Delle Alpi tra misteri e mazzette

Interrogato in procura il presidente dell'Acqua Marcia Vincenzo Romagnoli Interrogato in procura il presidente dell'Acqua Marcia Vincenzo Romagnoli Delle Alpi tra misteri e mazzette / rapporti con la Dominion attraverso il San Paolo Finanziamento di 40 miliardi e cambiali in garanzia Torna alla ribalta della Procura lo stadio Delle Alpi. Ieri il procuratore aggiunto Marcello Maddalena e il sostituto procuratore Vittorio Corsi hanno sentito come teste - il costruttore Vincenzo Romagnoli, 57 anni, presidente della società Acqua Marcia, concessionaria dell'opera. L'inchiesta sulle presunte irregolarità nell'assegnazione dell'appalto per il nuovo stadio, costruito tra mille polemiche in occasione dei Mondiali di calcio del '90, riprende così quota, dopo il primo giro di interrogatori avviati nello scorso aprile. Allora erano stati sentiti dai magistrati alcuni ex assessori del Comune di Torino, componenti della commissione aggiudicatrice: l'avvocato Andrea Galasso (de, ex assessore al Legale e all'Urbanistica) e la socialista Elda Tessore (già assessore allo Sport nella giunta Cardetti). Venne sentito anche il missino Ugo Martinat, il cui voto fu decisivo per l'assegnazione dell'appalto all'Acqua Marcia, un appalto per il quale concorrevano anche la Fiat Impresit, la Recchi, la Rozzi e la Borini (che dopo l'esclusione presentò un esposto al Tar, poi ritirato). Uno stadio pieno di misteri, definito ieri da Romagnoli come «uno dei peggiori affari della mia vita». Dal colloquio che ha avuto con il magistrato è trapelato anche un riferimento all'affaire Dominion, la finanziaria di Roberto Caprioglio fallita nel dicembre del '91 con un crack di oltre cento miliardi. Una vicenda di cui si occupa anche la magistratura penale - il sostituto procuratore Ugo De Crescenzo con un'inchiesta a tutto campo, dai titoli a riporto per cento miliardi dati dalla banca Dumenil Leblé (controllata dal gruppo De Benedetti) a Caprioglio e non restituiti, sino alla gestione della Banca di Girgenti, che Caprioglio aveva rilevato con un socio. Ieri Romagnoli ha spiegato i suoi rapporti con la Dominion Trust Corporation Italia: la finanziaria - attraverso l'intermediazione dell'Istituto San Paolo di Torino - finanziò l'Acqua Marcia con circa 40 miliardi. E quando la Dominion venne dichiarata fallita dai giudici della sesta sezione del Tribunale di Torino, l'Acqua Marcia - ha detto Romagnoli - «si insinuò nel fallimento perché Dominion non aveva restituito quanto ci doveva». La finanziaria di Caprioglio avrebbe utilizzato indebitamente «commercial papers» e «promissory notes», specie di cambiali che Romagnoli aveva dato in garanzia per il prestito. L'inchiesta procederà con nuovi interrogatori e si salderà a quella sul crack della finanziaria. Vincenzo Romagnoli era già stato interrogato più volte a Milano dai magistrati di Mani pulite. Le sue dichiarazioni compaiono nelle 18 pagine di un avviso di garanzia inviato a Bettino Craxi nel dicembre scorso (ricettazione, finanziamento illecito ai partiti, concorso in corruzione). Erano le confessioni di imprenditori che avevano detto di aver finanziato per miliardi il psi nazionale. Tre giorni fa Romagnoli ha ammesso davanti ai magistrati romani di aver dovuto pagare qualche «bustarella» per salvare dai fallimento il suo gruppo. «Le nostre difficoltà - ha dichiarato - sono nate dal fatto che molti progetti sono stati bloccati dagli interessi venali di funzionari e professionisti. Abbiamo, lo ammetto, ceduto a qualche modesta richiesta economica, ma non è stato sufficiente per fare decollare le nostre iniziative». L'Acqua Marcia si trova ora in gravi difficoltà economiche, si parla di debiti per centinaia di miliardi. Nel suo piano di risanamento, Romagnoli aveva indicato all'attivo la possibilità di cedere per 130 miliardi la gestione trentennale dello stadio di Torino. L'allora commissario prefettizio Malpica aveva risposto che questa possibilità non era contemplata dal contratto. E nel frattempo va avanti l'arbitrato tra Comune e Acqua Marcia sul prezzo dell'opera. A suo tempo Romagnoli aveva rivendicato costi di oltre 200 miliardi, a fronte di- un appalto per sessanta, in cui il Comune si è impegnato a pagarne trenta. Brunella Giovara In alto da sinistra Vincenzo Romagnol e Daniele Cantore A fianco Rolando Picchioni

Luoghi citati: Comune Di Torino, Milano, San Paolo, Torino