Ultima coda per pagare l'Ici

Ma allo sportello solo con i soldi contati Scadono i termini: in banca non si paga, i «bollettini» costano 750 lire Ultima coda per pagare l'Io* Ma allo sportello solo con i soldi contati ROMA. Entro oggi milioni di proprietari di case, negozi, uffici, studi professionali, box, terreni agricoli ed aree edificabili dovranno effettuare il versamento della prima rata dell'Ici, la tanto contestata imposta comunale sugli immobili, senza incorrere nelle soprattasse previste dalla legge. Ma ad accrescere il malcontento dei contribuenti c'è anche un'ulteriore gabella: 750 lire per ogni bollettino di c/c postale. A differenza di quanto previsto per Irpef, Ilor ed Isi (l'imposta straordinaria sugli immobili versata nel '92), le banche sono state, di fatto, assurdamente escluse dal pagamento dell'acconto lei (pari al 45% di quanto dovuto per il '93), che va fatto alla posta. Il versamento lei non è, quindi, gratuito. Lo è solo presso gli uffici dei Concessionari del servizio riscossione tributi (cioè le ex esattorie). Nei giorni scorsi la Confedelizia aveva chiesto, ma inutilmente, che il versamento dell'imposta fosse reso possibile in via ordinaria tramite le banche. Gli istituti di credito pretendono, però, un compenso addirittura fino a 25 mila lire per ogni acconto lei dovuto da un cliente. «All'iniquità ed all'esosità dell'imposta - ha dichiarato il presidente della Confedilizià, Corrado Sforza Fogliani - si aggiunge così la beffa di imporre agli italiani la tortura di lunghe file davanti agli sportelli postali sotto il sole e il caldo di luglio». . C'è, poi, un'altra grave anomalia. Gli uffici postali accettano per il pagamento quasi esclusivamente denaro contante. In alternativa è ammesso ma solo se si è conosciuti dall'impiegato allo sportello - un assegno circolare intestato al cassiere provinciale delle Poste. In pratica ciò significa, però, che nella maggior parte dei casi l'assegno circolare non viene accettato perché l'impiegato postale non conosce il contribuente. Di conseguenza, questi viene ingiustamente esposto al rischio di rapina dovendo entrare alla posta anche con molti milioni in contanti. Un'altra incongruenza è che un contribuente non può effettuare un unico versamento complessivo per tutti gli immobili posseduti in Italia, ma uno per ogni Comune in cui si trovano gli immobili. E non gli è neppure consentito di effettuare un unico versamento in caso di comproprietà. Pertanto marito e moglie, comproprietari per metà di una casa, devono effettuare due distinti versamenti d'acconto lei. Si ricorda che la prima rata dell'Ici corrisponde al 45% di quanto dovuto per quest'anno, come risulta dalla denuncia presentata entro giovedì scorso insieme al modulo 740 dell'Irpef. Il saldo del restante 55% dell'Ici dovrà essere, invece, eseguito entro metà dicembre. Per calcolare l'imposta occorre prendere come riferimento i nuovi estimi catastali di un'unità immobiliare, e non il suo eventuale reddito derivante dall'affitto. L'imponibile catastale va moltiplicato per 100 (oppure per 34 per i negozi o per 50 per gli uffici). Il risultato va, poi, moltiplicato per l'aliquota lei, che varia da città a città da un minimo del 4 al 7 per mille. Si ottiene così Vici per il '93, di cui va ora pagato il 45%, detraendo 81 mila lire se si tratta di prima casa. [p. 1. f.] Il ministro Gallo (Finanze)

Persone citate: Corrado Sforza Fogliani, Gallo

Luoghi citati: Italia, Roma