Quei messaggi d'amore di Togliatti

4. Le rivelazioni della lotti: il capo del pei le scrisse 40 lettere Quei messaggi d'amore di Togliatti Spallone: così Palmiro soffriva per Nilde RilllilPilii IL MEDICO DEL MIGLIORE ILDE lotti invita Palmiro Togliatti a troncare la loro relazione, «perché i problemi che crea sono tanti e troppo grandi». E il segretario del pei le risponde con una lettera d'amore: «No, anche se volessimo non potremmo più farlo». Lo ha rivelato l'ex presidente della Camera alla festa dell' Unità di Correggio, parlando per la prima volta dell'esistenza di 40 lettere che il leader del pei le aveva scritto negli anni della loro lunga relazione. E che lei conserva gelosamente. Un capitolo «privato» che fino a oggi era rimasto nell'ombra. Ma che ha un testimone d'eccezione. E' il professor Mario Spallone, il medico di tutti i grandi dirigenti comunisti italiani. Grande amico della coppia Togliatti-lotti, anzi qualcosa di più: confessore, confidente e perfino psicologo, come rivela lui stesso. Dunque, professor Spallone, lei sapeva di quei biglietti d'amore di Togliatti? «Diciamo che la rivelazione di Nilde non mi ha stupito per niente. Ho accompagnato Togliatti in tutti i suoi viaggi salvo l'ultimo, quando è morto. Spesso lo vedevo scrivere, nel taschino aveva due penne: la stilografica con il famoso inchiostro verde per le sue note politiche, che vergava senza una cancellatura, cominciando alle sei e mezzo del mattino. E poi la biro blu: quando scriveva con quella capivo che era un'altra cosa. Era l'uomo Togliatti. Così nascevano i messaggi alla lotti». E' l'ultima doppiezza di Togliatti, questa, fra il politico e l'uomo? «Macché! Togliatti aveva semplicemente un cervello grosso così, come se ne vedono ogni cinquecento anni, e solo un imbecille può stupirsi di trovare dentro quel cervello anche l'amore. Questi grandi personaggi hanno sempre una sensibilità particolare. Lo so bene io, che non mi limitavo a somministrare pasticche, né a lui né alla Nilde». E che cos'altro faceva per la coppia? «Semplicemente li aiutavo come potevo. Cercavo di favorire i loro incontri. Non potevo permettere che si vedessero di nascosto. Invitavo Togliatti a mostrarsi in pubblico con Nilde: prendi l'autobus con lei, gli dissi una volta, e mettiti in piedi in fondo che ti vedano tutti: un amore come il vostro è una cosa grande». Professore, ricorda la volta in cui Togliatti le parlò per la prima volta di questo amore? «Certo: Nilde, a Roma, aveva una camera dalle parti di via Flaminia e non stava bene. Lui mi chiamò e fissandomi mi disse: vai un po' a visitare questa onorevole. Cominciò così e ancora oggi sono il medico della lotti. Poi Palmiro me ne parlò molte volte. Ricordo il viaggio per il compleanno di Stalin. La lotti non potè venire perché non era costume. Lui soffriva. Da Mosca ero io che telefonavo, tenevo i contatti, poi lo informavo». L'ha visto soffrire altre volte per la lotti? «Sì, l'ho visto turbato per le voci, le maldicenze. Ma più lei di lui. Sa, era una militante di partito e sollevava molte invidie. Ricordo, si attaccavano al fatto che era cattolica, un gruppetto di dirigenti, all'inizio, sosteneva addirittura che poteva essere una provocatrice messa vicino a Togliatti per rovinarlo. Quindi capisco che lei, a un certo punto, si sia offerta di troncare tutto, ma riconosco perfettamente Togliatti in quella decisione di andare avanti». Perché? «Era tanto l'affetto di Togliatti per Nilde che in un periodo in cui lei aveva bisogno di me, mi consegnò un biglietto firmato "Ercoli" che diceva così: il compagno dottor Mario Spallo¬ ne viaggia per conto mio; tutti gli diano assistenza». Lei entrò qualche volta nell'appartamento della coppia al quarto piano delle Botteghe Oscure? «A tutte le ore. Sa, erano nelle mie mani, come tutti i grandi dirigenti comunisti che curavo io. Qualche volta venivo chiamato di notte perché Nilde aveva un disturbo e Togliatti stava lì come un ragazzino senza saper che fare. Magari bussavo alle undici di sera e Palmiro immancabilmente diceva: Nilde, è arrivata la Facoltà, dov'è il cognac? Erano due camere con la cucina. Poi si spostarono al numero 5 di piazza Arbe, al secondo piano di una villetta sopra a Secchia. Cercarono molto di avere figli, come tutte le coppie. Poi alla fine adottarono Marisa, che li chiamava zio e zia. Per lei Togliatti raccoglieva fiori in Valsugana e li faceva seccare fra le pagine dei suoi libri. Cose che oggi non esistono più». E per la lotti che cosa faceva? «Le racconto un episodio. Una volta Nilde stava poco bene, mia moglie Luana che le stava accanto l'aiutò ad alzarsi e vedendo che barcollava si chinò per aiutarla a infilare le scarpe. Lei la fermò. "No, non devi farlo tu, chiama Palmiro". Vidi Togliatti inginocchiarsi e mettere le scarpe alla sua donna». Dopo gli anni dell'ostracismo, la loro vita divenne più facile? «Io ricordo che quando Togliatti venne invitato alla cerimonia del premio Baizan, in Vaticano, Nilde non potè andare. Allora lui decise di portare Marisa al suo posto. Non aveva un vestito adatto e glielo comprai io da Foa, in corso Umberto. Lui non aveva soldi, quando è morto tutto il suo capitale stava su un libretto al Banco di Napoli. Sa la cifra? Un milione e duecentotrentamila lire». Lei raggiunse la coppia a Yalta quando Togliatti stava morendo. Che cosa ricorda di quei giorni? «Fu Nilde che mi chiamò. In quei giorni il capo dello Stato Antonio Segni era malato, già grave, e lei mi disse al telefono Mario vieni subito, Palmiro è come il nostro Presidente. E laggiù mi pregò più volte: Mario stiamo attenti a Togliatti. Vidi una donna che soffriva moltissimo». Professore, e l'altro To gliatti di cui lei non parla? Quello che conosceva i cri mini di Stalin e taceva? «Quando Occhetto andò a Civitavecchia a inaugurare il busto di Palmiro e ne approfittò per dire che Togliatti era correspon sabile dei crimini staliniani, io gli risposi che era una grande sciocchezza. Stalin non chiede va il permesso a nessuno per le sue azioni. Chi non capisce questo è un imbecille. Quanto a me, Nilde lo sa: sono fedele come lei, io non tradisco». Mauro Anselmo «Una volta lei stava male. E io lo vidi in ginocchio che le infilava le scarpe Alcuni dirigenti dicevano: attenti quella è solo una provocatrice» «Al compleanno di Stalin lei non potè venire. Lui soffriva Ed ero io, a Mosca, a tenere i contatti fra i due per telefono» A Tl Nella foto grande: Palmiro Togliatti con la compagna Nilde lotti Sotto: in Valle d'Aosta, con Marisa la ragazza accolta nella loro casa Sotto: Antonio Segni A sin.: Achille Occhetto A sin.: Togliatti con Nilde lotti e Spallone

Luoghi citati: Civitavecchia, Correggio, Mosca, Palmiro, Roma, Valle D'aosta