La Fracci? Si svende di Sergio Trombetta

Tutte le accuse contro la stella POLEMICA. Un libro smonta (e rilancia) un mito della danza La Fracci? Si svende Tutte le accuse contro la stella ■m t| ON ha una grande tecnica. W Ci sono molte ballerine più il brave di lei. Svende la pro■ pria arte in spettacoli meA_U diocri con coreografie «facili». Chi ò? Carla Fracci, nostra signora della danza. La ballerina più nota, la beniamina del pubblico, l'interprete più amata dagli italiani, la protagonista della favola bella, figlia di un tranviere e fattasi strada a forza di volontà e olio di gomito, sarebbe un'icona da infrangere, un mito di cui è meglio disfarsi. Il dubbio lo instilla un libro fresco di stampa che affronta spregiudicatamente, sfatando molti luoghi comuni e false certezze, la situazione della danza nel Bel Paese: L'Italia in ballo pubblicato da Di Giacomo e di cui sono autrici Vittoria Doglio ed Elisa vaccarino. La Fracci sopravvalutata, sovraddimensionata artisticamente? I suoi detrattori sono molti di più di quanto si creda e le autrici, affrontando in un ampio capitolo gli aspetti della danza classica oggi in Italia, tengono anche conto di questa campana. Di che cosa sarebbe accusata Carla Fracci? «Di svendere la propria arte rifugiandosi in una ditta "familiare" con scarso rischio e grande consenso popolare accontentandosi di primeggiare in coreografie fragili, salvate unicamente dalla sua presenza, raramente candidate a figurare nelle enciclopedie o nei manuali della danza» . «Tecnicamente - aggiungono i critici della ballerina - si è coltivata poco. Ha limiti congeniti insuperabili, tante e tante danzatrici sono più brave di lei, in certi Paesi è sempre stata restia ad esibirsi per timore di confronti e critiche». Anche se questo non è il pensiero ufficiale delle autrici, che alle critiche oppongono il punto di vista, ribaltato, di chi invece loda la danzatrice, e ricordano le sublimi interpretazioni della ballerina, a partire da Giselle, è vero però che il tarlo del dubbio si fa strada e rischia di far crollare molte sicurezze. «Quelle critiche sono tutte vere, ma non contano - spiega da Parigi Irene Lidova, santona della danza classica, collaboratrice delle migliori pubblicazioni specializzate -. Perché Carla ha grazia come soltanto quattro o cinque fra tutte le ballerine che ho visto. Anche se non ha mai avuto dei fantastici fouetté, se non è una "technicienne", quando è in scena ha come un'aureola, irradia carisma. Qualsiasi cosa faccia, la fa in modo splendido. Anche una brutta coreografia grazie alla sua presenza diventa mirabile». «La Fracci debole tecnicamente? Niente vero, lo diceva anche Nureyev che ha danzato con lei infinite volte», assicura invece Vittoria Ottolenghi, critico di danza televisivo. E aggiunge: «Non c'è passo che non faccia meravigliosamente bene. Andiamoci a rivedere la registrazione del "pas de deux" dalla Bella addormentata danzato proprio con Nureyev e vedremo che cosa è capace di fare la Fracci. Certo, oggi, una ballerina come lei può lasciare in secondo piano la tecnica, ma il giudizio va dato sulla globalità della sua carriera e non può essere che positivo. Compresi molti degli spettacoli allestiti per lei dal marito Beppe Menegatti». Il quale marito, il vero artefice della carriera della Fracci, snocciola prontamente i nomi dei coreografi che hanno fatto grande il mito della moglie (Maurice Béjart, Roland Petit, John Cranko, Glenn Tetley, Antony Tudor, Agnes de Mille, Wayne Eagling, Derek Deano) e dei compositori del '900 sulle cui musiche Fracci ha ballato (da Prokofiev a Berio, Nono, Weill, Barber, Bussotti) e mette avanti la copertina del prossimo numero di agosto di Dance Magazine, la più autorevole rivista di danza americana dedicata appunto alla Fracci, amatissima negli Stati Uniti. Diversamente articolato il parere di Luigi Rossi, critico de La Stampa: «Quando ha incominciato a ballare intorno a lei c'era il deserto. Ha saputo ricreare il mito della ballerina: quante ragazzine sul suo esempio sono corse a iscriversi alle scuole di danza per "diventare come la Fracci". E' vero che tecnicamente altre danzatrici erano più ferrate di lei. Anche in Italia. Per esempio Olga Amati o Vera Colombo. Ma è anche vero che una star assoluta come Margot Fonteyn aveva le stesse debolezze tecniche. Ma nessuna come Fonteyn, o come Fracci, aveva quella stoffa di artista che supera il muro del palcoscenico e va verso il pubblico». «Quelle critiche sono tutte vere - ribatte infine Alfio Agostini direttore della rivista Balletto Oggi -. Ma erano valide dieci anni fa. Allora, quando era di moda osannare la Fracci, io le condividevo, perché a quei tempi c'era il pericolo reale che la Fracci monopolizzasse la danza in Italia, che non permettesse ad altre realtà di crescere. Ma le cose sono andate diversamente e ora ballano tutti e molti male, a lei invece, che oggi ha 57 anni, e alla sua arte insuperabile non ci si può che inchinare». Sergio Trombetta Molti i detrattori spesso «segreti» Irene Lidova: Qualsiasi cosa faccia è splendida Nureyev ha sempre difeso la Fracci da attacchi e accuse Sotto, la ballerina Alla sinistra il marito Beppe Menegatti

Luoghi citati: Italia, Parigi, Stati Uniti