Dietrofront in Rai niente teste tagliate

«Pubblica o privata, che noia questa Tv» Demattè ha incontrato i direttori dei tre tg: dimissioni congelate in attesa della svolta Dietrofront in Rai, niente teste tagliate Baudo: attenti ai nuovismi ROMA. Dietro-front. Adesso stanno tutti ai loro posti, i direttori dei Tg, almeno per due o tre mesi, fino alla definizione di un nuovo piano editorale. Le teste tagliate sono state rapidamente ricucite? Nessuno lo ha detto esplicitamente. Si parla piuttosto di equivoci, di interpretazioni «forzate» di quel che il neopresidente Claudio Demattè, in una lettera di risposta alle dimissioni di Albino Longhi, ha definito «un processo di corretto riposizionamento strategico». «Una prassi professionale - quella di chiedere la remissione formale del mandato per acconsentire al nuovo direttore generale di scegliere senza condizionamenti» ha spiegato ancora il presidente in un'altra lettera, al direttore delle testate regionali Leonardo Valente. Fatto sta che, fra missive e incontri, i tre direttori dei Tg (quattro, con il regionale) che erano entrati a via Mazzini 14 alle 3 un po' tesi e cupi, se ne sono usciti alle 5 e mezza a testa alta. Sorridenti e distesi. Soddisfatti anzi, quasi entusiasti del presidente e dei nuovi consiglieri. Ai quali ciascuno manderà appunti, idee, interi progetti. E ciascuno confermato nel proprio comportamento. Longhi, formalmente dimesso. La Volpe e Valente, in sospeso. E il direttore del Tg3, che non accenna neppure al gesto formale. Contenti. Curzi: «Demattè? Un'ottima persona, e molto simpatico. Voi della stampa l'avevate dipinto come un orco. Invece è una persona squisita». Longhi: «Si chiude una polemica giornalistica che è stata enfatizzata. Prendo atto con soddistazione del riconoscimento positivo per la professionalità e la dedizione con cui ho svolto l'incarico». La Volpe: «Il presidente e i consiglieri ci hanno spiegato che puntano prima di tutto ad elaborare un piano editoriale per l'informazione e l'azienda tutta. Una strategia generale. E mi pare sacrosanto. Se avessero proceduto subito a un ricambio, i nuovi direttori si sarebbero trovati daccapo. Senza sapere cos'altro fare che il solito lavoro. Quello che facciamo già noi». Ciascuno poi ha parlato delle sue idee. Longhi, capo del Tg n° 1, ha proposto il superamento della tripartizione (già cara alla de) in una testata unica. Che non significa tuttavia fare un unico telegiornale. «Ognuno dovrà mantenere catteristiche diverse». La Volpe ha parlato di bilancio e di risparmi. E di orari, tema che sta molto a cuore al Tg2. «Non si capisce perchè un tg cominci alle 7.45, andando a sovrapporsi a un altro della stessa azienda: avrebbe più senso posticiparlo alle 9, o alle 10, eliminando la concorrenza interna». Valente, che dirige i telegiornali regionali in onda su Rai3 (con ascolti anche superiori in media al Tg3), ha esposto il suo progetto di valorizzazione delle potenzialità di collegamenti multipli decentrati, magari ancora più locali, in collaborazione con le tv private locali. Vere e proprie edizioni di capoluogo, o di provincia, in certe ore. O rubriche regionali: Economia da Milano, un «Leonardo» da Torino, un «osservatorio» sull'Est da Trieste e, perchè no?, un tg «del Mediterraneo» da Palermo. «Più locale: la gente chiede che si parli più di casa sua, e sarebbe anche una risposta alla Lega». Il nuovo consiglio, interessato, ascolta e chiede proposte scritte. Discuterà, valuterà, giudicherà. I cinque professori sembrano aver preso il lavoro molto sul serio. Ieri sera, dopo i direttori di testata, e dopo il saluto al presidente Scalfaro, hanno continuato le «audizioni» coi direttori di rete Fuscagni e Sodano (che ha rimesso il mandato), fino alle 10.30. Non tutti sono convinti. Pippo Baudo, quasi candidandosi a rappresentante unico dell'azienda, vorrebbe sapere «in che direzione si sta andando, con quali obiettivi». «Speriamo che non sia solo "nuovismo" - ha detto il presentatore - E non vorrei fare un processo generale a tutto quello che c'è stato». Baudo teme che, in attesa del rinnovamento, la programmazione rallenti: «La mia paura è che si annunci un autunno sottotraccia», [m. g. b.] Il presidente Scalfaro ha ricevuto ieri il nuovo presidente della Rai Claudio Demattè

Luoghi citati: Milano, Palermo, Roma, Torino, Trieste