Pensioni e tasse quanti «sussurri»

Pensioni e tasse/ quanti «sussurri» Pensioni e tasse/ quanti «sussurri» E Ciampi replica al Senato: il tempo è prezioso ROMA. Rinviata ai primi di settembre la manovra economica, si apre un gran festival estivo delle indiscrezioni. Che cosa il governo ha già stabilito? Che cosa deve ancora decidere? Sulla base delle smentite e delle conferme di ieri, si può cercare di fare il punto, mentre sulle polemiche tra Senato e governo sul ripetuto ricorso al voto di fiducia, Palazzo Chigi risponde indirettamente a Spadolini facendo notare che il governo «ricorrendo a tale procedura si è fatto carico anche di fondate preoccupazioni parlamentari, espresse in sedi ufficiali, per il rispetto dei tempi fissati per i lavori del Senato», di cui è «parte essenziale l'approvazione delle nuove legi elettorali». Basta con gli sprechi. Il punto di forza politico della manovra di Carlo Azeglio Ciampi dovrebbe essere un colossale piano di riduzione degli sprechi nella pubblica amministrazione. Dei due partiti che con l'astensione permettono al governo di reggersi, è già piaciuto al pds e potrebbe incontrare il favore della Lega. Il ministro della Funzione pubblica Sabino Cassese tenterà di portare a termine il piano forse entro la settimana prossima. Gli alti gradi dello Stato lo stanno sordamente ostacolando. Si farà pulizia nei contratti per la fornitura di beni e servizi allo Stato, rinegoziando quelli che hanno prezzi visibilmente superiori a quelli di mercato. Si sfronderanno privilegi annosi dei pubblici dipendenti, come le cure termali, i permessi sindacali, i Crai, le cosiddette baby-pensioni, i finti straordinari. Pensioni. Ieri il ministro del Lavoro Gino Giugni ha smentito «nel modo più assoluto che in sede governativa siano state definite proposte di tagli alle pensioni, e in particolare a quelle di anzianità». Peraltro di questa materia si sta discutendo «anche in opportune consultazioni con le organizzazioni sindacali. La modifica del calcolo per le nuove pensioni di anzianità è la questione più controversa che il governo sta affrontando. I sindacati si oppongono, anche perché si ostacolerebbero i prepensiona¬ menti, strumento efficace per alleviare la situazione delle imprese in crisi. Un'altra ipotesi è rinviare al '95 l'adeguamento delle pensioni di annata. Tasse in più e in meno. L'andamento eccezionalmente buono del gettito fiscale spinge il ministro delle Finanze Franco Gallo a studiare alcuni alleggerimenti. Ma è improbabile che il governo possa dare via libera a un calo della percentuale di acconto per l'autotassazione del prossimo novembre (dal 98% si dovrebbe passare al 9295%). Lo sgravio deU'Irpef sulla prima casa, che avrebbe effetto dal maggio '94, sarà esaminato più in là. Quanto alla «restituzione del drenaggio fiscale», ovvero sgravio Irpef di 2300 miliardi per lavoratori dipendenti e pensionati, i sindacati chiedono qualcosa fin dal conguaglio di fine '93, il governo è disposto a cominciare dal gennaio '94. Dal lato degli aumenti di imposte, è fuori di ogni dubbio - benché se ne parli poco, per non creare un clima inflazionistico - che dal 1° gennaio '94 sarà ritoccata l'Iva su alcuni prodotti. Beni e servizi che oggi sono al 9% o al 12% passeranno all'aliquota ordinaria del 19%; è del tutto escluso invece un aumento di quest'ultima al 20%. [r. r.] Accanto da sinistra Gino Giugni ministro del Lavoro e Franco Gallo ministro delle Finanze

Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Ciampi, Franco Gallo, Gino Giugni, Sabino Cassese, Spadolini

Luoghi citati: Roma