Garofano, ordine di custodia di R. M.

Garofano, ardine di custodia Garofano, ardine di custodia Altre otto ore di interrogatorio Forse imminenti nuovi arresti MILANO. Cade come un macigno su Opera la notizia della morte di Gabriele Cagliari. Ma l'interrogatorio di Giuseppe Garofano, ex presidente della Montedison, non si ferma. E Garofano, come conferma il suo legale Luca Mucci, non sa ancora del suicidio dell'ex presidente dell'Eni, grande rivale ai tempi di Enimont. Per Garofano ieri altre otto ore di domande da parte di Antonio Di Pietro e Francesco Greco, ai quali si è aggiunto Gherardo Colombo, reduce dalle vacanze. Garofano è stato messo a confronto con Lorenzo Panzavolta, altro manager del gruppo Ferruzzi finito nelle maglie di «Mani Pulite». Nel pomeriggio, poi, un altro confronto, con un finanziere rimasto rigorosamente anonimo. Facile prevedere nuovi sviluppi dopo queste premesse, anche se il gip Italo Ghitti sembra aver esaurito, per ora, il suo compito. Dopo aver partecipato alla prima parte del confronto, Ghitti si è infatti limitato a firmare l'ordine di custodia cautelare per Giuseppe Garofano. Per ora, all'ex presidente di Foro Buonaparte è stato contestato solo il reato di violazione del finanziamento pubblico dei partiti per i 500 milioni che, secondo le sue ammissioni, lui stesso avrebbe versato a Frigerio e Prada dopo averli prelevati dalle casse della Montedison. Ed Enimont? Fino a ieri pomeriggio inoltrato, assicurano gli inquirenti, della lunga partita chimica e dei tanti misteri attorno al collocamento e alla rivendita delle azioni non si era ancora parlato. Eppure Garofano ha già superato le venti ore d'interrogatorio, dedicate ai «buchi» nei bilanci Ferruzzi e Montedison oltre che alle tangenti. ' L'impressione è che l'ora della prima resa dei conti, su questo terreno, sia sempre più vicina e si fa più forte il tam tam su imminenti ordini di cattura ad alto livello. [r. m.]

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