Affari tutti d'oro con le discariche

L'ex sindaco (psi) di Vercelli dal magistrato L'ex sindaco (psi) di Vercelli dal magistrato Affari tulli d'oro con le discariche Il businness delle discariche, i lucrosi affari che si nascondono dietro allo smaltimento dei rifiuti: i magistrati che indagano sui reati contro la pubblica amministrazione stanno lavorando in questo settore da tempo, e nel mirino è già finita la discarica di Cavaglià, con un avviso di garanzia per concussione al deputato socialista Giuseppe Garesio. Adesso tocca ad una società del settore ecologia, la Chimica Industriale di Rivalta, trasferita a Milano. Ieri mattina questa impresa - che apparteneva a una consociata dell'Interchim, ex Ipca di Ciriè, conosciuta come la «fabbrica della morte» - è stata al centro del colloquio che Fulvio Bodo, ex sindaco di Vercelli (psi), ha avuto con il sostituto procuratore Vittorio Corsi. Bodo, che era stato arrestato per tangenti a Vercelli a ottobre, è indagato a Torino nell'inchiesta sulla centrale di Trino Vercellese: l'accusa formulata contro di lui dal pm Giuseppe Ferrando è di concussione, in concorso con il segretario regionale della de, il deputato Gianfranco Astori, per il quale è stata inoltrata la richiesta di autorizzazione a procedere. Ieri l'ex sindaco di Vercelli nella veste di testimone ha raccontato al magistrato la composizione societaria della Chimica Industriale Spa, un tempo di proprietà di Giovanni Gremmo, titolare di alcune aziende che operano nel settore smaltimento rifiuti, tra cui la Italrifiuti di Torino (e, in passato, la Servizi Industriali di Orbassano). Che cosa si nasconde dietro alla Chimica Industriale? All'esame del magistrato ci sono i soci effettivi. Ma c'è il sospetto che in questa Spa ve ne siano di occulti, prestanome dietro ai quali potrebbero nascondersi uomini politici piemontesi. La società, acquistata per poco, è stata recentemente venduta a un gruppo milanese per 6 miliardi. Un affare poco chiaro, tutto da studiare. Sempre nel settore eco-businness, ieri è stato interrogato Luigi Cima, ex funzionario della Cis, Consorzio italiano strade (gruppo Fiat). Cima (che è difeso dall'avvocato Chiusano) era stato arrestato il 18 giugno per false dichiarazioni al pm Giuseppe Ferrando, titolare dell'inchiesta sulla discarica di Cavaglià. L'ex funzionario è attualmente ricoverato al repartino detenuti delle Molinette per problemi di salute. A metterlo nei guai il racconto fatto ad un amico nell'estate del '91 : «Ieri ho consegnato in Provincia, a Vercelli, tre buste destinate ad uomini politici. Dentro c'erano rispettivamente 500, 400 e 200 milioni». Le «mazzette» sarebbero state pagate per agevolare l'appalto per la discarica. Cima ha sempre negato, e anche ieri ha riconfermato la sua versione: «Era soltanto una battuta, volevo vantarmi». Il magistrato ha deciso di mantenere la custodia cautelare nei suoi confronti. La Procura ha chiuso il primo troncone d'inchiesta sulle tangenti Aem (teleriscaldamento di Mirafiori Sud): il dottor Corsi ha chiesto il rinvio a giudizio per il socialista Enrico Fiorentino, e per gli ex consiglieri Aem Giovanni Giubergia (pli), Ettore Altea e Duccio Lamberto (psi), Gino Carli (pri), Pasquale Metallo (de). Per tutti l'accusa è di concussione. Brunella Giovara Fulvio Bodo, ex sindaco di Vercelli