Del Turco battezza il suo «nuovo psi» di Flavia Amabile

Del Turco battezza il suo «nuovo psi» L'assemblea fischia Josi, fedelissimo di Craxi Del Turco battezza il suo «nuovo psi» ROMA. «Voglio parlare!» Dalla platea arriva una voce. E' quella di Luca Josi, segretario del movimento giovanile socialista, ma per il migliaio di persone presenti è come se a chiedere di intervenire fosse stato Bettino Craxi in persona. Perché tutti sanno che Josi dell'ex segretario è uno dei fedelissimi. Così quando si leva la sua protesta alla decisione dell'assemblea del psi di cancellare gli ultimi interventi per problemi di tempo, per un momento il panico si diffonde nella sala. Ottaviano Del Turco, nuovo segretario del partito, ha uno scatto d'ira. Prende da parte Josi e gli sussurra: «Ci sono voluti cinquanta giorni per preparare quest'assemblea: se pensi di fare una provocazione ti prendo a schiaffi davanti a tutti». Josi incassa la minaccia e, scortato da > alcuni giovani socialisti, sale sul palco. Inizia il suo intervento. Del Turco, scuro in volto, appoggia le mani sulla fronte. Gino Giugni, il presidente, fissa Josi come se da un momento all'altro temesse di vederne uscire Craxi. Ma i timori si dissolvono presto. «L'Italia è in svendita», esordisce Josi e su di lui si abbatte una pioggia di fischi e contestazioni. Per strappare qualche consenso Josi deve far appello al tema Tangentopoli, ma nemmeno questo gli risparmia l'assalto finale, una volta%ceso dal palco. «E' il tuo amico che ti paga!», gli urlano e Josi reagisce. Allunga il braccio e con due dita della mano destra afferra il naso dell'uomo che gli si è avvicinato. E' un momento difficile, l'assemblea rischia di trasformarsi in una rissa. Invece, la situazione torna sotto controllo. Josi esce dalla sala, e Enrico Boselli, coordinatore e numero due del partito, prende la parola per le conclusioni. Alla fine, dunque, è il psi di Del Turco ad avere la meglio. Ed è Del Turco stesso a sottolinearlo. «Torno a via del Corso sapendo di essere segretario di un partito che c'è». Ecco quel Ottaviano Del T urco che conta per lui, al di là delle effervescenze di Josi, al di là degli applausi ottenuti da Intini due giorni fa. «Ora so che si sta ragionando di politica», aggiunge. Il successo, dunque, è essere riuscito a «ragionare di politica». Il merito è nella proposta che Del Turco ha avanzato in apertura, quella di Mario Segni come premier, un elemento di dibattito che gli ha causato non pochi attacchi. Ma il segretario ne è soddisfattissimo lo stesso. «Era necessario - spiega - fare una proposta politica. Io ho preferito correre il rischio delle critiche, mi pare, però, di aver colto l'attenzione generale. Se avessi dovuto fare io una gerarchia di nomi sui leader privilegiati ne avrei fatti di altri. Ma io devo fare i conti con la realtà e con chi oggi è il leader del pds, della de e di Alleanza democratica. E' con loro che devo dialogare. Perché, lo torno a ripetere, Alleanza democratica è il soggetto con il quale il dialogo sarà più stretto, perché è a noi più affine. Ma io non considero né il pds, né la de come avversari, ma come interlocutori e come compagni di viaggio». Dopodiché Del Turco si infila in auto e va via lasciandosi dietro Bettino Craxi, i suoi fedelissimi e il vecchio psi. «Qui ed ora nasce il nuovo psi», aveva annunciato qualche minuto prima Boselli nel concludere la riunione. Ed erano scrosciati gli applausi. Tanti, forti, convinti, ma non per questo meno infidi per il nuovo segretario. Perché proprio Enrico Boselli, che qualche mese fa era stato ad un passo dalla segreteria, nel sentirsi tributare tanto consenso, come ha poi confidato a Nino Neri, ex capo ufficio stampa del partito socialista, non ha potuto fare a meno di pensare: «chissà, se non fosse stato per quel mio intervento alla riunione dei quarantenni, forse oggi il segretario sarei stato io...». Flavia Amabile Ottaviano Del Turco

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