«Arrestate quei quattro 007» di Ruggero Conteduca

La procura di Roma li accusa di peculato per l'uso distorto di fondi del Sisde La procura di Roma li accusa di peculato per l'uso distorto di fondi del Sisde «Arrestate quei quattro 007» Ma tre agenti segreti sono ancora latitanti ROMA. Altri quattro ordini di custodia cautelare per i fondi neri del Sisde. Ieri, le manette dei carabinieri del Reparto operativo sono scattate attorno ai polsi di Antonio Galati, ex responsabile amministrativo del servizio segreto civile ed espulso dal Sisde circa un mese fa. Tre sono invece ancora latitanti: Michele Finocchi, capo di gabinetto dell'allora capo del Sisde, Riccardo Malpica, poi destinato all'ufficio di collegamento fra i servizi segreti e il dipartimento della pubblica sicurezza come capo ufficio della direzione dei servizi civili; Gerardo Di Pasquale, con Malpica responsabile del settore logistico del Sisde, successivamente passato all'ufficio di collegamento fra Sisde e Criminalpol; Rosamaria Sorrentino, viceprefetto, per anni addetta all'ufficio programmazione dei servizi segreti civili. Un quinto ordine di cattura, chiesto dal pubblico ministero Leonardo Frisani e dal procuratore aggiunto, Ettore Torri, nei confronti del prefetto Malpica sarebbe stato respinto dal gip, Vincenzo Terranova. Per tutti l'accusa è di peculato, a Galati e Finocchi è stato contestato anche l'abuso d'ufficio. Prende quota così e si aggrava quella «inquietante» vicenda - come l'aveva definita lo stesso ministro dell'Interno Mancino dinanzi al comitato parlamentare sui servizi segreti - legata all'illecita gestione dei fondi ri- servati del Sisde e che vede, in qualità di indagato per favoreggiamento, anche l'attuale responsabile del servizio, Angelo Finocchiaro. Una vicenda oscura che, oltre a illegittimi arricchimenti di funzionari del Sisde a spese dei contribuenti, potrebbe celare risvolti più gravi legati a fatti criminosi addebitati nel passato, anche recente, ai cosiddetti servizi segreti deviati. Una vicenda che parte da lontano, che viene scoperta dai magistrati quasi per caso e che porta lo scorso 26 giugno all'arresto di Maurizio Broccoletti, ex direttore amministrativo del Sisde. Ad accorgersi per primo che qualcosa non quadra nei conti dei fondi speciali del Sisde è il giudice Antonino Vinci che indaga sulla compravendita dei famosi «palazzi d'oro», inchiesta in cui sono rimasti coinvolti imprenditori, politici e funzionari di enti pubblici. Vinci scopre che numerosi libretti bancari di deposito sono intestati a funzionari del Sisde. Il procuratore capo, Vittorio Mele, affida il caso al pm Leonardo Frisani che sta indagando sul fallimento di una agenzia di viaggi - la Miura travel - in cui compaiono gli stessi nomi. La Miura travel è un ufficio di copertura del Sisde ed è nelle carte del fallimento che il giudice trova il bandolo di una matassa intricata che comincia piano piano a dipanare. Fino a che due dei protagonisti-imputati, Finocchi e Di Pasquale, non si tradiscono al telefono e portano giudice e carabinieri direttamente alla sede di una agenzia romana della Carimonte. Lì, da due anni, erano depositati circa 14 miliardi su libretti intestati oltre che ai due, anche a Sorrentino, Galati e Broccoletti. Miliardi che, secondo l'accusa, venivano liberamente gestiti dagli imputati i quali li investivano in certificati di deposito o altri titoli lucrando gli interessi. Operazioni di cui i vari responsabili succedutisi ai vertici del Sisde si sono sempre detti all'oscuro ma che in realtà sono continuate sino a pochi mesi fa, dal momento che Broccoletti lasciò il Sisde nel novembre 1992 e Galati appena un mese fa Sulle ruberie personali e sul possibile finanziamento con i fondi neri di azioni criminali sta indagando, oltre ai giudici romani, anche un comitato composto da tre superispettori nominato giorni fa dal ministro Mancino. Ma l'inchiesta è appena agli inizi e potrebbe riservare altre clamorose sorprese. E al Palazzo di Giustizia non sembrano ancora del tutto sopite le polemiche che nei giorni scorsi avevano opposto il procuratore capo Mele e il suo sostituto Frisani, prima spogliato dell'inchiesta e poi affiancato dall'aggiunto Torri. Ruggero Conteduca m A sinistra Angelo Finocchiaro attuale responsabile del Sisde indagato nell'inchiesta In alto il ministro dell'Interno Nicola Mancino

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