la Liguria trema il turismo in fuga di Pier Paolo Cervone

Crollano cornicioni, anziani ricoverati in ospedale. La gente impaurita è corsa in spiaggia Crollano cornicioni, anziani ricoverati in ospedale. La gente impaurita è corsa in spiaggia la Liguria trema, il turismo in fuga Sveglia col sisma, poi altre scosse FINALE LIGURE DAL NOSTRO INVIATO La Riviera trema. E dal primo sisma, avvertito martedì mattina, sono già passati cinque giorni. I pennini degli osservatori si sono mossi ben 350 volte. Ma ieri è scattato, per così dire, l'allarme rosso, almeno nella psicosi della gente. Trenta scosse nella sola mattinata, ma appena tre avvertite anche dagli abitanti e dai turisti che affollano spiagge e alberghi. Sono bastate: il terremoto ha dato la sveglia alle 7,56 (tra il 3° e il 4° grado della scala Mercalli), ha concesso il bis alle 8,08 (più leggero, 2° grado), ci ha preso gusto alle 8,27 (tra il quarto e il quinto grado), per raggiungere alle 12,35 il suo apice, ovvero il settimo grado. I pavimenti hanno oscillato, si sono spostati tavoli e mobili, è stato un movimento sussultorio di dieci-quindici secondi. Anche chi camminava per le strade si è fermato, ha awuto un attimo di smarrimento: oddio, il terremoto. All'ora di pranzo non ha ballato solo mezza Liguria, praticamente le province di Savona e Imperia, entroterra compreso, ma anche una buona fetta di Piemonte. La scossa più forte l'hanno avvertita persino in Alta Val Tanaro, tra Garessio e Ceva, in provincia di Cuneo, a Ovada e nei paesi della Valle Stura, in provincia di Alessandria. Nessun danno, qualche cornicione pericolante che ha ricevuto il colpo di grazia, alcuni alloggi lesionati, calcinacci sparsi qua e là nelle stradine dei centri storici, una coppia di Savona sistemata in albergo, numerosi anziani (almeno una decina) ricoverati al pronto soccorso dell'ospedale San Paolo perché colti da malore. Molti uffici si sono svuotati in anticipo, e le spiagge ieri erano più affollate del solito, perché in riva al mare, lontano dalle case, la gente si sente più tranquilla, anche se ieri il sole andava e veniva e la temperatura non era proprio di mezza estate. Tra una scossa e l'altra fioccano le telefonate. E molti centralini vanno in tilt: carabinieri, pompieri, polizia urbana compiono i primi interventi, si mette in moto la macchina della protezione civile, un elicottero dei Vigili del fuoco ha decollato da Genova ed ha sorvolato tutta la zona interessata. Si transennano alcune strade, si eliminano tegole e porzioni di tetti che rischiano di precipitare. Ma soprattutto si cerca di assicurare, di tranquillizzare, insomma di non provocare un inutile panico. Non è facile. Ieri, dopo il movimento tellurico delle 12,35, anche le redazioni dei giornali hanno ricevuto decine di chiamate. Dall'altra parte della cornetta soprattutto donne, spaventate, in ansia, che chiedono notizie, vogliono sapere se bisogna preoccuparsi, se ci saranno altre scosse, se possono dormire nelle seconde case o nelle camere d'albergo, se devono interrompere le ferie e avvisare il marito che, «sa, è rimasto in città». La parola agli esperti. Intanto l'epicentro. E' stato localizzato nella zona tra Loano, Toirano e Boissano, in particolare sul Colle del Melogno, alle spalle di Finale. «Una zona per fortuna poco abitata», dice il professor Claudio Eva, sismologo dell'Università di Genova. Che aggiunge: «La scossa più forte è stata tra il sesto e il settimo grado. Ieri mattina i nostri strumenti ne hanno registrate ben trenta, ma si trattava per fortuna di semplici assestamenti». Ecco, in gergo si chiamano assestamenti. Succede questo, come illustrano i tecnici del Centro geofisico prealpino di Varese. La zolla africana si sposta di 1,5 centimetri all'anno verso NordEst e provoca una torsione della penisola iberica verso il Golfo di Biscaglia. Ecco perché da martedì a ieri ci sono stati questi «movimenti di liberazione» di scosse per fortuna a bassa energia. Il direttore del Centro, professor Furia, commenta: «Non bisogna dimenticare che tutta la Liguria è soggetta a fenomeni secolari di carattere rovinoso. E' positivo che si liberi questa energia sismica. Si evitano, così, più vaste tensioni». E mentre parla, il professor Furia corregge il numero delle scosse: «Guardi, proprio adesso gli strumenti si stan¬ no di nuovo muovendo. Meglio così». Allora, possono stare tranquilli gli abitanti e i turisti della Liguria? «Ma sì, ma sì - risponde Bino Bini, direttore del Centro meteo e sismico di Imperia - non ci dev'essere un ingiustificato allarmismo. La zona compresa tra Boissano, Pietra, Finale e il Melogno è notoriamente una zona in cui è presente una così detta faglia attiva minore. Una prima avvisaglia l'aveva già avuta in marzo. In quell'occasione, il punto colpito per primo e più intensamente dal terremoto era stato in Valle Armea. Il fenome- no di questi giorni, invece, sta interessando le Alpi Marittime e il Mar Ligure. Non è prevedibile un'azione di notevole forza. Sì, possiamo affermare che il peggio è passato, anche se la terra tornerà a scuotersi a lungo: sempre scosse di lieve entità comunque». Ieri mattina la Riviera sembrava tranquilla. Ma appena i televisori sono stati accesi, nelle case come negli alberghi, e i telegiornali hanno dato la notizia del terremoto, la paura è dilagata. Passano le camionette dei pompieri sul lungomare di Finale, di fronte all'arco in onore dell'In¬ fanta di Spagna, e vengono subito accerchiate. Una signora urla: «Diteci cosa dobbiamo fare». E i vigili del fuoco danno i consigli di sempre: non farsi prendere dal panico, raggiungere spazi all'aperto distanti dalle case, non usare gli ascensori, prima di lasciare gli alloggi chiudere i rubinetti centrali di luce, gas e acqua. A Loano stessa scena. Lungomare affollato di prima mattina. Una signora informa di aver già telefonato a casa. «In albergo non ci torno». E c'è chi, come un signore, taglia corto e dice che lui fa le valigie. Cala il sole, sulle spiagge restano solo i gabbiani, le boe dondolano deserte. La sera trascorre tranquilla, ma si rientra a casa e negli alberghi convinti che si dormirà con l'incubo di nuove scosse. Ma gli esperti dicono che è meglio così, che non bisogna spaventarsi, e allora il sisma può anche essere un sollievo. Nessuno è in grado di prevedere un terremoto, ma se la scienza in questo campo ha fatto così evidenti progressi è meglio non spaventarsi più del lecito. Ma quando la terra trema non è sempre così facile. Pier Paolo Cervone Epicentro nella zona attorno a Loano magli effetti si sono avvertiti anche in Piemonte Due momenti dei soccorsi scattati dopo la prima scossa di terremoto avvertita alle 7 e 56 del mattino di ieri, che ha causato molta paura e lievi danni

Persone citate: Bino Bini, Claudio Eva, Furia, Melogno, Mercalli