DA SOSPETTI ALLE PROVE di Roberto Martinelli

LA STAMPA r- DA! SOSPETTI ALLE PROVE Con le mani nel sacco certi delVimpunità Ecosì anche loro, i nostri bravi 007, si erano adeguati al sistema di Tangentopoli? Pare proprio di sì se è vero che gli uomini che avrebbero dovuto tutelare sulla sicurezza dello Stato e garantire trasparenza e rispetto della legge, usavano le funzioni di agenti segreti per fare i propri interessi, per arricchire i loro patrimoni. Erano anni che si parlava di servizi deviati e corrotti, ma nessun giudice, prima d'ora, aveva colto qualcuno con le mani nel sacco. Si sapeva di impegni finanziari faraonici per rimodernare ville e ristrutturare appartamenti, di spese non giustificate per allestire blindature di dimore di alcuni ministri, di inspiegabili ricchezze piovute dal cielo sul capo di molti funzionari di alto rango. Erano voci e tali sono rimaste perché ogni volta che un magistrato aveva tentato di mettere il naso nei carteggi amministrativi si era sentito rispondere che la legge non ammette controlli e autorizza ogni tre mesi la distruzione di ogni tipo di contabilità. Stavolta la giustizia ci è arrivata per caso. Durante un controllo incrociato sulle tangenti pagate per i Palazzi d'oro si è scoperto un conto corrente molto particolare che ha portato i carabinieri sulle tracce di mogli e parenti di alcuni funzionari del Sisde. Una volta fatti i riscontri bancari, è stato un gioco da ragazzi arrivare a capire che i nostri bravi 007 invece di occuparsi della sicurezza dello Stato, usavano i fondi riservati per lucrare interessi e gestire sperico late ma ben remunerate operazioni finanziarie. E una volta scoperti, alcuni degli indagati hanno avuto la faccia tosta di sostenere che un servizio segreto non è un'opera pia ed era quindi necessario usare nomi e conti di copertura per ragioni di riservatezza legate alla funzione svolta nell'in teresse dello Stato. Hanno dimenticato però che riservatezza non vuol dire gestione incontrollata e autocratica, impermeabi le a qualsiasi controllo. O peggio, ruberia generaliz zata. Resta solo da capire se hanno agito nella consape zata. | Re I hanr volezza di continuare a farla franca grazie al sistema di corruzione diffuso in quel mondo politico che, in ultima analisi, era ed è il loro referente naturale ed esclusivo. Sarebbe un'offesa all'onore del Sisde vecchio e nuovo ipotizzare che i suoi uomini ignorassero il sistema delle tangenti. Non è pensabile immaginare che nessuno di essi si fosse accorto del fiume di miliardi illeciti finito nelle tasche dei politici, alcuni dei quali posti dalla legge al vertice stesso della Istituzione che risponde dei Servizi davanti al Parlamento. Di qui il sospetto legittimo che forse essi sapevano, che hanno taciuto e si sono adeguati. E che lo hanno fatto sapendo di poter contare su una sorta di provvidenziale copertura la quale, come in passato, aveva neutralizzato la curiosità di magistrati troppo invadenti. Se così è stato hanno sbagliato i tempi e non hanno tenuto conto della mutata realtà politica. Sisde e Sismi sono nati nel 1977 legati, il primo ad una logica atlantica, il secondo ad una finalità di difesa dal terrorismo. Tra i due servizi avrebbe dovuto fare da raccordo il Cesis che non è riuscito a coordinare un bel nulla. In più sono cambiati gli scenari, quello internazionale dopo la caduta del muro di Berlino e quello interno con la resa del partito armato. E loro, i Servizi, hanno continuato a funzionare con i metodi e la logica antica, in primo luogo la convinzione di poter agire indisturbati sopra la legge. L'indagine per ora riguarda un'agenzia turistica di copertura usata dal Sisde. Ma è probabile che, scavando a fondo fin dove lo consentiranno i carteggi non ancora bruciati degli Anni Ottanta, sarà possibile arrivare a scoprire verità per troppo tempo sepolte come quella del ruolo che il Servizio segreto ebbe nel pagamento del riscatto Cirillo. E' forse, questo, l'episodio che più degli altri serve a spiegare tante cose e prima tra tutte l'intreccio inconfessabile che si creò allora tra politici e spioni, entrambi travolti ora dal ciclone di Tangentopoli. sili | Roberto Martinelli

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