Giugni promette: sulle pensioni taglieremo con giudizio

Giugni promette: sulle pensioni taglieremo con giudizio PREVIDENZA & ASSISTENZA Nuove proteste contro l'«esproprio» del 25% agli enti previdenziali, gli iscritti minacciano un'offensiva di scioperi Giugni promette: sulle pensioni taglieremo con giudizio Sanità, via i bollini per bambini e vecchi, forse cade la tassa sul medico di famiglia ROMA. Tagli alle pensioni per 5000 miliardi saranno inevitabili per contenere la forte dinamica della spesa, ma si farà di tutto per cercare di «renderli sopportabili». Non verranno attuati a pioggia, bensì con criteri selettivi e, soprattutto, molto meditati. Così, di fronte alla rivolta minacciata dai sindacati, il governo aggiusta il tiro su un'ulteriore stangata previdenziale e, a quanto pare, è deciso a rinviare a settembre ogni decisione per consentire ulteriori approfondimenti e verifiche. In un lungo incontro riservato con una delegazione di Cgil-CislUil, il ministro del Lavoro Giugni (che ha manifestato ieri preoccupazioni alle Commissioni bilancio di Camera e Senato) ha tentato di gettare acqua suol fuoco, precisando che le ipotesi di drastici tagli circolate in questi giorni non sono attribuibili al governo, ma a studi della ragioneria generale dello Stato. Subito dopo, però, il ministro ha confermato che si dovrà procedere sul terreno delle restrizioni, cercando di non colpire in modo indiscriminato e di individuare con i sindacati le «terapie meno insopportabili». In questa logica, ha escluso senz'altro la possibilità di ridurre i rendimenti delle pensioni dal 2% all'1,75% per ogni anno di contribuzione al fine di evitare una flessione generalizzata del valore dei trattamenti. Ed avrebbe anche giudicato difficilmente praticabile la strada dei disincentivi tendente ad abbattere l'importo della pensione per chi la richieda prima di aver compiuto il 60° anno di età. Invece, secondo Giugni, qualcosa si deve fare nel settore delle pensioni di anzianità: mentre non si intende toccare il requisito minimo dei 35 anni per ottenere la pensione nel settore privato, si prevede un ulteriore intervento per accelerare l'avvicinamento delle pensioni-baby dei pubblici dipendenti (esigibili, a seconda dei settori, con 20 o 25 anni di contribuzione) alle regole in vigore per i lavo- ratori dell'area privata. Così pure si pensa di far slittare di un anno, dal gennaio 1994 al gennaio 1995, la quarta tranche di rivalutazione delle pensioni d'annata per un onere di almeno 3000 miliardi. La scure potrebbe anche raggiungere, in base a quanto è emerso nell'incontro ministro-sindacati, altri due versanti: le pensioni di reversibilità e le pensioni e gli assegni per l'invalidità civile. Nel campo della reversibilità (coniuge, figli ecc.) si sta vedendo se siano possibili tagli collegati al reddito familiare. In quello dell'invalidità civile (1 milione e mezzo di pensionati con una spesa annua di 16 mila miliardi) è stata avviata una attenta verifica per accertare se le pensioni e gli assegni siano destinati a persone che ne hanno, effettivamente, i requisiti necessari. Tutte le restrizioni sono state contestate da Cgil-Cisl-Uil, convinte che sia molto ingiusto continuare ad infierire su lavoratori e pensionati nel duplice settore delle pensioni e della sanità. Proprio per quel che riguarda quest'ultimo settore il ministro Mariapia Garavaglia ha annunciato ieri che per bambini ed anziani sarà introdotto un «ricettario» personale dove verranno segnate le medicine, in completa esenzione dal ticket, al posto dei bollini e delle 85 mila lire per il medico di fa¬ miglia. Intanto, cresce la protesta di 1 milione 300 mila iscritti (avvocati, notai, giornalisti, ingegneri e architetti, commercialisti, consulenti del lavoro ecc.) agli enti previdenziali autonomi che, in base al decreto-legge in corso di ratifica da parte del Parlamento, dovrebbero essere «espropriati» del 25% delle entrate contributive. Ieri sera, in un incontro a Palazzo Chigi con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Maccanico, i rappresentanti degli enti previdenziali hanno illustrato la gravissima situazione finanziaria in cui verrebbero a trovarsi se il decreto venisse applicato senza i necessari correttivi. Se il governo non correrà ai ripari, fin dall'inizio di settembre le categorie interessate apriranno una durissima offensiva a suon di scioperi e di azioni di protesta di ogni genere che avrebbero pesanti contraccolpi in ogni direzione. Gian Cario Fossi I ministro Gino Giugni

Persone citate: Gian Cario, Gino Giugni, Giugni, Maccanico, Mariapia Garavaglia

Luoghi citati: Roma