NOTIZIA VADE RETRO di Guido Ceronetti

NOTIZIA VADE RETRO LE PAROLE SONO DIAVOLI CARO Direttore, un mio commento all'episodio esoreistico avvenuto in Vaticano, che ci viene rivelato da un pettegolezzo cardinalizio, avrei qualche disagio a farlo. La mia relazione con la Notizia si è fatta di giorno in giorno più lacerante, più doloroso il mio entrarci con la riflessione. Non è tanto il caso specifico a rendermi riluttante, ma una crescente difficoltà, di fronte all'enorme massa di oggetti contundenti detti eufemisticamente, e addirittura con rispetto, Informazione, ad avere un'opinione realmente personale su qualcuno, almeno, di tali oggetti, quelli che le riunioni di direzione dei giornali metabolizzano come notizie. Se dovessi parlare, ancora una volta, del male, direi che la notizia, oggi, è una forma del male. Lo è in sé, non in quanto conduca fin dentro la gente degli accaduti o degli accadenti definibili come scelleratezze (crimini di guerra o rituali, stragi di mafia o stupri di gruppo, ruberie di Stato) ma perché arriva, perché diffondendo i fatti li annulla già sul posto, e poi sfida digrignando la facoltà riflessiva a giudicarla, ad annullarla col timbro di una fatica mentale intensamente, crudelmente superflua. In un certo senso, la Notizia, questo mostro, ci sfida a un punto così estremo da1 pretendere che noi, direttori di giornali, redattori, o occupatori di colonne da dedicare al commento, LA ESORCIZZIAMO, per simulare di essere vinta e vincere scomparendo appena fatto il titolo, la colonna firmata, e sgattigliato un poco il corpo inerte di quell'ente d'immaginazione, eppure per le statistiche reale, che chiamiamo /' lettori. La Notizia ci possiede e Guido Ceronetti CONTINUA A PAG. 10 PRIMA COLONNA r NOTIZIA VADE RETRO