LA LEZIONE DI BORSELLINO

LA LEZIONE DI BORSELLINO A UN ANNO DALLA STRAGE DI VIA D'AMELIO LA LEZIONE DI BORSELLINO A un anno dalla morte dì Paolo Borsellino, il giudice Antonino Caponnetto ricorda con una lettera l'amico scomparso. MIO caro Paolo, sto scrivendo con commozione questi appunti, che dovrebbero assumere la formula di un articoloricordo, sull'aereo che mi sta trasportando nella nostra «terra». Non è facile descrivere il mio stato d'animo, oscillante tra la sensazione angosciosa di un vuoto incolmabile e la gioia di poter nuovamente, per due o tre giorni, essere vicino alle cose ed alle persone che più hai amato. Dallo sportello dell'aereo vedo rincorrersi le nubi, ed anche nel mio animo è un rincorrersi di ricordi, tristi e gioiosi, amari ed esaltanti. Quando mi salutasti nel marzo 1988, a nome di tutto il personale dell'Ufficio istruzione del tribunale di Palermo (tu eri già procuratore della Repubblica a Marsala), mi muovesti, con la bonaria affettuosità che ti distingueva, il rimprovero di non averti invitato a sedere nel mattino in cui ti eri a me presentato in ufficio, nel novembre 1983. Una mia distrazione, da me nemmeno percepita e dovuta certamente alla mia difficoltà ad entrare nel «ruolo» del «capo» dell'ufficio Ma appresi anche, dal tuo ricor¬ do, che il mio comportamento ti aveva contrariato ed offeso (anche se non mi desti motivo di accorgermene) al punto da meditare di lasciare l'ufficio istruzione. Questo fu il nostro primo incontro, sul quale sono poi fiorite una reciproca, profonda stima, un'amicizia affettuosa ed una collaborazione entusiasta. Ed ecco che il mio ricordo va al nostro ultimo incontro: quando mi accompagnasti, con tuo figlio Manfredi, all'aeroporto di Palermo dopo i funerali di Giovanni, di Francesca e degli agenti della loro scorta. Ti dissi: «Ci rivedremo presto, Paolo!». Vidi come un'ombra attraversare i tuoi occhi, il tuo sorriso - così bello e luminoso spegnersi di colpo; e mi chiedesti: «Ma sei proprio sicuro, Antonio, che ci rivedremo!». Rimasi, per un attimo, turbato; subito dopo replicai: «Non scherzare, certo che ci rivedremo presto!». Ci salutammo (ricordi, Paolo?) con un abbraccio silenzioso, prolungato, forte, intenso come mai, e scappasti via, senza nemmeno attendere la «chiamata» dell'aereo per Firenze. Ci saremo rivisti presto, mio diletto amico, dopo appena 55 giorni: ma la luce del tuo sguardo e del tuo sorriso era ormai spenta. Eppure io ti sento anco Antonino Caponnetto CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Antonino Caponnetto, Paolo Borsellino

Luoghi citati: Firenze, Marsala