Prodi «Telecomunicazioni ai privati ma dopo il riassetto»

28 Prodi: «Telecomunicazioni ai privati ma dopo il riassetto» AAA, Ina ed Enel vendonsi // Tesoro chiede adesioni alle banche ROMA. Dopo trent'anni di nazionalizzazione l'energia elettrica, in Italia, torna privata. Questa volta sembra davvero che il dado sia stato tratto. Prima dell'Enel, però, il governo intende vendere l'Ina, la compagnia di assicurazioni valutata intorno a seimila miliardi. Per l'Enel siamo vicini ai trentamila, quindici volte il prezzo pagato, in dieci rate annuali, tra il 1963 e il 1973. Il Tesoro adesso ha fretta ed il Comitato dei saggi, presieduto dal direttore generale del ministero Mario Draghi, ha diramato una lettera chiedendo il parere, sull'operazione, ad una serie di banche d'affari, come Salomon Brothers, Morgan Stanley e J.P. Morgan, oltre che ad alcuni primari istituti di credito italiani. Le risposte (non più di dieci pagine) dovranno arrivare oggi, per quanto riguarda l'Ina e domani per l'Enel. Entro la fine del mese l'operazione dovrebbe partire. Nelle missive, in pratica, la squadra di Draghi richiede le credenziali per capire a chi dare l'incarico di collocamento sul mercato delle due aziende, dietro presentazione delle qualifiche necessarie per partecipare all'operazione. Un altro nodo non secondario da risolvere sarà quello di come far assorbire al mercato queste due aziende di cospicuo valore. Il problema si era posto negli stessi termini quando il governo Fanfani, il primo centro-sinistra, aveva deciso di avviare la nazionalizzazione, nel 1963. Sarebbe stato impossibile far digerire al mercato dei risparmiatori 1700 miliardi di obbligazioni, la somma necessaria per pagare gli azionisti di Edison, Adriatica, Sme (Società meridionale elettrica, proprio la Sme che oggi possiede aziende conserviere) e così via. Le castagne dal fuoco le aveva tolte l'allora governatore della Banca d'Italia, Guido Carli, che aveva proposto di lasciare temporaneamente le società da nazionalizzare, così com'erano, e considerarle creditrici nei confronti dello Stato che saldò il debito in dieci rate annuali. Più lunghi saranno i tempi per il settore delle telecomuni¬ cazioni. Secondo il presidente dell'Iri, Romano Prodi, «la privatizzazione della Stet deve avvenire avendo già intrapreso, con decisioni irrevocabili, il processo di riassetto». A parere di Prodi non esiste necessariamente una successione temporale rigida fra riassetto e privatizzazione, ma «è evidente che sarebbe quanto mai dannoso per l'azionista avviare un piano di dismissione delle partecipazioni pubbliche nel settore delle telecomunicazioni prima di aver dato il via alla riorganizzazione del settore». Un altro passo avanti nel riassetto delle telecomunicazioni si avrà entro la fine dell'anno con la fusione tra Sip e Italcable. «La fusione delle due società quotate in Borsa - ha detto l'amministratore delegato della Stet, Michele Tedeschi - è il primo passo del riassetto delle telecomunicazioni che porterà alla creazione di Telekom Italia, il gestore unico». Tedeschi ha però sottolineato che per rispettare i tempi è necessario che entro fine mese sia approvato il piano di riassetto. «Se riusciremo a partire il primo agosto - ha aggiunto - vorremo fare del 1994 il primo anno operativo di Telekom». Di riassetto si parla anche per l'Uva. Per questa operazione il governo pensa ad «un possibile coinvolgimento dei privati che possono intervenire in un piano di ristrutturazione che è già stato delineato e comunicato a Bruxelles». E' quello che sostiene il sottosegretario all'Industria, Rossella Artidi, che ha aggiunto: «Il governo farà le sue valutazioni e non mancherà di esporre le conclusioni in Parlamento, sul piano di risanamento dell'Ilva, appena Tiri avrà completato gli approfondimenti necessari per identificare le modalità operative ottimali concernenti sia la ristrutturazione che l'assetto societario». Artioli ha ribadito che «c'è il serio pericolo che l'azienda venga compromessa, con conseguenze sulle cessioni a privati, se ci sarà una sfasatura temporale tra l'immediata esigenza di ricapitalizzazione dell'Uva e il riassetto delle società per azioni pubbliche», [c. m.] Da sinistra Romano Prodi presidente dell'In e Biagio Agnes presidente della Stet

Luoghi citati: Bruxelles, Italia, Roma, Telekom Italia