Mondonico è già emergenza di Claudio Giacchino

«Il Diavolo avrà paura dell'Inter» L'allenatore granata preoccupato per le assenze di Aguilera e Francescoli Mondonico, è già emergenza «Da Osio tanti assist per Silenzi e Poggi» VIGO PI FASSA DAL NOSTRO INVIATO Emiliano Mondonico, ecco la vera star del Toro. Di tutta la truppa granata il tecnico è il più assediato da curiosità, stima e simpatie popolari. Nelle tregue concesse dalla pioggia non fa in tempo a mettere piede fuori dal lussuoso hotel di Vigo di Fassa che subito viene avvicinato da tifosi e villeggianti. Così, ecco un'attempata coppia stringergli la mano e augurargli un anno di vittorie «sa, noi siamo di Cremona»; ecco un giovanotto di fede fiorentina bloccarlo per invitarlo «il 22 agosto alla festa del nostro club di sostenitori, il Settebello, di cui lei, mister, è socio onorario»; ecco marito e moglie parmigiani informarsi «vanno bene le cose?» e ricevere la risposta divertita: «A perfezione, dopo appena un giorno di ritiro vanno sempre a gonfie vele». Già, il difficile deve venire. Comincerà tra un mese esatto, a Washington, contro il Milan in Supercoppa. «Per il Toro nulla è mai facile, dovremo soffrire tutto l'anno. Questa pioggia e questo freddo sono un buon allenamento alla sofferenza». Senza Aguilera e Francescoli, che le qualificazioni a Usa '94 dell'Uruguay terranno lontani sino alla fine di settembre, sarà ancora più dura. Come pensa di ovviare a tali pesanti assenze? Il Mondo ha le idee ben chiare: Osio in fascia a crossare per la testa di Silenzi e la rapacità opportunistica di Poggi. Ovviamente si guarda bene dal dirlo e rimane alquanto nel vago. Piuttosto, forse perché è molto in là nel tempo, lascia intuire il Torino di quando i ranghi saranno completi: squadra fondata su Francescoli regista e Osio tornante. Per il mister, l'uruguaiano che per tre anni ha incantato Cagliari «sarà il nostro uomo chiave, colui che fa la differenza, il cardine del gioco. Quanto "ad Osio, dobbiamo scoprire qual è la sua duttilità come giocatore di fascia. Lo stesso dicasi di Carbone, sono davvero curioso di vedere come e quanto può rendere in posizione decentrata. Quanto alle assenze dei sudamericani, dovrebbero rappresentare un grosso stimolo a far bene, proprio a cominciare da Carbone, Poggi, Silenzi. Non potevano sognare un'occasione più ghiotta per conquistare un posto da titolare, guai a loro se non daranno il massimo in questi due mesi in cui il duo uruguaiano è fuori concorrenza». Silenzi non è lo specchio dell'entusiasmo, ha già detto che non vuole più vivere una stagio¬ ne in panchina. «Dipende soltanto da lui. Insomma, la fortuna di un allenatore è fatta dai giocatori: volete, dunque, che lasci fuori chi può solo giovarmi? Non ho vocazione all'autolesionismo». Beh, ci sono i cosiddetti intoccabili, quelli che non escono mai. malgrado combinino pochino. Aguilera, ad esempio, ha attraversato momenti desolanti, e nemmeno brevi, eppure è sempre stato titolare. Da quest'orecchio l'Emiliano non ci sente, assicura che «qui d'intoccabili non. ne esistono, tranne Fusi: il capitano è l'unico indispensabile' perché l'organico non prevede' un'alternativa che garantisca la stessa esperienza e rendimento del libero. Attenzione, però, per tutti gli altri ruoli l'alternativa esiste eccome. A volte, disponiamo più d'una. Ad esempio, Sergio. La sua fascia sarà occupata da Jarni, Raffaele potrebbe mettersi in concorrenza per quella di destra». Con Sordo e Mussi. Però, in difesa non c'è da scialare, per i veri marcatori, Arnioni e Gregucci, c'è solo un ricambio: Delti Carri, che, seppur arricchito dall'esperiena di un campionato di B con la Lucchese, rimane un'incognita. Per giunta, Gregucci è reduce da un campionato negativo, la pubalgia l'aveva emarginato dalla Lazio. Mondonico offre smorfie di disappunto: «M'accontento d'avere il Gregucci che ho sempre affrontato d'avversario». Il discorso scivola sulla Supercoppa: «Abbiamo il 20 per cento di probabilità di conquistarla», sulla difesa della Coppa Italia «assai ardua, al terzo turno troveremo il Milan, assurdo che il detentore del trofeo debba scontrarsi già nei quarti con i campioni d'Italia», sulla Coppa Coppe «il traguardo meno difficile da centrare. Di sicuro, meno impegnativo della zona Uefa». Un'estate fa disse la stessa cosa della Coppa Italia, che poi vinse. Chissà che l'Emiliano non sia buon profeta anche stavolta. Claudio Giacchino Gregucci. «Chi lo critica si accorgerà quanto vale» dice di lui Mondonico