Zootecnia una boccata d'ossigeno

Via libera dalla Commissione Cee, il settore cerca una soluzione alla crisi Via libera dalla Commissione Cee, il settore cerca una soluzione alla crisi Zootecnia, una boccata d'ossigeno • «Diano carne» aiuti ber 190 miliardi ROMA. Dopo un «iter» che ha impegnato per 16 mesi ministero e organizzazioni dei produttori per fornire a Bruxelles documenti e chiarimenti, la commissione ha dato il via libera al «piano carne bovina». Il «piano», approvato dall'Aima nell'aprile dello scorso anno, è dotato di 190 miliardi, di cui 80 disponibili per il primo esercizio per realizzare una serie di azioni mirate a migliorare la qualità della carne, quindi attraverso la certificazione, la commercializzazione e il prezzo alla produzione. Sono previsti aiuti agli allevatori per le azioni riproduttive, alimentari e sanitarie, aiuti alla promozione e all'industria di macellazione. Alla erogazione, assieme all'Aima dovranno provvedere le Associazioni dei produttori, i Consorzi per le carni tipiche e le associazioni allevatori. Le norme per l'accesso agli aiuti sono previste per settembre. Il «piano» arriva in un momento non facile per il settore. Dopo una ripresa del mercato stimolata da fattori valutari che hanno reso meno competitiva l'importazione di carni e animali vivi, l'andamento dei prezzi è di nuovo in flessione anche per una domanda che risente dei postumi del dopo afta, dei comportamenti stagionali che premiano i prodotti alternativi alla carne. Il quadro generale consente di rilevare una nuova contrazione del numero dei capi all'ingresso e quindi la riduzione delle macellazioni e della produzione. Al calo che si aggira sul 10% hanno contribuito anche il costo dei cereali che contrariamente alle decisioni di Bruxelles in materia non hanno registrato diminuzione e per il mais è stato registrato un aumento che si ripercuote significativamente sui costi alimentari. Da sottolineare tra i problemi non ancora risolti le difficoltà negli approvvigionamenti dei vitelli da ristallo. La decisione legata all'afta di chiudere le importazioni dall'Est, solo recentemente sbloccate a favore della Polonia, ha privato gli ingrassatori italiani del mercato dell'Est e ciò ha contribuito al rialzo dei prezzi del bestiame comunitario, in particolare del «ristallo» francese che arriva in Italia a prezzi elevati compromettendo in partenza le risultanze finali delle gestioni. Importazioni che hanno dato luogo anche a denunce di omissioni fiscali in materia di Iva, favorite dal superamento dei controlli doganali conseguenti all'apertura delle frontiere. Intanto l'osservatorio prezzi del ministero, in considerazione della stabilità pluriennale del mercato della carne al consumo, ha deciso di revocare il regime di sorveglianza a cui era sottoposto dal 1982. Basterà l'attuazione del «piano carne» a riportare un po' di otti¬ mismo all'interno del comparto? E' questa la domanda che circola tra gli operatori. In un contesto comunitario che vede Francia e Germania intervenire con sostegni ragguardevoli in aiuti all'economia agricola, il «piano» italiano è una cosa modesta, per cui da solo non basterà a ricreare le condizioni per un impegno produttivo in grado di assicurare risultati economici soddisfacenti e quindi ottenere un arresto all'emorragia di stalle che chiudono, (-40% in 8 anni) allontanando la nostra produzione da quel 60% di autosufficienza che nelle volontà politiche si voleva difendere. Ci saranno le integrazioni di prezzo previste dalla riforma Mac Sharry a dare una mano, ma la posizione italiana, se non intervengono le correzioni sollecitate da Diana, ne esce penalizzata. Infatti il premio Cee è riservato ai primi 90 capi e viene erogato due volte sul corso della vita del vitellone, a 10 e 22 mesi, per ora nella misura di 60 Ecu (130 mila lire). Ma il 2° premio per l'Italia resta di difficile conseguimento perché i capi all'ingrasso intensivo maturano prima di 22 mesi. Occorre allora conseguire l'unificazione del premio per evitare che l'Italia debba rinunciarvi. Altra misura che danneggia l'Italia riguarda il premio ai vitelli di 10 giorni, perché incoraggia la strage degli innocenti e riduce la disponibilità di soggetti da destinare al mercato internazionale. Occorre ancora preoccuparsi del rapporto superficie capi in allevamento e rimandare l'obiettivo dei 2 capi ettaro superficie foraggera (oggi 3,5) a tempi migliori. Inoltre non si può escludere dalla conta la superficie boschiva che ben si presta al pascolo e quindi può concorrere alla produzione di carne. Infine la Comunità deve prendere atto che la tendenza al calo produttivo è un fatto ineluttabile e le cifre oggi disponibili confermano che in due anni il surplus produttivo comunitario si è più che dimezzato passando dal 113 al 106% del 1993. Fortunato Tìrelli

Persone citate: Mac Sharry

Luoghi citati: Bruxelles, Francia, Germania, Italia, Polonia, Roma