«Sequestrato per sbaglio» Una bugia
Giovane di Novara Giovane di Novara «Sequestrato per sbaglio» Una bugia NOVARA. Tutto inventato. Massimo Omarini, lo studente di Cressa «rapito per sbaglio» ha messo in scena il suo sequestro per evitare la visita di leva, anticamera della naja. Per due giorni ha girovagato tra la spiaggia e i locali di Rimini poi, quando ha finito le 120 mila lire che aveva in tasca, ha architettato la sua liberazione. Da una cabina telefonica di Milano ha chiamato il 113: «Sono stato rapito e mi sono liberato. Venite a prendermi». La sua verità ha resistito cinque giorni. Ieri mattina, dopo una maratona di domande e sopralluoghi è crollato. Massimo, 18 anni da poco compiuti, non è stato in grado di collaborare con polizia e carabinieri alla realizzazione dei fotofit dei tre fantomatici sequestratori che poco dopo le 14 di lunedì scorso lo avrebbero catturato in via Rosmini a Borgomanero, una strada in centro e molto trafficata. Qui lo studente ha abbandonato il motorino. Poi, a piedi, si è diretto in stazione. Ha preso il primo treno per Milano ed ha raggiunto la capitale delle «notti brave». Massimo Omarini è figlio di un'impiegato dell'Agusta di Vergiate e di un'operaia in una rubinetteria di Suno, gente che non può permettersi di pagare riscatti. Così, per rendere la storia credibile, ha dovuto simulare un rapimento con errore di persona. Ha scelto il suo migliore amico, Mirko Molli, biondo come lui, minuto, figlio di un autotrasportatore della zona. E' proprio a Mirko che Massimo ha gettato la prima esca. Lunedì scorso dopo pranzo è andato a trovarlo e gli ha chiesto di fotocopiare un elenco di libri di testo. Massimo è rimasto in cortile. Appena Mirko è ricomparso con la fotocopia, l'amico ha iniziato l'opera di depistaggio: «Ho visto una macchina strana aggirarsi qui attorno». Su quell'auto ci sarebbero stati i tre distratti sequestratori che lo avrebbero fatto salire a forza più tardi. La seconda esca dopo il «rapimento». Un complice occasionale di Massimo telefona alla ditta Molli: «Abbiamo rapito Mirko». Dall'altro capo del filo lo stupore: «Ma come? E' qui accanto a me». Il rapimento con errore di persona è stato costruito, quasi alla perfezione. E i tre giorni della visita di leva stanno lentamente passando. A questo punto il diciottenne di Cressa telefona a casa: «Mamma, non volevano me. Stai tranquilla. Domani mi liberano». Adesso, Massimo rischia l'incriminazione per simulazione di reato e procurato allarme, [c. b.] Massimo Omarini
Persone citate: Massimo Omarini, Mirko Molli
Luoghi citati: Borgomanero, Cressa, Milano, Novara, Rimini, Suno
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