«Bugno fammi la grazia di combinare qualcosa»

Mentre Indurain controlla il Tour, il patron del team italiano pungola Gianni, anche perché sta cercando un nuovo sponsor CICLISMO Mentre Indurain controlla il Tour, il patron del team italiano pungola Gianni, anche perché sta cercando un nuovo sponsor «Bugno, fammi la grazia di combinare qualcosa» Sprint vincente del tedesco Ludwig MONTPELLIER DAL NOSTRO INVIATO Abdujaparov le prende in volata dal tedesco Olaf Ludwig ottimamente lanciato da un compagno di squadra. Se non c'è Cipollini, Abdu intristisce, s'accende ma non divampa. Tebaldi cade, lontano dal traguardo, si frattura una clavicola e va all'ospedale. Indurain e Rominger si trovano in una pattuglia di testa a dodici chilometri da Montpellier e ci rimangono il tempo necessario per una dimostrazione di brillante forma pre pirenaica. La dimostrazione, per quanto contenuta, spezza il gruppo. Chi resta nel secondo troncone? Bugno, che perde quattordici secondi. E inoltre: Bugno e il suo stratega Stanga, che da un litigio escono e in un litigio entrano, si sono riuniti dopo la lacerazione alpina. Continuano a mandarsi a quel paese, ma con maggior parsimonia. Stanga, un burbero padre, è alla ricerca dello sponsor che prenda il posto della Gatorade. Si dice addirittura che l'abbia trovato. Il problema è convincerlo che Bugno sia vivo. Non è escluso, infatti, che il nuovo sponsor, se davvero esiste, abbia dei dubbi sull'utilità di accollarsi, pagandolo anche salato, un campione che, al presente momento, si trova al Tour de France staccato di ventitré minuti e quarantasei secondi dal primo in classifica. A causa di questo intralciante particolare e delle presumibili perplessità del mecenate, il burbero padre ha pregato il figlio tramortito di scuotersi almeno per una mezza dozzina di ore: «Ragazzo», gli ha detto nel suo rude linguaggio, «o ti dai una mossa o qui non ci scuciono una lira. Emergi sui Pirenei, fammelo per piacere, offri a questo tuo tormentato ma ancora fiducioso direttore generale il dono di una vittoria di tappa. Sì? No? Rispondi, parla, sennò impazzisco». Bugno s'è grattato il sopracciglio destro: «Vai al diavolo, Stanga, lo sai quanto mi piacerebbe». Vedremo. Indurain, che non conosce raffreddori, dolori di testa e di altre zone del corpo, sta bene, benissimo, si avvicina alla Spagna. Il trentatreenne Rominger ha un mal di 5' e 44", ma non se ne turba, è deciso all'attacco d'alta quota. Mejia soffre di un 3' e 23" e non si sa a che cosa sia deciso, tace, è una sfinge a pedali il colombiano. Il polacco Jaskula si tasta le gambe e si lamenta: ahi, ahi, ho un forte 4' e 45", però non mollo, mi diverto troppo a succhiare le ruote. Il danese Rjis e l'americano Hampsten viaggiano, rispettivamente, su stampelle di 10'26" e di 11'12". Il guerriero Chiappucci ha ammaccature ferite e cerotti per un totale di 14'09". Il navarro vigila, con la clava in mano, alla porta di un pronto soccorso: provate a svignarvela e vi sistemo io per le feste. Domani al Tour c'è la seconda distribuzione di montagne, cominciano i Pirenei, evitati l'anno scorso. Che cosa possiamo aspettarci da Chiappucci e da Bugno? Stando a ciò che è accaduto sul Galibier e sul Restefond, nulla. Ma la vicinanza di Lourdes e il terrore di dover raccontare ancora per sei tappe la storia di tre corridori che non riescono a togliersi di dosso Miguel neppure con la fiamma ossidrica, inducono a fantasticare miracoli. A Chiappucci, rinsanguatosi a Isola 2000, potrebbe saltare in mente di puntare (nessuno glielo proibisce) le sue residue sgualcite carte sul terzo posto a Parigi. Non scherziamo: e come ci arriva? Scavalca Hampsten, scavalca Rjis, scavalca Rominger e dice a Jaskula: tu qui? E che ci fai? Avendo Jaskula un vantaggio su Chiappucci di nove minuti e trentotto secondi, l'operazione non nasconderebbe, certo, i suoi disagi. Passi per Hampsten, passi per Rjis, una giornataccia e si inabissano. Immaginiamo addirittura (non costa nulla) che il polacco Jaskula giunga al primo colle, dimentichi d'essere al Tour e faccia dietro front. Ci vogliamo rovinare. Costringiamo a desistere anche Mejia. Ma Rominger, no, non eccediamo, Rominger resta il numero 2. A quali miraggi, a quali astrusi conteggi ci hai ridotti, guerriero. Così, un po' per celia e un po' per non dormir, avanziamo verso Andorra, Tarbes, Pau. Oggi ci tocca una Montpellier-Perpignan di ben 224 km. Un sussulto altimetrico iniziale, una lunga pianura, un ulteriore sussulto, quota 250, in conclusione, aspettano eventuali acquirenti. Gianni Ranieri Al tedesco Ludwig (foto) la volata di Montpellier

Luoghi citati: Andorra, Montpellier, Parigi, Pau, Spagna