Genova di Guido Coppini

Genova Genova Dopo Burlando tanti «no» Marongiu conteso da Lega e Segni GENOVA. Chi sarà il sindaco che i genovesi sceglieranno a novembre? Per ora, in tutti gli ambienti politici, si raccolgono dinieghi, perplessità, richieste di tempo per riflettere: insomma, qualche forse e molti no. Nella gara ad eliminazione, che è il motivo centrale di questa convulsa fase preparatoria, sono già cadute alcune teste importanti. Non si ricandida l'ex sindaco del pds Claudio Burlando, già arrestato per il noto pasticciaccio delle celebrazioni colombiane. Il pds rimane sulla linea tracciata nei giorni scorsi da Massimo D'Alema a Genova: ricerca di contatti con tutte le forze della sinistra in grado di segnalare unitariamente un nome. Dipenderà anche dagli elettori: il crollo dell'industria pesante, falcidiando le tute blu, pare abbia notevolmente ridotto il tradizionale serbatoio elettorale pidiessino, un tempo fortissimo in quel Ponente che era chiamato la «Stalingrado di Genova». Clima di attesa anche alla de, che ha in corso una sua rifondazione gestita dall'onorevole Bruno Orsini: si fa con insistenza il nome di Ugo Signorini, ex assessore regionale, nelle scorse elezioni il candidato più votato. Poi, come si sa, strani giochi di partito portarono all'elezione del socialdemocratico Romano Merlo. Un «signor nessuno», schizzato fuori da una scatola di bussolotti. Ugo Signorini da un anno si è ritirato dalla politica: non rifiuta a priori, ma la sua cautela ad accettare la candidatura dipende evidentemente dal timore di bruciarsi nella lunga corsa da oggi a novembre. Un no viene anche da «Titti» Oliva, presidente degli industriali, socialista: il suo partito è ora troppo impegnato a frenare l'emorraggia dei consensi e la fuga dei «quadri» per pensare concretamente alla poltrona di palazzo Tursi. L'arresto di Delio Meoli, leader indiscusso del garofano in Liguria, ha inoltre scompaginato tutti i piani del psi. Sta riflettendo Giovanni Marongiu, professore di Scienza delle Finanze, stretto collaboratore di Victor Uckmar: gli ha lanciato un appello anche Mario Segni. Lo avrebbe voluto la Lega Nord: «Con la quale - precisa Marongiu - non ho però avuto alcuna trattativa». Pone due condizioni: la scelta della squadra che affiancherà il sindaco e il programma. Marongiu potrebbe decidere se candidarsi o meno il 23 luglio prossimo, quando si incontrerà a Genova con Mario Segni. Un altro nome che circola è quello dell'avvocato Gianni Di Benedetto, ex membro del consiglio superiore della magistratura. Lo spinge l'msi, ma lui vorrebbe essere sostenuto da uno schieramento più ampio. Ma come deve essere il sindaco di Genova? In molti hanno tentato un'identikit: deve essere persona onesta, avere spiccate doti di organizzatore, dovrà occuparsi soprattutto della qualità della vita, dei posti di lavoro, del traffico, dell'inquinamento. Un city-manager non facilmente disponibile per la vita pubblica: fra l'altro, i rampolli delle grandi famiglie che fecero la Superba, non amano - specialmente ora - la politica. E ancora: «Non un poeta, non uno che si faccia condizionare dai partiti, uno che abbia dimostrato nel suo campo talento e comprovate capacità organizzative». Insomma, qualcosa come un angelo con le ah. E il nuovo sindaco dovrà affrontare una situazione di collasso come Genova non ha mai avuto. Chi se la sente di affrontare un impegno simile? Guido Coppini

Luoghi citati: Genova, Liguria