Parolaio di Pierluigi BattistaGiordano Bruno Guerri

Parolaio Parolaio EL PIACER. Ed ecco riapparire D'Annunzio, stavolta in una rutilante miscela di eros e socialismo tropicale. Sul Manifesto si legge che «Guillermo Cabrerà Infante, lontano da Cuba, rievoca l'isola sensuale della sua eccitante giovinezza e la festosa capitale degli Anni Quaranta dove, tra balli e musica, al corpo non si nega mai nulla». Fugace l'accenno alla sgradevole circostanza che Cabrerà Infante è uno scrittore cubano esule dal 1965. In compenso si legge sul «quotidiano comunista» che nell'Avana di Fidel «le titubanze e le voglie sessuali degli Anni Quaranta e Cinquanta hanno lasciato il posto alla consapevolezza del sesso come piacere e comunicazione». E sapete per merito di che cosa? «Del miracolo di una rivoluzione che ha innalzato verso l'alto se non la quantità della vita almeno la qualità e là cultura individuali». LA CARNE E* DEBOLE. Dopo aver accusato sulla rivista Studi cattolici i vegetariani di essere «violenti» e di «subire il fascino della morte e della distruttività», lo psicanalista Sandro Gindro, presidente dell'associazione «Psicoanalisi contro», rivela che la sua segreteria telefonica è intasata di messaggi minacciosi tra i quali spicca: «Ti faremo fare la fine degli arrosti che mangi». DISUMANO, TROPPO DISUMANO. Si può nutrire un odio feroce, un'avversione totale per un libro? Sì, a giudicare dal simbolico rogo appiccato dal critico dell'Ì4vanti! Arnaldo Colasanti allo scopo di incenerire La variante di Lùneburg di Paolo Maurensig pubblicato da Adelphi. Un romanzo considerato addirittura «disumano», scritto in una forma «bieca, disonorevole», nientemeno che «filtrata dall'editing ormai orwelliano delle redazioni». Un libro «semplicemente falso», colpevole di «imitazione dolosa», «sciatto e mediocre», «da insabbiare come i termos accanto alla sdraio», «perbenista», «penoso», «ingenuo», «melenso», «bassamente esotico». Talmente intriso di «disumanità» (e due) da non meritare nemmeno di essere citato col titolo corretto visto che Colasanti accecato dalla sua furia scrive La variante Lùneburg. Senza la particella «di». Giulio Einaudi Giordano BruI vu r | L'oti VIENI AVANTI, CRETINO. ottantaquattrenne Riccar- do Freda, regista di Spartaco e Maciste all'inferno, sul Corriere della Sera a proposito di Gian Luigi Rondi: «E' un cretino totale, un poveraccio che di cinema non capisce niente. Tra lui e il cinematografo c'è un abisso integrale: non sapeva nemmeno chi fosse Ford, credeva che si trattasse dell'automobile». RELAZIONI PERICOLOSE. Giordano Bruno Guerri recensisce con incontenibile entusiasmo sull'Indipendente il libro mondadoriano Nuovo discorso sugli italiani di Franco Ferrucci, «nome purtroppo non abbastanza noto» anche se è quello dell'autore del «magnifico romanzo» Il mondo creato. Metà libro contiene il Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl'italiani di Leopardi, peraltro «sapientemente annotato da Ferrucci». L'altra metà è il saggio dell'autore. Accostamento un po' rischioso? Macché: secondo Guerri il saggio di Ferrucci, esemplare per «limpidezza, furia e pacatezza», non ha proprio nulla «da temere» dalla prossimità con lo scritto leopardiano. Anzi, «ne è il proseguimento ideale». LESSICO FAMIGLIARE. Da una piccatissima lettera dell'avvocato Ernesto Palatta a Repubblica: «Desidero precisare che è la mia assistita, signora Raffaella Acetoso, l'erede unica di Carlo Levi per la parte letteraria e pittorica e non, come appare nell'articolo in questione, la nipote Paola Sacerdoti». E' chiaro? no Guerri MAGISTRALE. Giulio Einaudi confessa sul Corriere della Sera di prediligere la frequentazione di «giovani letterati» di riconosciuta qualità come il poeta Valerio Magrelli, Marco Lodoli e Severino Cesari, autore di un lungo Colloquio con l'editore dello Struzzo. Aggiunge, Einaudi, che del resto anche lui quand'era giovane amava ricercare la compagnia di «vecchi sapienti: Benedetto Croce e Nello Rosselli». Purtroppo non è specificato a quale dei due «sapienti» l'editore preferisca paragonarsi, se a Croce o a Rosselli. LISCIA LA NOTIZIA. Il filosofo Massimo Cacciari intervistato dal Giorno: «A lei risulta che ci sia un ceto più corrotto e corrompibile dei giornalisti?». Pierluigi Battista Giulio Einaudi Giordano Bruno Guerri

Luoghi citati: Adelphi, Avana, Cuba