Il pentapartito in trincea

In Regione, sulla manovra di bilancio, si decide il futuro del governo Brizio In Regione, sulla manovra di bilancio, si decide il futuro del governo Brizio Il pentapartito in trincea Le opposizioni: «Se ne deve andare» E i missini «occupano» il Consiglio Tra oggi e martedì si gioca il futuro della maggioranza in Regione. Indebolita dalle inchieste giudiziarie e dal voto del 6 giugno che ha fatto a pezzi de e psi, il pentapartito arriva all'appuntamento più importante - la manovra di assestamento del bilancio all'ordine del giorno del Consiglio di martedì - nella peggiore delle condizioni. Le opposizioni lo sanno e sparano ad alzo zero. «Questa maggioranza se ne deve andare, non ha né i numeri, né l'autorevolezza e probabilmente neppure le idee per continuare a governare il Piemonte» hanno proclamato, ieri, all'unisono pds, rifondazione comunista, verdi e verdi sole che ride, il «fronte progressista, ambientalista e di sinistra» come si è definito con compiacimento. Mentre nella Sala Viglione, al primo piano di Palazzo Lascaris, i capigruppo del «fronte», Marengo, Chiezzi, Giuliano e Marino, sparavano contro Brizio «che per due anni ha difeso l'operato di un assessore, il socialista Maccari, arrestato e reo confesso», nel sotterraneo, nell'aula del Consiglio, i missini occupavano provocatoriamente la loro poltrona in segno di protesta per la decisione della maggioranza di non convocare l'assemblea questa settimana. Le opposizioni vedono nell'appuntamento di martedì, quando la maggioranza si giocherà sull'assestamento di bilancio la sua credibilità come forza di governo per i due anni e mezzo che mancano alle elezioni, l'occasione per far cadere Brizio. Al loro arco hanno più frecce: tra arrestati e inquisiti la maggioranza è scesa da 34 a 31 consiglieri; il socialista Tappare ha già annunciato che sul bilancio «quantomeno» si asterrà; i repubblicani scalpitano; i 2 liberali sono su fronti opposti e i socialdemocratici non stanno meglio. Per capire l'aria che tira tra gli alleati, Brizio li ha convocati tutti domani al Jet hotel di Caselle. «Ecco la prova che siamo stati presi in giro - dice il "fronte" - il Consiglio non si è potuto tenere e non si è discusso dell'avviso di garanzia al capogruppo de Picchioni, perché de e psi hanno detto di essere impegnati nelle loro assemblee di partito». «Sono stupidaggini - replica Brizio - il Consiglio, in concomitanza di assemblee di partiti, è sempre stato rinviato. Il problema è un altro: il Piemonte non può permettersi crisi al buio. Le opposizioni sono velleitarie, utilizzano strumentalmente contro la giunta l'avviso di garanzia a Picchioni. L'importante è che la maggioranza, come verificherò domani, sia responsabile e garantisca il governo del Piemonte e l'approvazione del bilancio come sollecitano le forze economiche e sociali». Beppe Minello Gian Paolo Brizio presidente della giunta regionale Giuseppe Pichetto, presidente della Federpiemonte ha scritto ai capigruppo in Regione

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