Cordova dai massoni ai guai di Napoli di Fulvio Milone
Il magistrato dovrà lasciare le inchieste sulle logge al centro della polemica con Cossiga Il magistrato dovrà lasciare le inchieste sulle logge al centro della polemica con Cossiga Cordova, dai massoni ai guai di Napoli // Csm lo ha nominato procuratore della città NAPOLI. Un silenzio durato tre mesi, durante i quali la procura della Repubblica di Napoli, priva di un capo, ha rischiato il collasso, squassata da polemiche, scioperi degli avvocati e carichi di lavoro immensi per i magistrati impegnati in inchieste particolarmente difficili. Ieri, dopo mille tentennamenti e discussioni, il Csm ha sciolto la riserva: Agostino Cordova è il nuovo responsabile di uno degli uffici giudiziari più delicati, quello, appunto, della procura della Repubblica. Cordova lascerà il Palazzo di giustizia di Palmi, dove lavora dall'87, appena la sua nomina sarà ratificata. Cinquantasette anni, fama da «duro», grande inquisitore delle logge massoniche e bersaglio preferito dell'ex presidente Cossiga, Cordova l'ha spuntata su due concorrenti, il presidente del tribunale di sorveglianza di Napoli, Salvatore Iovino, e il sostituto procuratore generale della corte d'appello del capoluogo campano, Giovanni Vacca. Il procuratore di Palmi ha ottenuto il voto di 22 componenti del Consiglio superiore della magi- stratura. Cinque gli astenuti: sono i «laici» Pio Marconi (psi), Giuseppe Ruggiero e Giorgio Bressani, entrambi de, e i «togati» Gaetano Santamaria e Carlo De Gregorio, della corrente «Unità per la Costituzione». Sulla nomina non hanno pesato le accuse lanciate in questi giorni contro il magistrato da Francesco Cossiga, convinto che il procuratore di Palmi abbia indagato sul suo conto all'epoca in cui il senatore a vita era Capo dello Stato, violando così le prerogative proprie del Presidente della Repubblica. Cor¬ dova, però, ha smentito: dice di non aver mai svolto indagini riservate o illecite, ma di essersi solo imbattuto in alcuni documenti di massoni che facevano il nome di Cossiga. E nella polemica intervengono anche Leoluca Orlando e Carmine Mancuso, della Rete. «Le accuse che Cossiga ha lanciato dimostrano il genere di attaccamento che l'ex Capo dello Stato aveva per la giustizia - commentano -. Una giustizia che, secondo Cossiga, doveva piegarsi davanti ai terminali del regime di cui egli era uno splendido garante». Cordova si prepara a sedere su una poltrona assai scomoda, in un Palazzo di giustizia, quello di Napoli, assediato da anni da problemi che non sembrano trovare soluzioni: insufficienza di organici, strutture fatiscenti, un'immensa mole di lavoro arretrato. Come se non bastasse, la procura della Repubblica è rimasta priva del capo dai primi di maggio, dopo il pensionamento di Vittorio Sbordone. Una situazione intollerabile, che i magistrati non hanno mancato di mettere in eviden¬ za in tutta la sua drammaticità. Appena l'altro ieri 30 sostituti di punta tra i quali Rosario Cantelmo, titolare di molte inchieste sulla Tangentopoli vesuviana, Paolo Mancuso, numero uno della Direzione distrettuale antimafia, Alfonso D'Avino, che indaga con tre colleghi sullo scandalo del dopo-terremoto, avevano firmato un documento polemico con il Csm. «L'ufficio è privo del responsabile da mesi, e da luglio è retto da due soli aggiunti uno dei quali è in ferie - hanno protestato i giudici -. In questa situazione appare incomprensibile un rinvio della nomina». Tra i primi a congratularsi con il capo della procura di Palmi sostenuto dalle componenti Md e Verdi, è un suo concorrente, Giovanni Vacca. «Cordova ha tutti i requisiti e l'esperienza per lavorare nel migliore dei modi». Molto più prudenti sono invece gli avvocati protagonisti di una dura vertenza con i magistrati. Angelo Peluso, presidente della Camera penale, avrebbe «preferito un magistrato napoletano più esperto dei fatti di competenza di que¬ sto tribunale». Ma cosa dice il diretto interessato? «Con la collaborazione dei colleghi, la lealtà nei rapporti con gli avvocati e l'appoggio della gente comune che crede nella giustizia sono certo di ottenere risultati positivi», commenta. Ma che fine faranno le inchieste complesse e delicate in corso a Palmi, a cominciare da quella sulle Logge deviate della massoneria? «Ogni risposta è prematura - ha detto Cordova -. Dipenderà dai tempi della presa di possesso del nuovo incarico, e quindi dalla durata della mia permanenza a Palmi, e da chi prenderà il mio posto». Cordova ha già presentato la sua relazione al Csm sui misteri della massoneria, con dovizia di nomi e cognomi di magistrati e altri funzionari dello Stato innescando altre polemiche. Dà fuoco alle micce perfino Lido Gelli, l'indagato numero uno. Definisce parto di «fantasia giudiziaria» l'esistenza di una «super-Loggia» segreta con 1500 aderenti, della quale Cordova è convinto. Fulvio Milone L'ufficio era vacante da tre mesi «I risultati non mancheranno» Agostino Cordova, a sinistra, da Palmi si trasferisce alla Procura di Napoli. A lato, l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga
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