono in forte rialzo le quotazioni del partito delle «elezioni subito», della resa dei conti da giocarsi in autunno. Salone dei passi perduti di Montecitorio, ore 11 del mattino: Sergio Mattarella, vicinissimo a Martinazzoli, chiacchiera con Cesare Salvi, della squadra di Occhetto, e gli fa una confidenza: «Dalla nostra assemblea costituente può uscire una sorpresa, Martinazzoli potrebbe annunciare che se non si fa la riforma elettorale, la de non ha paura di elezioni ravvicinate». E con la de di nuovo tentata dal male minore - elezioni subito, così ci togliamo il pensiero - si è improvvisamente riaccesa una grande fibrillazione: c'è eccitazione e paura tra i tanti inquisiti e ieri nel Transatlantico si sono formati molti capannelli «misti» di indagati de e psi, con Pomicino e Pillitteri nelle vesti di capipopolo. Con uno spauracchio comune: che elezioni ravvicinate, senza una «soluzione politica», aprano a molti le porte del carcere. E c'è eccitazione nei quartieri generali dei partiti perché tutti hanno capito che nelle prossime due settimane si giocherà la partita più delicata: quella per stabilire la data per le elezioni anticipate e soprattutto con quale sistema si voterà. Da ieri nei corridoi di Montecitorio ha ripreso a spirare una tentazione inconfessabile: quella di votare con il sistema proporzionale. Dice Franco Piro, deputato socialista di gran fiuto: «C'è tanta voglia di proporzionale in giro, nella de e nel pds... Sarebbe un errore tragico». Dice Diego Novelli, capogruppo della Rete, reduce con Orlando dal summit con Occhetto: «Servono elezioni al più presto: con o senza la nuova legge si restituisca ai cittadini il diritto-dovere di scegliere i propri rappresentanti». Ha detto il de Francesco D'Onofrio al¬ l'assemblea degli autoconvocati di Pannella, uniti dal terrore delle elezioni ravvicinate: «Guardate che il partito delle elezioni con la proporzionale si batte soltanto con un governo costituente che faccia le grandi riforme». E in questo clima di nuovo teso, la variabile indipendente che rende impossibile ogni calcolo è costituita dai due testi per la riforma elettorale per la Camera e per il Senato che stanno facendo la spola tra le due Camere. Le continue modifiche su entrambi i testi impongono un ping pong di cui non si vede la conclusione, al punto che ieri il presidente della Camera Napolitano ha ricordato che esiste «un impegno solennemente assunto» per la definizione delle nuove leggi elettorali entro il 5 agosto. Se entro questa data non si fosse giunti «alla loro approvazione definitiva» si dovrà vedere «quali conclusioni trarne». Napolitano, che due giorni fa si è visto con il presidente del Senato Spadolini, è intenzionato a rimettere la partita nelle mani del Presidente della Repubblica, a lui spetterebbe valutare cosa fare, quali «conclusioni» (questo è il termine impegnativo usato da Napolitano) trarre. Scalfaro, con l'accordo dei partiti, potrebbe sciogliere le Camere? Una cosa è certa: il 6 agosto, quando entrerà finalmente in vigore la legge sui poteri della commissione Bicamerale per le riforme, la materia elettorale sarà «risucchiata» dalla - commissione presieduta da Nilde lotti con un inevitabile allungamento dei tempi. E così, da ieri si è riaperto il tormentone sulla data delle elezioni. Per fare presto c'è tutta la de: il segretario, la sinistra di Rosy Bindi, ma anche il centro-destra di Casini, D'Onofrio, Mastella, Bianco. Tutti con la stessa speranza: quella di ridimensionare gli avversari. Ma la novità dell'ultima ora - di qui potrebbe sbocciare una tentazione per la proporzionale - è la grande preoccupazione che si è diffusa nel pds, dopo le elaborazioni del professor Draghi, sui risultati di eventuali elezioni col sistema maggioritario. Al Nord la Lega conquisterebbe quasi tutti i seggi, ottenendo su tutto il territorio nazionale 175200 seggi, una quota cioè tra il 25 e il 30%. Ma quel che preoccupa Botteghe Oscure è uno spauracchio tante volte evocato e ora vicino a materializzarsi: lo sfondamento del Carroccio nell'Emilia rossa. Dalle proiezioni ufficiose che si fanno al quartier generale della Quercia si danno per quasi perse Parma e Piacenza, le province di confine. Dice Piro, deputato di Bologna: «Parma e Piacenza sono già leghiste, il 7,5% preso dalla Lega a Bologna un anno fa oggi è il 20%. E alle ultime amministrative si sono accesi due campanelli d'allarme. Nella rossissima Cento il candidato del pds è stato sconfitto da un venticinquenne che ha partecipato ai quiz di Mike Bongiorno e a Cesenatico l'uomo della Quercia l'ha spuntata per 150 voti». Fabio Martini Giorgio Napolitano

Luoghi citati: Bologna, Cesenatico, Emilia, Parma, Piacenza, Roma