Spoleto aspettando Gassman

Il festival chiude: pochi i vip, defilati i politici, il successo è: «L'ultima maschera» Il festival chiude: pochi i vip, defilati i politici, il successo è: «L'ultima maschera» Spoleto, aspettando Gassman Nel domani ci sono Mastroianni e Branagh SPOLETO. Al di là degli habitués della borghesia tosco-romana, il Festival dei Due Mondi ha registrato quest'anno una crescita generalizzata del pubblico giovane ed ha richiamato - soprattutto per gli spettacoli di prosa - molti grandi attori (da Albertazzi a Rossella Falk, da Orsini a Ottavia Piccolo, da Bonacelli a Margherita Buy, da Rubini a Simona Marchini tanto per citarne qualcuno). Se scontato era l'interesse per la riedizione con Mariangela Melato di «Un tram che si chiama desiderio», una sorpresa sono stati gli esauriti collezionati alla Sala Frau de «L'ultima maschera», novità dell'americano John Crowther che, dopo la prima mondiale di Spoleto, debutterà negli Stati Uniti. L'altra sera al termine dell'ultima recita un gruppo di spettatori ha urlato «grazie» al trio Ernesto Calindri, Paolo Ferrari e Carla Romanelli. Sono diminuite invece al Festival le presenze dei personaggi da rotocalco (il più fotografato è stato l'ex campione Nicky Lauda accompagnato da Giovanna Amati), dei burocrati dell'amministrazione pubblica e delle figure di primo piano delle aziende di Stato per le quali Spoleto era diventato un appuntamento da non disertare. Ma adesso Tangentopoli impone per tutti la riservatezza. E nelle file «d'onore» della piazza del Duomo per il concerto di chiusura di ieri sera, il «Requiem op. 5» di Hector Berlioz, sedevano volti nuovi ad eccezione del ministro delle Finanze Franco Gallo (sensibilizzato da più parti sui pericoli dovuti alla crisi economica che sta vivendo l'attività musicale, teatrale e cinematografica), del ministro della Ricerca Scientifica Umberto Colombo, del capo di Stato Maggiore generale Goffredo Canino e di qualche ambasciatore. E ciò non vuol dire che i politici abbiano disertato in massa il concerto, ma hanno preferito ai posti di ribalta, quelli defilati. Suggestivo, come sempre, è risultato l'appuntamento musicale di chiusura, anche per l'impo- nente numero di elementi che l'esecuzione del Requiem di Berlioz ha mobilitato, oltre 300 tra musicisti e coristi: la Spoleto Festival Orchestra, il The Westminster Choir, il The Coral Arts Society of Washington e i quaranta ottoni e i percussionisti della Banda della Guardia di Finanza. Un po' emozionato all'inizio è apparso il direttore Steven Mercurio (un americano di 36 anni di origine italiana che aveva già diretto il «Trittico» pucciniano d'apertura) al quale Giancarlo Menotti ha da quest'anno affidato la responsabilità del settore musicale. Sia il «Trittico» di Puccini sia «La carriera del libertino» (The rake's progress) di Stravinskij hanno registrato l'esaurito assoluto e per l'inaugurazione del Festival '94 si parla già di un «Wozzeck» di Berg diretto da Christian Badea. E per il teatro del prossimo Festival si sussurrano e si sognano le presenze di Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman e dell'inglese Kenneth Branagh che Giancarlo Menotti ha molto apprezzato in occasione dell'anteprima italiana del film «Molto rumore per nulla» (da William Shakespeare) proposta dalla sezione cinematografica della rassegna spoletina. Tra i vip del concerto di chiusura non si è vista Mariangela Melato, rifugiatasi a Fiuggi per recuperare le energie spese nell'esperienza del «Tram» poiché il 9 agosto l'attende già il primo ciak del film televisivo tratto dal libro di Lidia Rivera, «Due volte vent'anni», ambientato tra Roma e Parigi e diretto da Livia Gianpaolo, alla sua seconda re- «Nonostante i suoi trentasei anni - dice Giancarlo Menotti - il Festival non invecchia. Adesso, anziché venti giorni, dura un anno, perché c'è sempre la possibilità di rivedere alla Nastroteca di via Filitteria ciò a cui non si è potuto assistere dal vivo, e anche il materiale filmato dalla Rai negli anni in cui il Festival viveva le sue prime emozioni». Ernesto Baldo Carla Romanelli ed Ernesto Calindri ne «L'ultima maschera» Sopra: Mariangela Melato

Luoghi citati: Fiuggi, Parigi, Roma, Spoleto, Stati Uniti, Washington