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SULL'ULTIMA FRONTIERA DEL TURISMO CONFRONTO ITALIA-FRANCIA SULL'ULTIMA FRONTIERA DEL TURISMO CHI vuol capire che cos'è che non va nel turismo italiano deve salire, dopo il tramonto, al bellissimo paesino ligure di Mortola Superiore, situato quasi esattamente sul confine franco-italiano. Guardando verso destra, potrà osservare la Costa Azzurra pullulante di luci, con l'illuminazione pubblica abbondante ed uniforme, le sagome dei monumenti rischiarate con buon gusto, il traffico distribuito su tre strade costiere a diversa altezza; guardando verso sinistra, la costa italiana gli apparirà avara di luci, e quindi d'aspetto più misero, con il traffico congestionato, costretto su un'unica strada litoranea, la via Aurelia, dal percorso quasi immutato dal tempo dei romani. Il contrasto sarà ancora più stridente se, il mattino seguente, il nostro osservatore scenderà verso il mare, al posto di frontiera di Ponte San Ludovico: dalla parte francese la spiaggia è libera, attrezzata con docce gratuite e controllata da un bagnino in servizio pubblico. Dal lato italiano, l'unica doccia appartiene ad uno stabilimento balneare ed è usufruibile dietro il pagamento di un biglietto che costa 4 mila lire e dà diritto ad accedere ai servizi dello stabilimento stesso (al quale bisogna aggiungere l'eventuale affitto di ombrellone e sedie a sdraio). Se, per caso, questa visita avviene di domenica pomeriggio, si scopre che il piccolo supermercato italiano di confine è chiuso e che, per fare acquisti dal lato dell'Italia, bisogna percorrere diversi chilometri. In Francia, bastano 500 metri. Ciò non vuol dire che in Italia tutto vada male: in realtà, si è fatto molto per il turismo e gli inconvenienti così evidenti a questo valico di frontiera non sono certo generalizzabili. Quanto si è fatto, però, non ha dato risultati paragonabili a quelli di altri Paesi che sono tra i nostri principali concorren- Mario Deaglio CONTINUA A PAG. 2 PRIMA COLONNA