Costo lavoro hanno vinto i sì di Enzo Bacarani
Solo la metà ha partecipato alla consultazione sull'accordo del 3 luglio Solo la metà ha partecipato alla consultazione sull'accordo del 3 luglio Costo lavoro, hanno vinto i sì Consenso nei settori meccanico, edile, trasporti, tessile, postelegrafonico Successo dei no negli enti locali, tra i bancari e i dipendenti universitari «Un giudizio positivo, senza enfasi». Cgil, Cisl e Uil di Torino commentano così la consultazione sull'intesa che riguarda il costo del lavoro. La percentuale dei consensi è risicata (56,47%) e quella dei no sfiora il 40 per cento, ma c'è un altro dato che dovrebbe far riflettere ed è il nonvoto: 47,8% di non partecipazione e 3,68% di bianche e nulle. In base a queste cifre, non sono ovviamente trionfalistici i toni dei sindacalisti torinesi. Cgil, Cisl e Uil devono fare i conti con una crisi delle imprese che inevitabilmente si ripercuote sul mondo del lavoro e che vede liste di mobilità sempre più lunghe e aumento delle ore di cassa integrazione. Terreno fertile per la protesta e per il no. Un no giustificato, secondo la minoranza della Cgil «Essere sindacato», da un'intesa che di fatto cancella le conquiste sindacali degli anni passati. Un no aumentato, secondo Cgil-Cisl-Uil, dalla presentazione faziosamente negativa dell'accordo di alcuni rappresentanti della minoranza nelle assemblee. . • La contraddizione interna alla Cgil dovrà comunque trovare uno sbocco: lo ha ribadito ieri Emanuele Persio, segretario della Camera del lavoro: «Un congresso anticipato della Cgil non guasterebbe, ma l'errore della minoranza è stato di aver mescolato la dialettica interna con l'intesa sul costo del lavoro». Al- l'interno della Cgil, i nodi verranno al pettine in autunno ma già ora Giancarlo Guiati, segretario aggiunto Cgil Piemonte, getta un sasso: «La minoranza ha fatto del vittùnismo fuori luogo. In realtà ci sono problemi interni a "Essere sindacato", per esempio, chi farà il capo della minoranza?» Ad ogni modo il giudizio sul voto di Cgil, Cisl e Uil è positivo. Dice Tom De Alessandri, segretario cittadino Cisl: «Siamo riusciti a fare una discussione ampia con 400 assemblee su una materia complicata. Sull'esito delle consultazioni ha pesato un malessere generale che c'è nel Paese». Amedeo Croce, leader della Uil: «Il problema della nonpartecipazione non è nuovo, ma con questo accordo noi ora abbiamo la possibilità di andare al rinnovo dei contratti di lavoro del pubblico impiego». Uno sguardo ai dati pressoché definitivi: il no ha vinto tra i bancari (52,98%), i dipendenti dell'Università (81,06%), del settore energia (58,23%). I sì hanno vinto tra i meccanici (57,75%), il commercio (75%), i chimici (59,50%), gli edili (91,47%), i trasporti (49,85), i postelegrafonici (77,78), gli alimentaristi (79,13), i poligrafici (63,85), i tessili (71,24). Un discorso a parte merita la funzione pubblica: in Piemonte hanno vinto i sì (69%), nel comprensorio di Torino hanno vinto i no (60%). «Sull'esito torinese - afferma Claudio Porchia, segretario generale Cgil-Funzione Pubblica possono aver influito malumori per il ventilato blocco dei contratti e un generico voto di protesta che ha coinvolto parte dei sindacati confederali». Ieri le segreterie di Cisl e Uil del settore statale hanno inviato una lettera alla Cgil-Funzione pubblica in cui denunciano «il clima di scorrettezze e di tensione determinato dalla corrente "Essere sindacato" durante le consultazioni». Enzo Bacarani Amedeo Croce, leader della Uil
Persone citate: Amedeo Croce, Claudio Porchia, Emanuele Persio, Giancarlo Guiati, Tom De Alessandri
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