ALLA RAI VA IN ONDA LA RITIRATA di Marcello Sorgi

Cossiga torna all'attacco «Cordova è una minaccia» ALLA RAI VA IN ONDA LA RITIRATA ti», «processati», «censurati» dal vecchio consiglio d'amministrazione dei partiti. E subito riammessi in video più freschi e felici di prima. I direttori dei telegiornali lo sapevano, e, con Demattè, si sono comportati di conseguenza: in questo modo solo venerdì parevano destinati a un aureo pensionamento; e ieri invece, con il sorriso consumato di chi ha una lunga esperienza davanti alle telecamere, hanno potuto celebrare in diretta il loro trionfo. Del resto, già sabato - e benché reiterata domenica - la sortita del nuovo presidente era rimasta impigliata nella sapiente tattica di Longhi, La Volpe e Curzi. Dimissionario il primo, con il legittimo risentimento di sentirsi cacciato, «dopo quarantanni di tv da un boscaiolo che non sa neppure che non si tagliano tutti gli alberi». Pronto ad an- darsene il secondo, ma non per ordine del «nuovo presidente»; semmai, del nuovo direttore generale ancora la nominare. Infine il terzo: Sandro Curzi, direttore del Tg3, è stato il vero eroe della resistenza. A Demattè ha detto fin dal primo momento un «no» chiaro e tondo; per salvarsi ha gettato sul piatto non solo le sue qualità giornalistiche, ma la lunga militanza «per la rigenerazione della Repubblica e la democrazia compiuta». E quando ieri è uscito dall'ufficio del presidente, perfino con l'incarico di mettere a punto un «progettino» per il futuro del suo telegiornale, capiva, sapeva, di avere stravinto. Così s'è chiuso il primo round fra il «nuovo» e il «vecchio». Andrà meglio - ci auguriamo venerdì, quando i «saggi» del neonato consiglio d'amministrazione dovranno scegliere il direttore generale. Ma la battaglia vera - è inutile nasconderselo - deve ancora cominciare: e a giudicare dalle grida di guerra di Pippo Baudo, non c'è molto da sperare. Marcello Sorgi

Persone citate: Curzi, Demattè, La Volpe, Longhi, Pippo Baudo, Sandro Curzi