Parma e Piacenza i due poli del Ducato

Scala punta allo scudetto, Cagni alla salvezza I Trap conta su Baggio2 come perno e sulla crescita di Vialli Scala punta allo scudetto, Cagni alla salvezza I Trap conta su Baggio2 come perno e sulla crescita di Vialli Parma e Piacenza i due poli del Ducato PARMA DAL NOSTRO INVIATO Parma e Piacenza, città un tempo appartenenti all'omonimo Ducato, si sono svegliate insieme in questo venerdì di metà luglio. Andiamo, è ora di radunarsi. E' il quarto anno di A per il Parma, il primo nella storia del Piacenza. In mille plaudono i conquistatori della Coppa delle Coppe a Wembley. In trecento, non meno felici e ansiosi di intraprendere la nuova avventura, cingono d'affetto la matricola. Mezz'ora d'auto separa questi due rigogliosi centri della Padania. Sessanta chilometri nei quali potrebbe riassumersi il ritornello di ogni campionato: scudetto e salvezza. Il primo è bandito soltanto per scaramanzia dalle ricche tavole parmigiane, il secondo è invocato come il principe azzurro dalla nuova Cenerentola del calcio italiano. Terza forza l'anno scorso, il Parma, rinunciando al solo Osio che non accettava il turn-over, ha acquistato Zola e Crippa per ringiovanire e rinforzare il centrocampo. A tutto ieri aveva già ampiamente coperto gli otto miliardi di deficit, avendone incassati oltre 12 dalla campagna abbonamenti (19.754 tessere vendute in 4 giorni, nuovo record). «Mister, sarà difficile ripetere quanto fatto l'anno scorso, ma ora tocca a lei» ha detto il patron Tanzi a Scala dopo la chiusura del mercato. «Giuro che non mi sento condannato a migliorare» risponde il tecnico. Ma ammette: «Zola è l'elemento giusto per il salto di qualità e Crippa rappresenta l'alternativa a Cuoghi, che ha deciso di abbandonare (farà l'osservatore ndr)». BucciBallotta diventerà un problema? «Ci sarà concorrenza, non solo tra loro ma per tutti. Chi non accetterà le mie scelte faccia come Osio, nessuno lo fermerà». Zola ha capito tutto: «Qui ci sono meno folle oceaniche ma più concretezza». L'allenatore ha chiesto una sola cosa a società, giocatori e tifosi: bandire la parola scudetto. «Estrarrò cartellini gialli e rossi davanti a chi viaggerà sulle ali dell'entusiasmo, dimostrando di aver perso l'umiltà. Ho una squadra bellissima, ma aspettiamo la fine per dire se davvero è la più forte». Il patron Tanzi lancia lo slogan: «Umili, ma consapevoli di essere grandi». Ai successi del Parma, come in tutte le sinergie che si rispettino, ha fatto eco l'espansione della Parmalat che ora - parole di Tanzi spera di diventare sponsor delle Olimpiadi di Atlanta. E' la filosofia del gruppo, di una società già presa a modello da alcuni altri club, primo fra tutti il Bologna di Gazzoni che riparte dalla C. «Il Parma - spiega Tanzi - deve continuare a essere simpatico e divertente, ma aggiungete anche vincente. Però hanno ragione i bookmakers inglesi: non siamo favoriti e quindi niente parola scudetto altrimenti il secondo posto, che adesso rappresenterebbe un successo, diventerebbe poi una delusione. Facciamo le cose per gradi, sapendo che si può sempre fare di più». Scaia respira: «Non ho mai fatto discorsi di grandezza, la mia più grande soddisfazione è sapere che 20 mila persone hanno già prenotato il posto allo stadio forse perché si sono divertite nei quattro anni della mia gestione. Però gli scommettitori stiano attenti: i Lloyds hanno già perso 6 miliardi con noi». C'è un solo rischio, ed è quello di un prematuro appagamento per quella Coppa delle Coppe anche ieri in bella mostra nel salone dell'albergo sede del raduno, al quale sono intervenuti anche sindaco e prefetto oltre all'amico Clay Regazzoni, emblema con Lauda dei trionfi Parmalat ai tempi della Ferrari. Unico assente Pizzi, diventato padre a mezzogiorno. «Toccherà a Scala trovare l'antidoto» afferma Tanzi, sicuro che con Zola e Crippa sia stato colmato il gap da Inter e Milan. Capitan Minotti, per tutti, promette: «Abbiamo ancora voglia di vincere molto». Sessanta chilometri a Ovest, in quel di Piacenza, assente il presidente Garilli, parla Cagni, l'allenatore della storica promozione in A: «Gli innesti di Ferrante (toh, un ex Parma ndr) e Polonia sembrano poca cosa, ma sono convinto che sia stato giusto confermare il gruppo dell'anno scorso. Credo nella salvezza. Chi ci dà per retrocessi sappia che molte squadre suderanno per batterci». E il ds Marchetti, ex Juve e Atalanta: «Non abbiamo preso stranieri perché quelli buoni costavano troppo». E dire che il Parma sarebbe felice di piazzare l'argentino Berti, in sovrappiù. Si è sempre in tempo a ricostituire il Ducato. Franco Battolato PERUZZI rSìvA) K0HLER roRTUNATC i CONTE VIALU IV MOELLER D. BAGGIO MBAGGi0 11 CESARCI m P0RR1NI Mt [CARRERA] KOHLER FORTUNATO 0. SAGGIO MAROCGHI 1 IV. R. BAGGIO MOELLER CASIRAGHI VIALU PERUZZI J. CESAR tj-, TORRINI ♦ A ^ FRANCESCANI KOHLER FORTUNATO ! {TORRICELLI] 0 _ CONTE A VIALU MOELLER D. SAGGIO R. BAGGIO- I TRE SCHEMI DELLA JUVENTUS Le alternative per Trap: una squadra più potente con Casiraghi nel tridente, formazione più veloce con Moeller davanti e la terza, più bloccata in difesa fidando nella spinta di Francesconi e Fortunato I sulle fasce

Luoghi citati: Atlanta, Parma, Piacenza, Polonia