Parole e musica che festa
Parole e musica/ che festa Parole e musica/ che festa Goveani-Mondonico: stateci vicino TORINO. Forse la serata di ieri allo Stadio delle Alpi merita di entrare nel manuale su «Come organizzare la presentazione di una squadra di calcio per il nuovo campionato». A parte alcune cadute di gusto «minori», con frequentazione esagerata del bisillabo più usato in Italia, il «vaffan», la presentazione del Torino merita aggettivi positivi. Affollata (diecimila?), calda, con entusiasmi giusti al posto giusto, con tanto granata in parole e musica, e con Enrico Ruggeri detto Rouge, rosso, dunque in tinta per la chiusura della festa. Il timore del pecoreccio, dell'assurdo, del demente (diverso dal demenziale) è sempre forte, quando si devono percorrere certi luoghi comuni, frequentare certe sentimentalerie obbligatorie. In agguato anche il guittismo, il revanchismo, il reducismo eccetera. Niente ieri sera del brutto o dello smaccatosvaccato quasi canonico in queste occasioni. La curva Scirea, scelta per abituare la gente granata a sistemarsi anche di fronte alla Maratona, era piena di gente bardata, di striscioni, di giovani e vecchi, di donne e uomini di varie gradazioni o bellezza. Cosa c'è stato? Tutto e niente. Il copione era ricco, il cartellone e il programma erano farciti bene di cose, ma ha vinto !a commedia dell'arte, blandamente e perciò saggiamente gestita dai presentatori, Raffaele Corradini e Alberto Brandi di Italia 1, aiu- tati dal torinese Gian Luigi Bonsarver: tutti a fare da fondale danzereccio e canoro, senza strafare ma senza neanche nascondersi dietro l'evento massimo, quello paracalcistico. Gli Statuto di Oscar Gianmarinaro, i Dedrio, Pluto e Birillo, Ghislandi hanno fatto canzoni e cabaret, quasi sempre con toni giusti, poi ecco il Toro. Ha preso la palla, nel senso di microfono, Brandi, che ha assecondato la folla che ha assecondato lui. Presentazione di Goveani e dei suoi più stretti collaboratori, cioè Zaccarelli, Randazzo e Pinacci, e poi ecco i giocatori, tutti fuorché i tre uruguaiani e Delli Carri, militare. Tutti chiamati in scena con le parole giuste, uno slogan a testa, tutti in granata, e con bandiere. Osio applauditissimo, come Mussi, Galli, Jarni, specialmente Annoni abbigliato fra il Tarzan e i Blues Brothers. E Fusi e Mondonico, osannati, con la Coppa Italia. E le parole di Goveani, preciso, intelligente, anche furbo nei lavori di aggressione, di piallatura (quando la folla ha fischiato un po' i giornalisti da lui evocati), comunque sempre attento, calibrato, giusto nelle parole. E Mondonico, due parole dal vecchio cuore granata, «stateci vicino». E sul maxischermo primi piani, anche con lacrime, e memorie fresche della Coppa Italia («Oh quanto lottata, oh come vinta senza santi in Paradiso»: Goveani). In fondo non c'è nulla da narrare particolarmente, perché non c'è stato il troppo matto e il troppo convenzionale. Una festa soprattutto da vivere, da partecipare: e ci sono stati persino pochi momenti antijuventini. La gente chiamata ad un karaoke ha infilato i suoi cori tifoidei fra una canzone e l'altra, prima quelle eseguite dagli stessi giocatori granata, poi quelle dei quasi debuttanti. Uno striscione per tutti: «Gullit a Camogli a svernare sugli scogli». Fine dei rimpianti, evviva Osio. Enrico Ruggeri, amicissimo di Mondonico, ha quasi aspettato la notte per entrare nella festa. Intanto aveva capito molte cose del Toro. Che ha un presidente che potrebbe fargli concorrenza, ad esempio: perfetto nel cantare «La casa in riva al mare» di Lucio Dalla accompagnandosi con la chitarra. [g. p. o.] Diecimila tifosi allo stadio Delle Alpi per la presentazione di giocatori e vip Danze, cabaret e anche il karaoke Una curiosità alla festa granata ieri sera al delle Alpi: canta Ruggeri Osio alla batteria
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