E SIMONA le altre

«Il mio sogno nel cassetto è presentare Sanremo» i Su Radiotre «Il mio sogno nel cassetto è presentare Sanremo» SIMONA le altre Qui accanto, nella foto grande Simona Tagli, ieri su Raidue nel «Grande gioco dell'oca», che conduce con Gigi Sabani e Jo Squillo ROMA. Sbagliato credere che i alletti d'oro della «tv pon pon» non pensino. Eccome pensano. Un nome per tutti, Simona Tagli. Se le barn bine di Boncompagni crescessero nella testa come lei, fra un po' di tempo a sculettare davanti al video ci ritroveremmo tante Rita Montalcini. Che non suoni a offesa per nessuna ma la Tagli fa impressione, non tanto per il suo fisico, quanto per le risposte, perché Simona non parla, disserta. A dimostrazione, semmai ce ne fosse bisogno, che l'intelligenza (vale anche per la tv in rosa), non è mai un'aggravante. La ricordate quando nel cruciverba di una passata «Domenica In» infilava le lettere nelle apposite caselle e ad ogni movimento verso l'alto la sua gonna saliva a confini da infarto per l'ex direttore Rai Pasquarelli? «Svestita bene», dicevano. Adesso Simona Tagli su Raidue è in scena con «Il grande gioco dell'oca». Un gioco di sicuro non suo. E' invece ,jl programma estivo che conduce insieme con Gigi Sabani e Jo Squillo. Quando ha iniziato in tv? «Dodici anni fa con "Pop Corn" su Canale 5. Ricordo che c'era Berlusconi che veniva di persona negli studi e chiedeva, s'interessava alle trasmissioni». Allora aveva 17 anni. Da Pop Corn all'Oca, un lungo viaggio con grandi reponsabilità? «So che cosa vuole dire. Una reponsabilità fra virgolette. Tante volte le cose prospettate non risultano un granché e spesso quelle considerate banali servono per maturare un progetto futuro». Lei si considera a tutti gli effetti una donna di spettacolo, ma sa cantare? «So cantare e ho studiato danza». Canta meglio della Panetti? «Capisco che cosa intende. Le dirò che a me piace Mina. Per carità non canto come lei, anzi. Vede, non sono convinta d'essere una cantante, per cui la butto sull'iro nia quando canto. Ma l'espressione artistica di Mina mi piace». Chi riesce a far strada? «Vuole forse dire che nel nostro ambiente si va avanti per quelle prerogative che tutti conoscono? Sfatiamo subito certi luoghi comuni. Questo è un ambiente in cui la professionalità viene premiata E poi a ben considerare è meglio una strada difficile ma lunga piuttosto che una facile e ridotta. Bi sogna sempre fare i conti con l'ambiente lavorativo. Qui le persone imposte contano poco. Se non possiedi il bagaglio della ga vetta il gruppo ti isola». E allora qual è il segreto per riuscire? «Per gli altri non so dire. Per me è stato nell'avere molto rispetto dell'equipe. Occorre arrrivare e collaborare con umiltà. Mai esse re estraneo all'ambiente che ti circonda ma diventarne parte integrante. Certo, ogni situazione di lavoro è difficile. Ma sono avventure diverse che vanno affrontate via via con diverso spirito». Quali scuole ha frequentato? «Il liceo artistico, poi mi sono iscritta ad architettura. Ma ho dato soltanto otto esami, poi sa, il lavoro...». Non si è mai sentita scavalcata sul lavoro? «Spesso. Quante volte ho deciso di smettere! Ma mia madre, che per me è una saggia amica, mi ha sempre ricordato: "Chiusa una porta, si apre un portone". E sono andata avanti». Lei sa d'essere bella? «Ho un'idea particolare del bello Credo sia un fatto quotidiano. Nel senso che esiste l'apparenza. In questo lavoro bisogna sempre ap parire bene, ma non è ancora la bellezza. Perché c'è anche l'esse re. Per spiegare: se interiormente sto bene, mi sento bella. Qualche volta non possiedo questa grazia, così appaio bene ma mi sento cupa. Devo stare in equilibrio fra me stessa, gli altri e l'ambiente». Un lavoraccio. «Il mio corpo è come una radio: riceve onde e le trasmette. Ricordi che il corpo è in evoluzione: soggetto spesso alle intemperie. Per realizzare quanto ho detto occorre una buona ginnastica interiore. Ma alla domanda se mi sento bella posso anche risponderle con un semplice: a volte sì a volte no». Non si sente a disagio prima con i cruciverba e adesso col gioco dell'oca? «Compiere viaggi introspettivi serve. Bisogna poi diventare sola¬ ri, aperti nei confronti del mondo. Io penso, ma se ho capito bene la sua domanda, non mi sento affatto sminuita perché penso. Certo, anch'io ho qualche sogno nel cassetto. Ad esempio mi piacerebbe presentare il Festival di Sanremo. Intanto, il mio lavoro attuale ho l'ambizione di considerarlo di passaggio. Se domani fossi impegnata in altro, lo considererei di passaggio comunque». Appare riflessiva. A quale segno zodiacale appartiene? «Credo purtroppo nell'astrologia. Sono un Pesci con ascendente Cancro. Rifletto che tutto sommato ci vuole la saggezza». E' sposata? «Non parlo volentieri della mia vi¬ ta privata. Comunque ho un compagno. E' importante amare. L'amore, la stessa condizione dell'innamoramento ci fa sempre bene. Il solo sapere che ho un compagno dunque mi fa stare bene». Chissà quanti soldi guadagna adesso. «Purtroppo sono arrivata quando i boreelÙni si sono sgonfiati». E Berlusconi non l'attira? «L'avevo incontrato al Telegatto. Mi ha detto che quando avessi voluto non ci sarebbero stati problemi. Non l'ho più sentito. Ma un J progetto nuovo c'è, e tutto pensa- " to da me. E' l'idea di una specie di teatrino, per dirla con Totò "quisquiglie e pinzillacchere": una striscia d'un quarto d'ora da rea¬ lizzarsi o con la Rai o con la Fininvest». Una «non scelta» avventata, le pare? «E perché? Rai, Fininvest, ormai che importanza ha?». Nevio Boni LA STASabato 17 Luglio«Il mio sogno n

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