Miglio: nessun motivo di pietà

Miglio: nessun motivo di pietà Miglio: nessun motivo di pietà «Sei disumano», replica il de Formigoni ROMA. «Il suicidio me lo aspettavo...», dice il senatore Gianfranco Miglio, ideologo della Lega Nord, commentando la morte di Gabriele Cagliari. E aggiunge: «Non c'è nessun motivo di pietà. L'ultima qualità da sfoderare è la pietà, non ci deve essere spazio per la pietà e la carità cristiana perché con questi sentimenti si sfugge alle proprie responsabilità». «Anzi - aggiunge l'ex professore dell'Università Cattolica di Milano - il suicidio dimostra che la pietà e la carità sono tutte balle». Miglio aggiunge poi che «questa vicenda non fa che confermare che bisogna fare pulizia totale e non indulgere in nessuna maniera. I magistrati fanno benissimo e que¬ sta vicenda dimostra che occorre accentuare la necessità di fare giustizia». Quindi l'ideologo del Carroccio torna su un concetto a lui caro: «La politica è un gioco mortale, anzi l'unico lato veramente serio della politica è il fatto che chi la fa rischia la pelle e non mi meraviglio della fine di Cagliari anche dopo il fatto che Garofano ha cominciato a vuotare il sacco. A questo punto, come già avvenuto per altri, ad esempio per l'ex segretario amministrativo psi Vincenzo Balzamo, il rischio è che tutte le polpe si scarichino su chi è morto, tanto non può più replicare. La Francia ha insegnato che molti uomini pubblici e politici, travolti dagli scandali, hanno scelto la via del suicidio e ciò è normale». Parole come coltelli. Ma che non restano affatto isolate: «Al di sopra della comprensibile emozione ch'e suscita sempre una morte - ha aggiunto l'onorevole Luigi Rossi, portavoce della Lega Nord a Montecitorio - rimane valida la necessità che la magistratura proceda decisamente per la sua strada. Il ^aese deve conoscere fino in fondo le ignobili realtà di Tangentopoli, e in questo senso sono impegnate ad agire tutte le autorità, anche le più alte». «La morte di Cagliari - conclude il leader dei parlamentari eletti nelle liste di Umberto Bossi - è quindi un fattore di compianto, sul piano umano, ma che proprio per la sua tragicità deve accelerare e non ritardare il rovesciamento del regime». Così sulla Lega è di nuovo bufera: «Le dichiarazioni del senatore Miglio e dell'onorevole Rossi relative al suicidio di Gabriele Cagliari sono vergognose, aberranti e disumane, mai nessuno nella storia, tranne i dittatori alla Hitler e Stalin, ha mai nutrito così profondo disprezzo per l'uomo e i suoi diritti più elementari», dice l'europarlamentare Roberto Formigoni,-ex leader del Movimento popolare. Sulle dichiarazioni dei due parlamentari legisti è intervenuto anche il presidente dei senatori socialisti, il professor Gennaro Acquaviva, che, in un comunicato, spiega: «Considerato che la cultura e la civiltà italiane hanno le fondamenta nel cristianesimo, il senatore Miglio, con la sua bieca dichia- razione sulla tragica morte di Gabriele Cagliari, ha dimostrato di essere fuori della nostra cultura e della nostra civiltà». «E passa - conclude Acquaviva - per l'ideologo di un movimento che vorrebbe il governo dell'Italia...». La polemica fra gli esponenti della Lega e le altre forze politiche è più aperta che mai. [r. int.l Gianfranco Miglio

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