Sos per siero antivipera Dimezzate le forniture di Gianfranco Quaglia
13 Colpa della guerra nell'ex Jugoslavia Sos per siero antivipera Dimenate le forniture Ditta di Zagabria serve tutta l'Europa ma ha difficoltà a produrre la materia MILANO. La feroce guerra nella ex Jugoslavia ha messo in difficoltà anche gli istituti farmaceutici europei che confezionano i sieri antivipera. Nelle farmacie di tutta Italia i «kit» con i sieri antiofidici, pronti all'uso, sono venduti con parsimonia e in qualche caso difficili da reperire. Ma quale collegamento esiste tra la Bosnia e le vipere? Lontani i tempi in cui i viperai dell'arco alpino italiano andavano a caccia dei rettili per venderli all'Istituto sieroterapico di Milano, negli ultimi anni le case farmaceutiche europee si sono rivolte a una società di Zagabria specializzata nel realizzare i sieri e commercializzarli. La Jugoslavia è sempre stata uno dei Paesi maggior fornitori, ma lo scoppio della guerra ha interrotto non solo i collegamenti, ma anche la possibilità di produzione. Il principio attivo per la preparazione dell'antiofidico si ottiene con un procedimento non molto conosciuto: si estrae il veleno dalla vipera e lo si inocula in un animale abbastanza resistente. In Jugoslavia i ricercatori di Zagabria si sono sempre avvalsi dei cavalli: il meccanismo di reazione dei quadrupedi al veleno produce anticorpi naturali che contribuiscono in pratica a formare il principio attivo, quello che viene poi utilizzato per salvare l'uomo dall'effetto letale delle morsicature. Così inquadra il problema Maurizio Baronna, responsabile del settore commerciale della «Sciavo», l'industria farmaceutica di Siena spe- cializzata nella produzione dei sieri che poi sono venduti nelle nostre farmacie: «Già dallo scorso anno, ci siamo accorti che gli ordini non venivano più rispettati. Poi ci hanno informato che la società di Zagabria aveva dovuto interrompere l'attività per mancanza di materia prima: non di vipere, ma di cavalli da sottoporre al trattamento. Così si è interrotto il canale di approvvigionamento e abbiamo dovuto ricorrere ai fondi di magazzini». Non vanno molto meglio le cose quest'anno. La «banca dei sieri» di Zagabria ha riaperto i battenti, ma la produzione procede a rilento. I principi attivi arrivano in Italia e nel resto d'Europa con il contagocce, trovando impreparate le case farmaceutiche abituate a rifornimenti costanti. Il risultato è che nei punti di vendita al pubblico il siero antiofidico si trova, ma non sempre. E in qualche farmacia le scorte sono al lumicino: il primo rifornimento è avvenuto all'inizio di luglio, un altro avverrà a metà agosto. Nelle scorse estati erano messe in commercio circa 75 mila dosi; quest'anno soltanto 40 mila. Insomma, una disponibilità del 33 per cento, rispetto ai periodi normali. In Italia la presenza della vipera è segnalata in almeno 3400 comuni di montagna. Ogni anno sono circa un centinaio le persone morsicate, ma i decessi sono rarissimi proprio grazie all'azione del siero antiofidico. Gianfranco Quaglia
Persone citate: Maurizio Baronna
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