Caso Greganti

Caso Gregairti Caso Gregairti La quota Eumit venduta 2 volte MILANO. Il pei prima, il pds poi avrebbero incassato due volte il prezzo per il 20% della Eumit, la società torinese destinata a intensificare le attività commerciali da e per l'ex Repubblica Democratica Tedesca. Questo, almeno, sarebbe il risultato della tenace indagine del giudice Tiziana Parenti. Tra pochi giorni la Parenti si recherà a Berlino per raccogliere la testimonianza di alcuni ex funzionari della Deutsche Handelsbank, l'istituto di Berlino Est che, prima della caduta del muro, avrebbe tirato le fila dei rapporti tra il pei e la Ddr. Ma le indagini, comunque, avrebbero già raggiunto più risultati. Innanzitutto, pochi giorni fa è stato ascoltato come teste l'ex segretario amministrativo dal '74 al '76 del pei Cappelloni, ora iscritto a Rifondazione Comunista. Cappelloni ha confermato il viaggio che, anno 1974, una delegazione della Ddr avrebbe fatto in Italia per intensificare i legami commerciali tra i due Paesi. I berlinesi, in particolare, avrebbero sollecitato la collaborazione del pei sia per concludere affari in Italia che per accedere ad altri Paesi della Cee. A questo scopo, dopo un incontro al quarto piano delle Botteghe Oscure, sarebbe stata costituita la Eumit, una società mista (maggioranza della Germania Est) che, nel corso degli anni, avrebbe permesso alla Ddr di concludere affari nel settore dei minerali ferrosi e della siderurgia con vari gruppi italiani: Danieli, Alessio tubi, Fiat, Uva. Nell'88, secondo la ricostruzione della Parenti, il pei avrebbe ricevuto 800 milioni per il 20% della Eumit. La trattativa avviene in Liechtenstein tramite la Eklarkia di Vaduz e, particolare di non poco conto, le azioni restano intestate fiduciariamente alla Deutsche Handelsbank mentre i quattrini vengono affidati al militante torinese del pei Brendo Ramazzotti. Tutto regolare, salvo il fatto che, dopo la caduta del muro, il pds si sarebbe trovato a rivendere di nuovo, secondo la ricostruzione, la sua quota nella Eumit. A comprare stavolta fu l'industriale piemontese Luigi Regis che al partito versò la cifra di un 1075 milioni. I quattrini, transitati tramite la banca Commerciale Mobiliare di Lugano, finirono su «Gabbietta», l'ormai celebre conto svizzero intestato a Primo Greganti e, nello stesso giorno, 1050 milioni sui 1075 versati da Regis fecero ritorno in Italia. Stavolta la destinazione fu Bologna, sede della Ecolibri, la distributrice libraria in cui lavorava Paola Occhetto, sorella del segretario del pds. Il miliar do abbondante servì a chiudere il contenzioso con la Utet che vantava crediti consistenti verso la Ecolibri e aveva già avviato un'azione giudiziaria, poi interrotta. Che cosa si cela dietro la complessa storia della Eumit? Il giudice Parenti è convinta che la società abbia avuto un ruolo non troppo limpido nei rapporti tra la Ddr e il partito comunista. C'è da vedere se la ricostruzione documentale reggerà alle verifiche testimoniali. La verità, probabilmente, si trova là, oltre il muro che non c'è più. Ir. m.]

Persone citate: Brendo Ramazzotti, Cappelloni, Danieli, Luigi Regis, Paola Occhetto, Primo Greganti, Regis, Tiziana Parenti