Quattro ragazzi bene uccidono l'amico

Fasano, i minorenni lo hanno rapito dopo la messa e massacrato a colpi di pietra Fasano, i minorenni lo hanno rapito dopo la messa e massacrato a colpi di pietra Quattro ragazii bene uccidono l'amico Non pagava le prestazioni omosessuali, punito BRINDISI. Di buona famiglia, figli di professionisti, una vita agiata, senza problemi finanziari. Ma allora perché offrivano prestazioni omosessuali a pagamento? E perché, per questo, hanno ammazzato, massacrandolo a colpi di pietra dopo averlo soffocato, un ex seminarista, Valerio Gentile di 17 anni? A Fasano, 40 mila abitanti, 50 chilometri da Brindisi, il delitto era da quattro mesi un giallo. Valerio fu ucciso il 14 marzo. Il corpo fu ritrovato in un bosco, accanto a un muretto. Il volto sfigurato. Il ragazzo si era probabilmente rifiutato di pagare poco più di un milione, somma richiesta in cambio di prestazioni sessuali. Lo punirono così, senza pietà, come si usa con i malavitosi che sgarrano. Nessuno sembrava disposto ad offrire agli investigatori un appiglio per proseguire le indagini. Ieri la svolta. Su ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale dei minori di Bari, Rosa Calia Di Pinto (la richiesta era stata avanzata dal sostituto procuratore Enrico Scoditti) i carabinieri hanno arrestato quattro studenti, due ragazzi di 17 anni, M.S. e N.T., e due di 16 anni, A.R. e A.S.. Ragazzi apparentemente tranquilli, il figlio del medico, il figlio dell'avvocato, famiglie normali, benestanti. Al momento della cattura, la sorpresa. Non hanno battuto ciglio. «Uno di essi era glaciale» racconta un ufficiale dei carabinieri descrivendo il più risoluto dei quattro, rispettato dai compagni per questo suo atteggiamento sprezzante. Ma anche gli altri erano impassibili, neppure una smorfia. Quando l'operazione è scattata erano le 5,30 - dormivano con le loro famiglie in alcune villette di Savelletri, località balneare nelle vicinanze di Fasano. Ora devono rispondere di concorso in omicidio e presentare un alibi credibile per respingere i «gravi indizi» emersi dalle indagini. I quattro sono rinchiusi nell'istituto per minorenni «Fornelli» di Bari. La storia è drammatica e, per molti versi, incomprensibile. Comincia una domenica di marzo. E' il 14. Valerio Gentile, che ha alle spalle due anni di seminario, frequenta il liceo classico ed «ha racconta con grande affetto ed ammirazione chi l'ha conosciuto bene - una mostruosa preparazione culturale». E' un ragazzo tutto casa e chiesa, fa il chierichetto nella parrocchia di Santa Maria della Salette. Ma da qualche tempo manifesta tendenze omosessuali. Ha una voce sottile, movenze femminili. Però non cerca minimamente di dissimulare la sua condizione. Si accetta e gli altri lo accettano, gli vogliono bene, lo stimano. Ma i genitori - il papà Nicola è titolare di un'azienda che commercia carni, la madre Antonietta è bibliotecaria comunale - non gli concedono grandi libertà per evitare che il ragazzo frequenti amicizie pericolose, come accade spesso. Non lo lasciano uscire da solo. Ma il 14 è una tragica eccezione. Il ragazzo indossa un vestito blu, elegantissimo. Chiede di poter andare in chiesa e di rincasare da solo. «E' una bella giornata», dice. «Per le 12,30 sarò a casa». Il papà lo accompa- gna e poi va via, si fida del ragazzo. Valerio non vuole mancare, nel pomeriggio, alla festa di compleanno organizzata da un amico di scuola. Ma non torna più. Tra gli ultimi a salutarlo c'è il parroco don Peppino Cito che racconta di averlo visto su uno scooter Sfera di colore verde, seduto tra due coetanei. Si salutano, il sacerdote e il ragazzo. E' questo, probabilmente, l'ultimo incontro di Valerio prima di essere ucciso. La moto punta verso il bosco della Selva di Fasano, al confine con Monopoli (Bari). Qui si dirige anche una Vespa con altri due ragazzi a bordo. C'è un testimone che, nel clima di omertà del paese, ha visto tutto e racconta. Se il «giallo» sembra essere risolto, il merito è anche suo. Che cosa sia però accaduto nel bosco, non lo sa nessuno. Secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, Valerio si rifiuta di consegnare i soldi richiesti come compenso per le prestazioni sessuali offerte dai quattro. E così viene malmenato, soffocato, finito a colpi di pietra. Poche ore dopo la scomparsa, scatta l'allarme. Il papà telefona ai parenti, poi si rivolge ai carabinieri. Si pensa al rapimento, ma è un'ipotesi labile che serve semplicemente a tener viva la speranza. Nelle ricerche si impegnano, oltre alle Forze dell'ordine, anche volontari della parrocchia, gli amici di Valerio. E sono loro, due giorni dopo, alle 10 del mattino, a ritrovarne il corpo. Il ragazzo è disteso vicino a un muricciolo di pietre, il volto sfigurato. Accanto, il cappotto, gli occhiali, due sassi sporchi di sangue. Ma sulla mano, pensano gli investigatori, vi sono tracce di sperma. Sarebbe la dimostrazione che la pista da seguire è quella dei rapporti omosessuali. Gli esami eseguiti qualche ora dopo, però, lo escludono: non c'è traccia di rapporti sessuali, Valerio non ha subito violenza carnale. Ma la pista è ormai questa. Gli investigatori ascoltano i compagni di scuola, gli insegnanti, gli amici. Ai funerali partecipano tremila persone. E il parroco, nella sua omelia, invita tutti a dare una mano affinché venga fatta giustizia. Viene istituito un numero telefonico, si cercano testimonianze decisive. Ma i carabinieri devono fare i conti con le reticenze. In pochi collaborano. Ieri mattina la svolta. Sandro Tarantino II giallo risolto da un superteste dopo 4 mesi I colpevoli restano impassibili di fronte alle accuse Un giovane che vende prestazioni sessuali: i quattro ragazzi di Fasano pretendevano un milione dal loro coetaneo Una scena dal film «Ragazzi di vita» di Pier Paolo Pasolini: violenza e sesso a pagamento come nel caso dei giovani di Fasano

Persone citate: Enrico Scoditti, Fasano, Peppino Cito, Pier Paolo Pasolini, Rosa Calia Di Pinto, Sandro Tarantino Ii, Valerio Gentile

Luoghi citati: Bari, Brindisi, Fasano