IL PRESIDENTE IL SEGRETARIO E IL GENERALE di Gaetano Scardocchia
Così si paga per il medico IL PRESIDENTE IL SEGRETARIO E IL GENERALE MNEW YORK ENTRE la diplomazia - come è suo compito - sta cercando di riaggiustare dignitosamente i cocci, vediamo quali provvisorie conclusioni si possono trarre dalla vicenda somala. L'osservatorio è quello di New York, dove gli aspetti internazionali, inevitabilmente, tendono a prevalere su quelli nazionali. Primo. Non si è trattato di una crisi tra Italia e Stati Uniti, come spesso si ripete. Nella controversia, l'amministrazione Usa ha avuto un ruolo indiretto e l'opinione pubblica americana, per fortuna, non ha avuto alcun ruolo. Contrariamente ad un convincimento molto diffuso in Italia (condiviso, a quanto pare, perfino dal Pontefice), occorre far notare che la Somalia è un tema di secondo piano qui in America. Le prime pagine dei giornali sono dominate dalle inondazioni nel Midwest e dalla riforma sanitaria. Non è con i bombarda menti contro Aidid che Clinton può riguadagnare popolarità. Non piacciono neppure qui. Ed infatti della Somalia il Presidente non parla mai. Secondo. L'interlocutore dell'Italia non è il governo di Washington, ma l'Onu, o meglio il suo Segretario generale, Boutros Ghali. Come teorico di una missione assertiva ed interventista delle Nazioni Unite, come fautore di una forza armata autonoma dell'organismo internazionale e di un ruolo di comando diretto delle operazioni militari decise dal Consiglio di sicurezza, Boutros Ghali ha ritenuto di non poter tollerare il comporta- Gaetano Scardocchia CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA
Persone citate: Aidid, Boutros Ghali, Clinton
Luoghi citati: America, Italia, New York, Somalia, Stati Uniti, Washington
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